Uno studio ENEA ha esplorato le potenzialità del cappotto verde per tetti e muri, mostrando una diminuzione della temperatura dell’aria anche superiore ad 1°C nelle stagioni più calde
Secondo l’ONU entro il 2050 le aree urbane ospiteranno il 68,36% della popolazione mondiale
(Rinnovabili.it) – Ormai è quasi certo che questo Luglio 2023 si guadagnerà il primato di uno dei mesi più caldi di sempre. Il riscaldamento globale si avvicinano inesorabilmente alla soglia dei + 2°C e l’elevatissima temperatura in città sta rendendo impossibile trascorrere all’esterno le ore centrali della giornata. Ma esiste un modo per ridurre di oltre 1°C la temperatura dell’aria nelle metropoli.
La scoperta è stata fatta da un team dell’Agenzia ENEA che ne ha poi pubblicato i risultati sulla rivista Energy and Buildings. L’ingrediente segreto della ricetta per abbattere la temperatura in città si chiama “cappotto verde”.
Cos’è il cappotto verde e a cosa serve
Per Cappotto verde si intende il rivestimento di porzioni di involucro edilizio, muri o tetti, con una superficie vegetale. Lo studio di ENEA ha simulato tre scenari di mitigazione, ciascuno dei quali caratterizzato dall’uso combinato di varie soluzioni green applicate ad alcune zone urbane densamente popolate di Roma e Torino.
Il verde pensile utilizzato da ENEA per condurre lo studio è il sedum per i tetti. Ovvero un insieme di piante perenni in grado di crescere senza problemi anche in ambienti molto caldi, aridi e rocciosi. L’edera per le facciate e la felce comune per i living wall.
I tre futuri possibili: temperature inferiori di 1,17°C
Nel primo scenario, il più favorevole, il lavoro del team ha immaginato di rivestire con cappotto isolante verde circa 12.000 mq di tetti di Roma, in combinazione con 60.000 mq di facciate. I risultati hanno mostrato una riduzione della temperatura in città media di 0,33°C, anche con punte fino a 1,17°C nelle ore più calde della giornata.
“Il merito di questo abbattimento della temperatura deve essere attribuito soprattutto alle pareti verdi che aumentano la loro efficacia in modo proporzionale all’altezza dell’edificio; i tetti verdi estensivi, invece, risultano inefficaci nel mitigare direttamente il riscaldamento urbano quando sono installati su edifici alti dai 20 metri in poi, ma sono molto utili per ridurre la temperatura interna dell’abitazione e, di conseguenza, l’uso della climatizzazione”, spiega la ricercatrice ENEA Tiziana Susca, che ha lavorato allo studio insieme ai colleghi Fabio Zanghirella e Vincenzo Del Fatto.
Verde e canyon urbani per ridurre la temperatura di 0.5°C
A Torino invece, si è registrata una riduzione della temperatura esterna dell’aria di circa 0,5°C in due scenari differenti che prevedevano rispettivamente l’inserimento di 6.000 mq di living wall e altrettanti di facciate verdi sugli edifici. In entrambi i casi gli alloggi si trovavano in un “canyon urbano” parallelo alla direzione principale del vento, condizione in grado di dissipare il calore accumulato.
“Quando le stesse soluzioni green vengono impiegate in canyon urbani orientati perpendicolarmente alla direzione principale del vento, la loro efficacia si riduce sensibilmente. Infatti, l’entità della mitigazione dell’isola di calore dipende da tanti fattori come clima, meteo, geometria urbana, scala di applicazione, tecnologie e specie vegetali utilizzate”, spiega Fabio Zanghirella.
Questi risultati si ottengono nel caso di tipiche giornate estive, mentre durante le ondate di calore, l’efficacia del cappotto verde è risultata leggermente inferiore a causa della chiusura degli stomi delle piante.