Mef, Mase, Mimt, Mit, associazioni dei costruttori e banche. Erano tutti presenti all'incontro tecnico di ieri dedicato allo sblocco delle cessioni imposto dal Dl n.11/2023 per tutti i bonus edilizi
Tra le ipotesi più gettonate la compensazione con F24, l’apertura agli incapienti e agli interventi in zone terremotate, nonché all’edilizia pubblica
(Rinnovabili.it) – Si è svolto ieri al Ministero dell’Economia e delle Finanze il tavolo tecnico necessario per trovare una soluzione allo sblocco delle cessioni connesse ai bonus edilizi.
A presiedere l’incontro il viceministro Maurizio Leo, affiancato dai principali rappresentati delle associazioni del settore costruzioni quali Ance, Confedilizia, Confindustria, Confapi, Alleanza Cooperative italiane, Confartigianato, Cna, Confimi, Rete professioni tecniche, Casartigiani, Confcommercio, Confassociazioni e UPPI, nonché i rappresentati di Agenzia delle entrate, Cdp, Sace e Abi. L’incontro si è reso necessario dopo lo stop imposto al meccanismo di cessione del credito e sconto in fattura dal Decreto n.11 dello scorso 16 febbraio. Decreto che dovrà ora essere convertito in legge con gli eventuali correttivi proposti negli emendamenti, ma che potrebbero richiedere fino a 60 giorni. Una tempistica lunghissima assolutamente incompatibile con la situazione delle migliaia di imprese bloccate.
Sblocco cessioni incagliate compensando con F24
La soluzione su cui si sta lavorando è dunque prima di tutto lo sblocco delle cessioni incagliate che, secondo le ultime stime, ammonterebbero ormai a 19 mld di euro. L’obiettivo è liberare i cosiddetti “esodati del superbonus” dalla scure che aleggia sulle loro teste, costringendo i cantieri a chiudere per mancanza di liquidità e molte famiglie ferme al palo con lavori completi a metà.
L’ipotesi più probabile che si fa strada è la compensazione tramite F24 delle imprese, proposta da Abi e Ance. Una soluzione che sarebbe immediatamente applicabile e consentirebbe di aumentare la capacità fiscale degli istituti finanziari senza impattare sulla finanza pubblica.
Periodo transitorio ed esonerati dal decreto
Tra le critiche immediate al decreto l’aver inserito nei divieti tutti i bonus edilizi, andando inevitabilmente anche a sfavorire Sismabonus e bonus barriere architettoniche. Ma anche su questo sembrerebbe essere stato attivato un dialogo.
“Sul tavolo anche le proposte per gestire alcuni effetti legati al periodo transitorio di applicazione tra la precedente e la nuova normativa, nonché quelle relative a determinati settori come il sismabonus e l’edilizia popolare” si legge nel comunicato del Mef. Altro tema non meno importante è l’esonero degli incapienti dal blocco delle cessioni che il Dl n.11/2023 aveva di fatto escluso, lasciando aperto il Superbonus solo ai cittadini con redditi medio-alti.
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La RPT, Rete Professioni Tecniche, suggerisce invece la possibilità di prevedere la garanzia SACE anche per l’acquisto dei crediti dei professionisti. “E’ stata chiesta, poi, una proroga per quegli interventi di cui è stata già fatta la progettazione, consentendo ancora l’utilizzo del credito di imposta, al fine di portare a termine i lavori”. “Per l’edilizia libera, infine, ha suggerito l’utilizzo delle sole fatture e l’alleggerimento delle procedure, affidandosi alla dichiarazione del professionista incaricato”.
Dovremo però attendere un prossimo incontro tecnico tra Governo e associazioni per avere risposte concrete.