Secondo le stime elaborate dal Sole24Ore a partire dai dati Caf Acli, otto persone su dieci potranno considerarsi al riparo dalle tasse sulle plusvalenze del Superbonus, previste dalla prossima legge di Bilancio
La tassa al 26% interesserà solo gli interventi per i quali il Superbonus è stato oggetto di cessione o sconto in fattura
(Rinnovabili.it) – La tagliola delle tasse sulle plusvalenze del Superbonus contenuta nella prossima Legge di Bilancio 2024 potrebbero colpire una casa su cinque.
Insomma, una stima abbastanza contenuta rispetto agli allarmismi dei giorni scorsi. A calcolare la percentuale di coloro che saranno interessati dal provvedimento che andrà a tassare al 26% l’intero valore degli immobili riqualificati con il Superbonus 110% e venduti prima di 10 anni è il Sole24Ore sui dati elaborati dal Caf Acli a partire da una platea di 29.373 contribuenti.
Nel mirino le speculazioni
L’articolo 18 della Manovra 2024, al momento nelle mani del Parlamento per l’approvazione, è stato inserito per colpire prima di tutto coloro che tentano di sfruttare il 110 come mezzo di speculazione. La norma punta a tassare le plusvalenze del Superbonus, nel caso in cui l’immobile venga venduto entro 10 anni dalla fine dei lavori di riqualificazione ed oggetto di sconto in fattura o cessione del credito. Solitamente, invece, la tassazione del 26% viene applicata sul valore dell’immobile al netto delle plusvalenze, ovvero sottraendo il costo dei lavori di ristrutturazione.
I numerosi esclusi dall’art.18 del ddl Bilancio
Ma le esclusione sono numerose. Restano fuori dalla tassa sulle plusvalenze gli interventi effettuati, anche con cessione del credito, sulle abitazioni principali del venditore e dei suoi familiari per la maggior parte dei dieci anni precedenti alla transazione. Una situazione che, secondo le elaborazioni del Caf Acli, raccoglie quasi l’82% degli immobili oggetto di Superbonus.
Partendo da questo dato, il Sole24Ore, ha perciò potuto stimare che il “rischio tassazione” coinvolga non più di un immobile su cinque, e sempre che il proprietario decida effettivamente di vendere la casa.