A luglio ’22 la spesa impegnata con il Superecobonus è stata pari a 4,5 mld di euro a fronte di 1,8 mld di luglio 2021
(Rinnovabili.it) – Che i bonus edilizi abbiano generato un dibattito più impegnativo di quanto ci si aspettassi è ormai un dato di fatto. A finire sulla gogna suo malgrado è stato sempre il Superecobonus, sicuramente il più impegnativo per lo Stato, vista la detrazione al 110%, ma anche il più efficace in tema di riqualificazione del parco edilizio italiano. E anche in questi giorni è sempre il Superbonus ad essere al centro delle polemiche, a causa degli innumerevoli emendamenti presentati al DL Aiuti bis nel tentativo di sbloccare i crediti edilizi ancora “incastrati” nel sistema e mettere d’accordo le varie forze politiche. Tuttavia c’è ancora un punto oscuro.
A conti fatti, il Superecobonus, conviene allo Stato?
Secondo il Centro Studio del CNI si. Lo studio condotto dal gruppo di ricerca degli Ingegneri Italiani e presentato al Forum Roma Innovation Hub stima che, il gettito fiscali derivante dalla realizzazione dei lavori negli ultimi 8 mesi, non valga meno di 11 miliardi di euro. E si tratta di una stima “prudente”. Da gennaio ad agosto 2022 gli investimenti nell’efficientamento energetico degli edifici hanno raggiunto la cifra record di 26,8 miliardi di euro, che equivalgono a 29,5 mld di detrazioni a carico dello Stato. Ma le detrazioni di fatto sono solo la punta dell’iceberg.
Un carico di lavoro di questo genere ha attivato una produzione complessiva di almeno 56 miliardi, generando 440mila unità di lavoro in più. Le tasse pagate su questi volumi economici hanno fatto incassare allo Stato gli 11 mld di euro calcolati dal CNI.
Di conseguenza la spesa effettiva del superecobonus non è 29 mld, ma 18 da spalmare su 4 anni.
“E’ difficile negare che all’incremento del gettito fiscale dell’11% , registrato tra gennaio e luglio 2022, certificato dall’ultimo Bollettino MEF delle Entrate Tributarie – afferma Armando Zambrano Presidente del Consiglio Nazionale Ingegneri e Coordinatore della Rete Professioni Tecniche – abbia contributo in parte la grande mole di lavori attivati dal Superecobonus 110%. Il cosiddetto extra gettito ammonta a 30,3 miliardi di euro ed uno dei maggiori contributi è stato dato dalle ritenute sui redditi del settore privato e da quelle sul lavoro autonomo. Ciascuno tragga le proprie conclusioni da questi dati. Il Superecobonus 110% è, forse, l’unico strumento di cui il Paese dispone per procedere al risanamento energetico degli edifici generando nel contempo reddito e occupazione”.
I calcoli, il CNI, li aveva già fatti a luglio. Confermando l’impatto positivo del 110 sia sui cittadini che sullo Stato.
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Abbassare la percentuale della detrazione, ma stabilizzarla
Purtroppo le truffe perpetrate cavalcando l’onda dei bonus edilizi, sono evidente. Tuttavia il Superbonus si è trovato nel mezzo della tempesta, pur essendo una delle detrazioni edilizie soggetta a maggiori controlli e, di conseguenza, tra le più difficili da frodare.
“Di fronte alla crisi energetica che ci aspetta nei prossimi mesi vogliamo veramente chiudere la stagione dei Superbonus nel 2025? E’ ormai urgente che la classe politica indichi con esattezza cosa intende fare, perché oggi la questione sia delle dispersioni termiche del nostro patrimonio edilizio che dei tagli alle forniture di gas, appaiono, almeno a noi tecnici, gravemente sottovalutate. Da mesi il CNI e l’RPT chiedono al Governo di impostare un piano che rimoduli in modo sostanziale l’uso dei Superbonus 110%, anche abbassando il livello delle detrazioni, trovando certamente un punto di equilibrio tra il contenimento del disavanzo pubblico e la necessità di un piano capillare di risanamento degli edifici. Si prenda coscienza, però, che i Superbonus vanno collocati in una seria e duratura strategia di efficientamento e risparmio energetico del patrimonio edilizio”.