In audizione al Senato la Presidente dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio
(Rinnovabili.it) – Gli investimenti asseverati a solo titolo di Superbonus a gennaio 2023 hanno raggiunto i 65,2 miliardi di euro, di cui 49,7 per lavori già completati. Sommando tra loro tutte le detrazioni fiscali previste per l’edilizia – bonus facciate, ecobonus, bonus ristrutturazione, sismabonus, bonus barriere architettoniche e Superbonus – il peso sulle casse dello Stato supera i 110 miliardi di euro. Ben oltre le previsioni ufficiali di spesa ferme a 35 mld di euro, e comunque superiori alle stime al rialzo inserite nel NADEF dello scorso autunno.
A calcolare la cifra è Lilia Cavallari, Presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB). L’occasione per mettere in chiaro le cifre è l’Audizione in Commissione Finanze nell’ambito dell’indagine conoscitiva sugli strumenti di incentivazione fiscale con particolare riferimento ai crediti di imposta. Audizioni che si sono rese necessarie dopo lo stop alle cessioni dei crediti, imposte dal DL 11/2023 come conseguenza dell’esaurimento della capienza fiscale delle banche e dei miliardi di crediti ancora incagliati e rimasti senza un acquirente.
La misura sotto accusa, quella che di fatto ha contribuito a rilanciare il settore nel post-Covid, ma che allo stesso tempo ha causato un’impennata dei prezzi e dei materiali da costruzione è il Superbonus 110 per cento.
Difficile da valutare l’effetto del Superbonus sull’economia
Come sottolinea Lilia Cavallari, il settore delle costruzioni è effettivamente cresciuto in misura marcata nello scorso biennio 2021-22 anche superando quello degli altri paesi europei. Tuttavia “è opportuno considerare che l’edilizia è stata sospinta non soltanto dal comparto residenziale ma anche dalla componente non residenziale e dalle opere pubbliche. Secondo i dati di contabilità nazionale, diffusi ieri (ndr. report Istat “Pil e Indebitamento AP”), nel biennio scorso il contributo alla crescita del PIL degli investimenti in costruzioni residenziali è stato di due punti percentuali; usando il modello macroeconometrico in uso all’UPB è possibile ricostruire che metà del contributo sarebbe direttamente ascrivibile all’incentivo fiscale”.
Il problema è subentrato con la saturazione della capienza fiscale di assorbimento del sistema. Le compensazioni sono passate da 8,4 mld del 2019 a 30 mld nel 2022, “e sono destinate ad aumentare”.
I dati esposti nell’audizione in Commissione Finanze parlano di un aumento dei crediti del Superbonus di 2,8 volte, contro un più contenuto incremento +46 % dell’Ecobonus e per gli altri crediti edilizi (+63 %). “Inoltre, si osserva una sensibile riduzione della quota dei crediti compensata dalle banche e dai servizi postali (dal 79,9 per cento al 59,1 per cento) a vantaggio delle imprese delle costruzioni e della filiera dell’edilizia (da 8,8 a 17,2 per cento), delle altre imprese del settore finanziario e immobiliare (da 8,2 a 9,5 per cento) e, soprattutto, delle imprese di altri settori non coinvolti direttamente nell’esecuzione dei lavori e non appartenenti al sistema finanziario (da 3 a 14,2 per cento)”.
Come abbiamo appreso oggi grazie alle dichiarazione di Enrico Maria Ruffini, Presidente dell’Agenzia delle Entrate, la capienza fiscale delle banche e delle assicurazioni non sarebbe completamente esaurita. Tuttavia la paura di vedersi sequestrare “preventivamente” il credito acquistato anche se in buona fede, ha fatto tirare i remi in barca agli istituti finanziari. Paura in parte messa a tacere dal Dl 11/2023 che ha messo una toppa al problema chiarendo i livelli di responsabilità solidale tra cedente e cessionario.
Suggerimenti per il futuro dei Bonus
Serve un riassetto delle spese fiscali, ma anche degli incentivi e degli aiuti offerti a famiglie ed imprese alla luce delle indicazioni contenute nella Direttiva “Case Green” per la riqualificazione del patrimonio immobiliare.
Secondo la Presidente di Upb la prime criticità da risolvere è la poca selettività sia rispetto all’oggetto dell’incentivazione sia dei beneficiari.
“Un’analisi puntuale dei risultati conseguiti dal Superbonus in termini di risparmio energetico potrà consentire di orientare gli incentivi verso gli interventi più efficienti in termini di rapporto costi/benefici. Inoltre in una prospettiva di razionalizzazione delle spese fiscali, andrebbe valutato se una misura selettiva di incentivazione del risparmio energetico possa risultare più efficiente ed efficace se erogata attraverso un programma di spesa”.
Propone poi un’analisi ex post per comprendere se “le risorse effettivamente impiegate nella specifica misura rispecchiano le stime iniziali della perdita di gettito attesa e, in secondo luogo, per valutare l’efficacia della misura rispetto agli obiettivi perseguiti e orientare le nuove scelte del decisore politico. Con riferimento al primo aspetto, il monitoraggio e la quantificazione ex post assumono rilevanza sotto il profilo sia della tenuta dei conti pubblici sia per l’aggiornamento degli andamenti tendenziali di agevolazioni già esistenti e per migliorare l’attività di quantificazione delle nuove misure”.