Tra le proposte per il Superbonus nel Governo Meloni una riduzione della percentuale e l’eliminazione della responsabilità in solido
(Rinnovabili.it) – La vittoria di Fratelli d’Italia alle elezioni politiche dello scorso 25 settembre assegnerà alla leader Giorgia Meloni, il compito di formare il nuovo esecutivo. Ma quali saranno le sorti dei bonus edilizi ed in particolare del Superbonus con il Governo di Destra?
La questione è tutt’altro che semplice e si scontra prima di tutto con le scadenze imminente per l’approvazione della Legge di Bilancio, fissata entro la metà del mese di ottobre, a cavallo con la formazione del nuovo Governo.
Ma partiamo dall’inizio.
Nel programma elettorale di Fratelli d’Italia si parlava anche della “miope politica dei bonus, da sostituire con misure stabili e durature”. Per la “salvaguardia delle situazioni in essere e riordino e armonizzazione degli incentivi destinati alla riqualificazione, alla messa in sicurezza e all’efficientamento energetico degli immobili pubblici e privati”. Tra le righe si percepiva sin da allora che, il Superbonus 110% così come partorito dal Movimento5Stelle, non avrebbe avuto vita lunga. Tuttavia le migliaia di aziende in ginocchio a causa del blocco alle cessioni dei crediti, vanno salvaguardate e salvate da un situazione che si aggrava giorno dopo giorno.
A questo punto di partenza si devono aggiungere i 40 miliardi di euro necessari alla Legge di Bilancio, ma per ora senza una reale copertura fiscale.
Ecco quindi la necessita di mettere mano alle due norme più chiacchierate degli ultimi mesi: il reddito di cittadinanza e il Superbonus 110%.
Ridurre la percentuale di detrazione rendendola (forse) strutturale
Proprio questa mattina sulle pagine de La Stampa si leggevano dettagli allarmanti sul futuro del Superbonus nel Governo di destra, parlando di “scure Meloni” che si abbatterà per prima sui bonus edilizi. Ma in questo caso, la leader di Fratelli d’Italia, dovrebbe fare i conti con molteplici proteste interne al suo stesso schieramento.
Ecco dunque che diventa sempre più probabile una riduzione della percentuale di detrazione, spostandola dal 110 all’80%. Tra le ipotesi si fa strada anche l’idea di rendere strutturale la misura, ma solo per i lavori sulle prime case. Questo perchè le sempre più restringenti misure di contrasto alle frodi ed il blocco alle cessioni del credito, hanno reso il Superbonus una prerogativa dei “ricchi” o meglio di coloro che ancora hanno liquidità da spendere per anticipare le spese dell’intervento.
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Ultimo passaggio sul futuro del Superbonus nel Governo di destra è la situazione dei cosiddetti “esodati del 110″. Coloro che si ritrovano i cassetti pieni di crediti fiscali, dei quali non riescono più a sbarazzarsi. Le modifiche portate con sé dalla conversione del DL Aiuti bis con la riduzione della responsabilità in solido delle banche in caso di frode, non sono bastate. Per sbloccare una volta per tutti questi crediti, si vocifera di norme destinate ad eliminare completamente la responsabilità solidale dei cessionari, ma il tema entra nel territorio minato dell’Agenzia delle Entrate che ancora non si è espressa restando ferma sulla fatidica circolare n.23/E.