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Il problema dell’incapienza fiscale: lo stop alle cessioni mette a rischio il 25% dei bonus

Senza la cessione o lo sconto in fattura, il 25% dei contribuenti non riuscirà ad utilizzare i bonus edilizi in detrazione diretta a causa dell'incapienza.

stop alle cessioni
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Il 95% dei crediti da Superbonus è stato ceduto da contribuenti che non avrebbero potuto usarlo in detrazione

(Rinnovabili.it) – Con lo stop alle cessioni del credito e allo sconto in fattura, ai contribuenti non resta altro che portare i bonus edilizi in detrazione diretta nell’Irpef. Ma cosa accade a chi non ha capienza fiscale sufficiente? Secondo le proiezioni su dati reali elaborate da Caf Acli e riportate dal Sole24Ore, il blocco alle cessioni metterebbe a rischio il 25% dei bonus casa dei contribuenti.

L’indagine parte da un campione di oltre 78.000 modelli 730 presentati ai patronati contenenti almeno una cessione di credito d’imposta per lavori edilizi.

Può sembrare una percentuale bassa, in realtà come sottolinea il report, gli “esclusi” sono proprio coloro che hanno sostenuto i lavori più onerosi, ma con meno disponibilità finanziaria, ovvero le fasce più a rischio della popolazione.

A chi si riferisce quel 75% di “capienti”

Secondo le elaborazioni del Caf Acli, quel 75% di contribuenti che potrebbe riuscire a sfruttare i bonus edilizi anche senza doverli cedere alla banca o con lo sconto in fattura ha in realtà speso cifre basse per i lavori sostenuti.

Stiamo parlando solitamente di interventi costati circa 12.000 euro, ovvero che portano con sé una rata media da compensare in detrazione di appena 800 euro e che nella maggior parte dei casi non trova difficoltà per essere scaricata in dichiarazione. Generalmente sono lavori riferiti a bonus detraibili in 10 anni come il bonus ristrutturazione al 50% l’ecobonus o il bonus facciate.

Queste cifre fanno inoltre comprendere la portata della cessione del credito e dello sconto in fattura fin dal 2020, impiegata anche per gli interventi edilizi di minore entità ed incentivati dai bonus ordinari. Tutt’altro discorso però sono i lavori di riqualificazioni importante specialmente se riguardanti i condomini. Lo stop alla cessioni potrebbe mettere a rischio cantieri che non verrebbero mai avviati per la presenza di condòmini incapienti o che si oppongono all’intervento perchè non possono anticiparne la spesa.

Il problema del Superbonus

La grafica fornita dal Sole24Ore sui dati Caf Acli è chiara su questo punto: la cessione dei crediti da Superbonus è stato utilizzata quasi esclusivamente (95%) da contribuenti che non avrebbero potuto portarli in detrazione per incapienza. Senza cessione il Superbonus al 110% o al 90% è praticamente impossibile da recuperare in 4 o 5 anni. Serviranno dunque nuovi meccanismi di incentivazione per continuare a garantire, per tutti, efficientamento e messa in sicurezza antisismica.

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About Author / Alessia Bardi

Si è laureata al Politecnico di Milano inaugurando il primo corso di Architettura Ambientale della Facoltà. L’interesse verso la sostenibilità in tutte le sue forme è poi proseguito portandola per la tesi fino in India, Uganda e Galizia. Parallelamente alla carriera di Architetto ha avuto l’opportunità di collaborare con il quotidiano Rinnovabili.it scrivendo proprio di ciò che più l’appassiona. Una collaborazione che dura tutt’oggi come coordinatrice delle sezioni Greenbuilding e Smart City. Portando avanti la sua passione per l’arte, l’innovazione ed il disegno ha inoltre collaborato con un team creativo realizzando una linea di gioielli stampati in 3D.