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Stampa 4D, per materiali che cambiano nel tempo

credits: MIT Self-Assembly Lab

Il processo di stampa 4D è in fase di sviluppo nei laboratori del MIT

(Rinnovabili.it) – Nonostante la stampa 3D esista da 30 anni, ogni giorno si aggiungono nuovi dettagli a questo processo. Tanto che oggi siamo arrivati addirittura a parlare di stampa 4D.

Ma qual è la quarta dimensione del processo di stampa? Il tempo.

Questa nuova tecnica di stampa infatti offre la possibilità di produrre materiali intelligenti che trasformano la propria struttura sotto l’influenza di energia esterna, come temperatura, luce o acqua.

Al momento le potenzialità di questo nuovo processo sono in fase di studio nei laboratori di ricerca del MIT Self-Assembly Lab.

Il futuro per molti settori

credits: MIT Self-Assembly Lab

Lo scopo della stampa 4D è arrivare a combinare tecnologia e design per sviluppare materiali programmabili o autoassemblanti, reinventando completamente il processo di costruzione, produzione e assemblaggio di un prodotto.

Un materiale che originariamente viene stampato con una forma sotto l’influsso di un agente pilotato esterno potrebbe assumere un’altra forma. Immaginiamo ad esempio una tubazione che si espande sotto un flusso d’acqua elevato, o una vena artificiale che si autoripara, o ancora comportamenti simili alla robotica, ma senza la dipendenza di dispositivi elettromeccanici complessi.

Gli oggetti a cui ci ha abituato la stampa 3D sono per lo più rigidi ovvero incapaci di mutare nel tempo.

I vantaggi del nuovo processo

credits: MIT Self-Assembly Lab

Gli esperimenti in fase di sviluppo nei laboratori del Mit stanno vagliando le possibilità di questo innovativo processo. Tra i vantaggi più evidenti sicuramente la possibilità di ridurre le dimensioni di stampa. Gli oggetti più grandi della stampante potrebbero ad esempio essere prodotti in forma più piccola per ingrandirsi successivamente. Un altro vantaggio della stampa 4D è l’utilizzo di materiali applicati innovativi e, per quanto ne sappiamo, ancora sconosciuti. Così come i materiali a memoria di forma “ricordano” il loro stato originale.

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In campo architettonico, la stampa 4D potrebbe produrre tubi per il sistema idraulico che cambiano dinamicamente il proprio diametro in funzione della portata di acqua. Sistemi che si autoriparano in risposta al cambiamento ambientale.

Anche il design d’interni potrebbe essere rivoluzionato. Immaginiamo una sedia o un tavolo autoconfigurante, stampato in un’unica tavola di legno che si “arriccia” una volta esposto alla luce solare trasformandosi in ciò che desideravamo.

credits: MIT Self-Assembly Lab

Andando ben oltre il nostro mondo, la stampa 4D potrebbe diventare utile in ambienti estremi come ad esempio lo spazio. Al momento le potenzialità della stampa 3D sono sfruttate nell’industria aerospaziale, ma ancora con costi eccessivamente elevati e poco vantaggio.

Sfruttando la nuova tecnologia potremmo stampare materiali che si autoassemblano o si autoriparano.