Rinnovabili

Sostenibilità a circuito chiuso per la Scozia

La sostenibilità ambientale passa anche dal recupero dell’esistente, interpretato sia dal patrimonio edilizio inutilizzato, molto spesso di carattere industriale, sia dal paesaggio stesso, sfruttato e deturpato per semplici scopi economici fino al completo abbandono quando non reputato più utile. Questa descrizione si addice perfettamente alle Cave, indispensabili per l’uomo finchè ricche di materia prima, ma completamente abbandonate una volta esaurito il loro ciclo produttivo. Per fortuna gli ultimi anni sono stati protagonisti di una scintilla d’interessa da parte di pianificatori, progettisti ed enti locali, che hanno cercato di dare una nuova vita ad alcune di queste ferite aperte.

La lungimiranza di alcuni progettisti scozzesi ha permesso di andare oltre a tutto ciò, pianificando prima ancora di dismettere, trovando cioè un nuovo utilizzo per una asta porzione di territorio attualmente occupato da una cava di sabbia ed argilla ed investendo a favore della qualità del progetto. Siamo nei pressi di Aberdeen City, una splendida località scozzese ricca di storia e particolarmente rinomata per le sue Università ed Istituti di ricerca.

Qui la società di costruzioni CHAP Homes, affiancata da i ricercatori della Robert Gordon University di Aberdeen sta sviluppando la progettazione di un nuovo villaggio, che potrebbe diventare il più grande esempio di edilizia sostenibile del Paese. Tecnologie rinnovabili, elevata efficienza energetica e spazi aperti, caratterizzeranno il futuro villaggio di Kincluny, perfettamente inserito nello sviluppo del Aberdeen City & Shire Structure Plan, il piano di governo del territorio della città, che tra i tanti obiettivi prevede la costruzione di nuovi alloggi destinati a coprire la carenza di abitazioni del nord-est del Paese, per un numero di 72.000 mila residenze distribuite in 30 anni.

Al momento la cava occupa una superficie di 100 ettari, destinati per lo più alla raccolta di sabbia e ghiaia per l’edilizia, ed occupata in buona parte anche dalla discarica riservata agli inerti da costruzione e da scarti di precedenti demolizioni edilizie. Una volta dismesso, questo vasto spazio, lascerà la possibilità di sperimentarsi nella progettazione di un vero villaggio Carbon Neutral.

Numerosi gli obiettivi principali, parte integrante dell’Aberdeen City Shire Structure Plan, che verranno sviluppati nel progetto per il villaggio sostenibile di Kincluny:

Sostenibilità a circuito chiuso

Una promessa ad emissioni zero, quella fatta dai fautori del progetto, per il Villaggio di Kincluny che utilizzerà quello che in gergo viene definito uno “sviluppo a circuito chiuso”, eliminando completamente il problema dei rifiuti, gestiti esclusivamente all’interno del sito ed utilizzati per produrre energia. Questa sarà la prima volta che nel Regno Unito verrà utilizzato ad una scala così ampia, il sistema tipicamente scandinavo, del digestore anaerobico che utilizza i liquami di scarto per la produzione combinata di calore ed elettricità. L’autosufficienza del progetto si estenderà anche al sistema idrico che recupera l’acqua piovana e le acque grigie per reimmetterle nel sistema di irrigazione dei giardini.

I ricercatori della Robert Gordon University saranno impegnati nel monitoraggio di questi sistemi, ai quali si aggiungeranno gli impianti per la produzione da fonti rinnovabili: energia eolica, biogas, fotovoltaico e geotermica. A questo team si affiancherà il British Research Establishment, che sarà incaricato di pianificare lo sviluppo futuro del villaggio, preservando le sue caratteristiche di sostenibilità.

Ma il concetto di sostenibilità del Villaggio Kincluny, non si esaurisce con le sperimentazioni tecnologiche. L’idea del team che sta sviluppando il progetto è quella di rendere la comunità responsabile della buona riuscita del progetto, affidando anche la responsabilità della gestione e del controllo dei consumi energetici del villaggio, limitando gli sprechi,

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