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La valutazione di sostenibilità su scala urbana

valutazione di sostenibilità

di Francesco Asdrubali e Gianluca Grazieschi 

Prima parte: La valutazione di sostenibilità dei quartieri

L’elevato potenziale di riduzione degli impatti ambientali legato al settore delle costruzioni ha fatto sì che siano stati proposti diversi sistemi di valutazione (protocolli) della sostenibilità ambientale degli edifici a partire dalla fine degli anni ‘90. I metodi di valutazione della sostenibilità alla scala di edificio sono ormai diffusi e ampiamente utilizzati, benchè su base volontaria: BREEAM, LEED, CASBEE, Green Star; in Italia il noto Protocollo Itaca

Recentemente la letteratura ha sottolineato l’importanza di andare oltre la scala del singolo edificio e di considerare quella di quartiere o di città. I protocolli di certificazione di sostenibilità, nati per valutazioni legate a singole unità edili, stanno quindi estendendo il loro campo di applicazione agli agglomerati di edifici. La Fig. 1 riporta una timeline con le date di pubblicazione dei principali protocolli di valutazione della sostenibilità su scala urbana.

Fig. 1 Timeline di pubblicazione di alcuni protocolli di valutazione della sostenibilità su scala urbana.

In questo articolo sono stati scelti quattro protocolli per un’analisi più dettagliata dei criteri considerati: LEED-UD (nato in USA), DGNB – Neubau Stadtquartiere (di origine tedesca), CASBEE-UD (Giappone) e BREEAM Communities (UK). La scelta è ricaduta sui precedenti quattro protocolli poiché essi sono adottati in tutto il mondo e hanno una diffusione significativa. 

1.1 BREEAM Com

BREEAM Com è un protocollo che funziona a punteggio e che considera le seguenti aggregazioni di criteri: 

La somma dei punteggi ottenuti permette la certificazione della sostenibilità del quartiere secondo la scala outstanding, excellent, very good, good, pass, unclassified. 

1.2 DGNB

DGNB è basato su un sistema di scoring (i punteggi variano fra 1 e 10 in base al paragone con un benchmark di riferimento) e considera le seguenti aggregazioni di criteri nella valutazione della sostenibilità su scala di quartiere: 

I livelli di sostenibilità complessiva che possono essere raggiunti sono Platin, Gold, Silver, Bronze. 

1.3 LEED for Urban Development

LEED-UD è un protocollo che ha diverse declinazioni locali fra cui una versione italiana chiamata GBC Quartieri. Il sistema si basa sull’attribuzione di punteggi in base a criteri di sostenibilità che sono raggruppati nelle seguenti macro-aggregazioni:

Il livello di sostenibilità finale (Base, Argento, Oro, Platino) dipende dalla somma dei punteggi ottenuti.

1.4 CASBEE for Urban Development 

CASBEE UD, a differenza degli altri sistemi analizzati, non si basa su un sistema di scoring ma sul confronto fra performance richieste e carichi ambientali derivanti: la sostenibilità è declinata come il raggiungimento delle qualità migliori con i più bassi carichi ambientali possibili. 

Le qualità richieste sono: 

I carichi ambientali considerati riguardano: 

Gli aspetti ricorrenti

Attribuendo i diversi criteri considerati dai quattro protocolli scelti a delle macro categorie di raggruppamento, è possibile individuare le aree di valutazione che sono ricorrenti e che hanno un focus maggiore. Le macro-aree scelte ricalcano i tre pilastri del concetto di sostenibilità e sono: sostenibilità economica, ambientale, sociale, più una macro-area “altri aspetti”.  

Gli aspetti legati alla sostenibilità economica sono in genere scarsamente considerati all’interno dei protocolli: la macro categoria riguardante la sostenibilità economica viene ad includere concetti riguardanti la disponibilità di case a prezzi accessibili, la presenza di attività economiche nel quartiere, la presenza di opportunità per lo sviluppo di economie locali  e l’incentivazione di caratteri regionali. 

Le questioni riguardanti la sostenibilità ambientale sono invece articolate in modo estensivo e con un elevato numero di crediti. Un focus importante è attribuito agli aspetti legati ai trasporti e alle aree verdi. La questione dei trasporti si lega alla riduzione del consumo di suolo e al contenimento del cosiddetto sprawl (la grande dispersione sul territorio delle aree urbane): è premiato lo sviluppo di insediamenti ad alta densità vicino ai nodi del trasporto pubblico, la riqualificazione di brown fields e di aree dismesse o degradate.

I protocolli disincentivano l’uso dell’auto privata che causa problemi di traffico, sicurezza, inquinamento e rumore, premiando la realizzazione di piste ciclopedonali capaci di garantire un’accessibilità capillare alle parti di città circostanti, e di strade multifunzionali progettate non solo per automobili. La mobilità dolce si lega solitamente alla rete ecologica. La presenza di aree verdi di buona qualità ha un ruolo rilevante anche per la riduzione degli effetti dell’isola di calore urbana. Le questioni legate ai consumi energetici e alle emissioni derivanti sono aspetti di primaria importanza in tutti i protocolli scelti. Infine, la permeabilità dei suoli, il recupero delle acque meteoriche, il riciclo dei rifiuti sono aspetti ulteriori che contribuiscono al conseguimento di punteggi. 

La valutazione della sostenibilità sociale si basa prevalentemente sul coinvolgimento democratico degli stakeholders, fra cui le comunità locali, nel processo di pianificazione e progettazione degli interventi. Sebbene siano molti i criteri di valutazione adottati in ambito sociale, il relativo punteggio è in genere basso e ciò attribuisce uno scarso peso alla sostenibilità sociale nella valutazione finale. 

Gli “altri aspetti” riguardano l’adozione di pratiche innovative o la resilienza nei confronti di necessità di riconversione. Tali aspetti, se non opzionali, generano un contributo trascurabile al risultato finale. 

Due esempi di quartieri italiani ispirati dai criteri di sostenibilità indicati nei protocolli:

CasaNova (Kaiseraun) a Bolzano. Credits: Frits van Dongen
Le Albere a Trento. Credits: Enrico Cano, RPBW – Renzo Piano Building Workshop Architects

Conclusioni

Come già osservato da alcuni studi di letteratura, ogni protocollo è focalizzato su alcuni aspetti e manca di una valutazione comprensiva del livello di sostenibilità. 

Guardando agli aspetti economici, l’importanza di un adeguato sviluppo locale richiede una loro maggiore incidenza nella valutazione finale. Inoltre l’incentivo all’applicazione di metodi di Life Cycle Cost optimization potrebbe premiare il perseguimento di soluzioni flessibili e riadattabili che considerino potenziali necessità di riconversione.

Gli aspetti legati alla sostenibilità ambientale sono spesso incentrati solamente sulla fase d’uso del quartiere. L’applicazione di metodi di Life Cycle Analysis è occasionale e legata alla valutazione delle emissioni legate alla fase operativa del quartiere. Un’applicazione maggiormente coerente con gli obiettivi di sostenibilità potrebbe garantire l’incentivo di economie circolari su scala urbana ed evitare possibili burden shifting fra diversi settori o fasi del ciclo di vita del quartiere. 

Gli aspetti connessi alla sostenibilità sociale dovrebbero includere non solo indici legati alla partecipazione ma anche al benessere materiale (reddito, tasso di occupazione), al tasso di istruzione, alla presenza di criminalità, al livello di vitalità sociale o di coesione ed equità sociale. 

Infine, manca in tutti i protocolli la possibilità di aggiornare nel tempo la certificazione conseguita in una fase inziale: può accadere infatti che eventi di carattere socio-economico possono causare il declino o la fortuna di un quartiere e sarebbe quindi opportuno prevedere una certificazione “dinamica” nel tempo.

Nella seconda parte del lavoro saranno presentati alcuni esempi di eco-quartieri europei particolarmente significativi per il livello di sostenibilità energetico-ambientale raggiunto.

Studio per un eco-quartiere a Chicago. Credits: US Environmental Protection Agency

di Francesco Asdrubali, Gianluca Grazieschi – Università degli Studi Roma Tre, Dipartimento di Ingegneria

Bibliografia

BREEAM for Communities. https://www.breeam.com/communitiesmanual/

DGNB for Urban Districts. https://www.dgnb-system.de/en/schemes/scheme-overview/urban_districts.php

Green Building Council Italia, (2015). GBC Quartieri. https://2016.gbcitalia.org/risorse/161?locale=it

CASBEE for Urban Development. https://www.ibec.or.jp/CASBEE/english/toolsE_urban.htm

Tam, V. W. Y., Karimipour, H., Le, K. N., Wang, J. (2018). Green neighbourhood: Review on the international assessment systems. Renewable and Sustainable Energy Reviews, 82, 689–699. https://doi.org/10.1016/j.rser.2017.09.083

Komeily, A., Srinivasan, R. S. (2015). A need for balanced approach to neighborhood sustainability assessments: A critical review and analysis. Sustainable Cities and Society, 18, 32–43. https://doi.org/10.1016/J.SCS.2015.05.004

Berardi, U. (2013). Sustainability assessment of urban communities through rating systems. Environment, Development and Sustainability, 15(6), 1573–1591. https://doi.org/10.1007/s10668-013-9462-0

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