Il white paper realizzato dal WEF raccoglie tre progetti pilota condotti dalla G20 Global Smart Cities Alliance per investire a favore di una tecnologia etica e sociale delle smart cities che non metta a rischio la privacy, la sicurezza e la qualità della vita dei residenti
Le tre città pilota che hanno sperimentato una tecnologia etica sono Città del Messico, Tsukuba e Istanbul
(Rinnovabili.it) – Il World Economic Forum (WEF) in collaborazione con Deloitte ha pubblicato un white paper per mostrare come conciliare il grande impulso innovativo e digitale che ha coinvolto la governance delle smart cities negli ultimi anni, con l’uso di una tecnologia etica, destinata prima di tutto a migliorare la qualità della vita dei residenti.
Quest’ultimo dovrebbe essere l’obiettivo condiviso di tutte le implementazioni messe in campo dalle città, tuttavia non sempre le realtà urbane dispongono delle politiche necessarie per garantire l’adozione di questa tecnologia in modo responsabile ed etico. Il Report “Governing Smart Cities: Use Cases for Urban Transformation”, raccoglie tre progetti pilota sviluppati dalla G20 Global Smart Cities Alliance, il team creato nel 2019 che riunisce governi locali, nazioni e partner privati del quale il WEF è segretario generale.
Parte di un programma molto più esteso, le tre città modello prese in esame dal report sono: Città del Messico (Messico), Tsukuba (Giappone) e Istanbul (Turchia).
Aiutare le smart cities a gestire la frenesia della tecnologia emergente
Il lavoro portato avanti dalla G20 Global Smart Cities Alliance fornisce alle città un modello di riferimento da seguire per adattare le proprie politiche e governance ad un mondo che cambia. Puntare i riflettori sull’utilizzo di una tecnologia etica e sociale diventa perciò essenziale per affrontare i problemi più comuni connessi all’uso di queste soluzioni smart e che, se non considerati, potrebbero anche mettere a rischio i residenti stessi. Ad esempio, come sottolinea il report, quasi l’80% delle città prese in esame ha riconosciuto obblighi legali per la privacy e la protezione dei dati, ma meno del 25% ha poi davvero condotto valutazioni in merito all’impatto che le nuove tecnologie avrebbero avuto.
Nel white paper il WEF prende in considerazione tre casi studio condotti dall’Alliance: come mettere a disposizione mole di dati utili al pubblico, come proteggere la privacy dei cittadini e come aumentare l’accessibilità di tale tecnologie.
“Le politiche modello sono un primo passo importante per aiutare le città a comprendere le migliori pratiche globali e stabilire tabelle di marcia per un’efficace governance tecnologica”, ha affermato Jeff Merritt, responsabile della trasformazione urbana al World Economic Forum. “Tuttavia, per realizzare questi piani e adattarsi ai contesti locali, l’accesso alle competenze ed alla condivisione di strategie è essenziale”.
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Città del Messico, come gestire gli open data eticamente
Nel caso del Messico, la rete regionale dell’Alliance ha contribuito a migliorare la politica degli open data sfruttando una tecnologia più etica per arrivare all’obiettivo di ridurre i tassi di criminalità. Nel dettaglio il progetto ha permesso alle organizzazioni non governative, agli imprenditori ed ai cittadini di sviluppare innovazioni basate su set di dati raccolti dalla città e condividerli per aumentare la sicurezza. Secondo i report del WEF questa strategia ha permesso di ridurre del 60% i crimini ad alto impatto, aumentando la percezione di sicurezza della città nel 42% dei residenti, rispetto ad un solo 7% del 2018.
Turchia, tecnolgia etica e digitale per tutti i cittadini
Il progetto messo in campo per Istanbul ha permesso di aumentare esponenzialmente l’accesso ai servizi digitali offerti dalla città. Grazie ad una collaborazione pubblico-privata tra Microsoft e G3ICT, il governo municipale ha attuato una politica di inclusione e diffusione nell’accessibilità ai servizi digitali che coinvolgerà entro il 2024 circa 2,5 milioni di cittadini, partendo da circa 800mila persone nel 2019.
Giappone, la privacy dei cittadini nella Super City
Nella città di Tsukuba il progetto dell’Alliance ha permesso di migliorare le politiche di valutazione dell’impatto sulla privacy personale dei cittadini. Tsukuba fa parte del maxi progetto “Super City”, un upgrade del concetto di smart city dove la digitalizzazione raggiunge i massimi livelli per tutte le infrastrutture pubbliche. Un sistema di questo tipo porta chiaramente con sé un rischio maggiore per la privacy. Grazie al supporto dell’Alliance tuttavia, il progetto ha permesso di evitare potenziali danni, identificando i problemi prima che si verificassero.
Accanto alle implementazioni della tecnologia etica e sociale applicata alle città intelligenti, l’Alliance G20 sta sviluppando anche modelli politici dedicati anche alla qualità dell’ambiente costruito, ampliando la valutazione del carbonio incorporato nel settore delle costruzioni all’intero ciclo di vita.