Secondo uno studio dell'AEA questo periodo di transizione post-pandemia potrebbe essere il momento perfetto per individuare ed attuare giuste strategie di sostenibilità urbana condivise a livello europeo
Mancanza di aree verdi, mobilità sostenibile, inclusività socio economica e resilienza sono i punti chiave emersi dopo la pandemia
(Rinnovabili.it) – Un’eredità comune delle città europee nel periodo post-pandemia è una nuova flessibilità e apertura al cambiamento in tema di pianificazione e gestione. Sono proprio questi due elementi che, se correttamente applicati, potrebbero influenzare un passaggio collettivo ad una maggiore sostenibilità urbana. Alla pandemia ovviamente si aggiungono crisi altrettanto urgenti, come l’impatto della guerra in Ucraina, il degrado ambientale, l’esigenza di affrontare il cambiamento climatico. Questi scenari uniti alla crisi energetica impongono un’accelerazione alle politiche Europee che potrebbe far pendere l’ago della bilancia a favore degli ambiziosi obiettivi della transizione ecologica. A confermarlo è un recente rapporto dell’AEA – Agenzia Europea dell’Ambiente “Urban sustainability in Europe — Post-pandemic drivers of environmental transitions”.
Approfittare del momento per prendere la strada giusta
Il report dell’AEA cerca di confrontare le esperienze delle città immediatamente prima della pandemia e quello che ne è emerso subito dopo, provando ad individuare se ci sono realtà urbane dove la pandemia ha già portato a cambiamenti significativi nei fattori chiave del cambiamento climatico o nell’abbattere determinate barriere. La ricerca ha coinvolto in maniera diretta 64 città europee.
Il primo punto portato alla luce dalla pandemia è la diseguaglianza sociale. L’obiettivo delle nostre città dovrà dunque essere quello di promuovere politiche verdi, ma inclusive. Tutti i gruppi sociali devono far parte del cambiamento in base alle caratteristiche proprie di ciascuna città ed alle circostanze uniche.
La pandemia come fattore scatenante
Buona parte delle città intervistate dal report hanno paragonato il periodo pandemico ad un “fattore scatenante”. Un momento in cui si è presa consapevolezza delle mancanze in tema di sostenibilità urbana, vivibilità, servizi, e molto altro. Spazi verdi e mobilità sostenibile sono le due aree che per il momento hanno subito la trasformazione maggiore. Due tematiche con un ruolo chiave nella visione politica destinata ad azioni sostenibili.
L’inquinamento atmosferico, il traffico, la mancanza e la perdita di spazi verdi pubblici, le violente manifestazioni climatiche, le inondazioni, la gestione dell’acqua piovana, l’inquinamento acustico, sono state indicate dalle città prese in esame dall’AEA come le principali sfide ambientali.
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Anche dal punto di vista socio-economico la pandemia ha fatto emergere le mancanze. L’espansione urbana incontrollata, la congestione stradale, i cambiamenti demografici, l’esclusione sociale, la mancanza di alloggi a prezzi accessibili e la gestione della prevenzione sanitaria, sono invece le sfide socio economiche reputate più importanti.
Gli obiettivi della relazione
Il report dell’AEA vuole generare una conoscenza approfondita e condivisa dei fattori trainanti e degli ostacoli alla sostenibilità urbana e ambientale. Esplorando in che modo essi possano essere stati influenzati dalla pandemia. All’interno del rapporto si parla di resilienza climatica, di qualità dell’aria, di accessibilità, di sicurezza alimentare, di economia circolare, di energia pulita e di edifici sostenibili. Scarica il report.