Per la quasi totalità dei sindaci intervistati i finanziamenti europei per affrontare il cambiamento climatico e le altre priorità sono insufficienti
(Rinnovabili.it) – Oltre la metà dei sindaci europei (55%) afferma che l’azione per affrontare il cambiamento climatico è in cima alla lista di obiettivi per il prossimo futuro. Ad affermarlo è il primo sondaggio di Eurocities Pulse che ha intervistato 96 Primi cittadini di 28 paesi, orientato a definire le tendenze, le sfide e le azioni che plasmeranno il business urbano dei prossimi anni.
Le aree a basse emissioni, la creazione di più spazi verdi, il sostegno al Green Deal europeo e i piani per la mobilità sostenibile come la sostituzione delle flotte di autobus, sono gli altri punti chiave identificati dai sindaci quali priorità di intervento per affrontare il cambiamento climatico.
Dare priorità alla neutralità climatica
Con le elezioni europee del prossimo anno, si inizia a tastare il terreno nel tentativo di capire in quale direzione muoversi. Il sondaggio Eurocities Pulse ha confermato che l’affrontare il cambiamento climatico con politiche urbane attive è una priorità per la maggior parte dei sindaci. Accanto all’azione per il clima, al secondo posto tra le priorità, troviamo la mobilità sostenibile identificata dal 23,08% degli intervistati. Al terzo posto nella lista delle priorità, selezionato dal 20% dei sindaci, c’è la gestione della ripresa economica e l’attuazione di piani complessi che stimolino una crescita futura.
Anche il superamento della disuguaglianza sociale arrivando a garantire la stessa qualità della vita per tutti i cittadini è un tema ricorrente espresso dai sindaci intervistati. Ma anche in questo caso manca un reale supporto da parte dell’Europa, sia economico che progettuale.
L’edilizia è delineata quale priorità per garantire standard di vita minimi, promuovendo nello stesso tempo alloggi a prezzi accessibili, vista la crisi abitativa degli ultimi anni.
“Accanto ai cambiamenti climatici e alla transizione energetica, i maggiori divari finanziari per le città nei prossimi cinque anni riguarderanno le aree legate all’uguaglianza e all’inclusione sociale”, afferma Sobczak. “Anche se le priorità della città e dell’UE sembrano spesso essere molto allineate, queste sono aree in cui i finanziamenti europei sono insufficienti e sono frenati dai governi nazionali. Se non lo cambiamo, rischiamo di assistere a un enorme contraccolpo nelle città”, sottolinea André Sobczak, Segretario Generale di Eurocities.
Risorse insufficienti
Su un altro punto i sindaci europei sono d’accordo: i finanziamenti sono insufficienti. In particolare le politiche per affrontare il cambiamento climatico e la transizione energetica per i prossimi 5 anni mostrano seri deficit nei finanziamenti, secondo la maggioranza degli intervistati.
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“Nella maggior parte dei casi, i sindaci sono allineati con le priorità europee”, prosegue Sobczak. “Negli ultimi anni, le città europee hanno anche dimostrato il loro ruolo centrale nell’affrontare sfide globali come la guerra russa in Ucraina e la pandemia di Covid, adottando misure per garantire la sicurezza energetica e alimentare dell’Europa.Tuttavia, il fatto che più della metà dei sindaci con sede nell’UE veda le norme europee come un onere per l’attuazione delle proprie priorità locali e ritenga che le istituzioni dell’UE non le ascoltino, dovrebbe suonare come un campanello d’allarme”, prosegue Sobczak.
Guardando al futuro, l’ambizione massima dei sindaci (52,69%) nell’area della diplomazia cittadina corrisponde strettamente alla loro massima priorità dell’azione per il clima: lavorare con altre città per promuovere la transizione verso la neutralità climatica.