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Obiettivo Smart City: le soluzioni Enel X per portare le città nel futuro

Smart City enel x

In collaborazione con Enel X

(Rinnovabili.it) – “La sfida della sostenibilità sarà vinta o persa nelle città”. Con queste parole nell’ormai lontano 2012, l’allora segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon metteva a fuoco uno dei temi divenuti chiave per la transizione ecologica: il ruolo degli agglomerati urbani, grandi e piccoli, nel più ampio percorso di decarbonizzazione e sviluppo sostenibile. 

Un ruolo essenziale se si considera che, attualmente, le città ospitano più di 4 miliardi di persone,  consumando il 78% dell’energia mondiale e rappresentando la fonte di oltre due terzi delle emissioni globali di gas serra (dati ONU). E le proiezioni demografiche ci dicono che entro la metà del secolo quei 4 miliardi potrebbero divenire 7,5, aggiungendo nuove sfide e complessità alla transizione. 

E’ ormai chiaro che le politiche di sostenibilità debbano essere modellate in relazione alle  esigenze locali per creare valore in primis a cittadini e amministrazioni, migliorando la gestione urbana e la qualità della vita. 

Una visione fortemente sostenuta da Enel X che attraverso il webinar “Obiettivo Smart City. Dalle comunità energetiche all’advertising digitale sugli asset urbani”, ha presentato la propria personale ricetta per lo sviluppo urbano.

Come ha ricordato Fabio Ugolini, Head of Marketing B2G di Enel X italia, “il paradigma della transizione non comprende solo il tema energetico ma raggruppa anche l’aspetto ambientale, sociale, digitale, infrastrutturale, economico e culturale. I centri urbani sono oggi e sempre più lo saranno il fattore chiave per stimolare questo cambiamento”.  In questo ambito il concetto di smart city può offrire una strada percorribile per lo sviluppo futuro. Ma cosa significa esattamente “città intelligente”? Nella visione di Enel X, l’appellativo identifica una realtà in grado di ottimizzare l’utilizzo delle proprie risorse, ridurre le proprie emissioni climalteranti e impiegare le nuove tecnologie digitali per mettere le esigenze dei suoi cittadini al centro della pianificazione urbana.

Tecnologie digitali al servizio della città intelligente

“Una città smart e sostenibile è quella che migliora la quotidianità di chi la vive”, sottolinea Ugolini definendo i principali passi con cui l’azienda oggi interviene a supporto delle amministrazioni locali. Partendo dall’analisi dei dati, soprattutto da quelli open e gratuiti, fino alla messa a terra di progetti concreti. Un approccio finalizzato non solo ad interventi puntuali ma in grado di creare un ecosistema integrato che contempli tutte le dimensioni della transizione ecologica. 

Il primo passo? Fornire consapevolezza dei dati. Si parte con  tre indici messi a disposizione gratuitamente sull’app YoUrban (15 Minute City Index; il Circular City Index; il CO₂ City Index) per arrivare ad analisi personalizzate e report di sostenibilità con cui individuare possibili interventi su asset strategici: dall’illuminazione pubblica in ottica smart all’autoproduzione da fonti rinnovabili su edifici pubblici. Dell’elettrificazione del TPL ai servizi smart per la governance. 

La società ha anche creato una specifica Control Room per le città intelligenti, una piattaforma IoT che permette di trasformare sensori e asset urbani, dai pali delle luce ai semafori, in oggetti smart.

In combinazione l’app gratuita messa a disposizione dei cittadini è possibile dare vita un vero e proprio ecosistema digitale interconnesso. Uno strumento sfaccettato con cui, ad esempio monitorare la sicurezza dei cittadini, offrire parcheggi intelligenti che notificano la propria disponibilità di spazi liberi, controllare il traffico veicolare o capire dove si concentrano i flussi cittadini. “Tramite l’app è possibile segnalare direttamente guasti nelle infrastrutture di illuminazioni, mentre il comune può usare la piattaforma Yourban per monitorare gli asset, garantire una maggiore sicurezza e una maggiore efficienza di intervento”, aggiunge Ugolini. Ma l’aspetto più qualificante è sicuramente la possibilità di creare uno spazio di comunicazione diretta tra persone e amministrazione pubblica. “Portare una comunità a interagire sempre più con il comune rappresenta un vantaggio competitivo enorme per la PA”.

I benefici della condivisione energetica

La digitalizzazione offre dunque uno strumento gestionale in grado di creare non solo efficienza operativa ma anche un più ampio senso di comunità.  Un obiettivo su  cui oggi si focalizza anche uno dei più celebri approcci dal basso alla transizione energetica: l’energy sharing. Le comunità energetiche rinnovabili (CER) e le nuove forme dell’autoconsumo offrono alle città il mezzo ideale per rendere la decarbonizzazione un vantaggio concreto anche dal punto di vista economico, sociale e culturale.

Il seminario è stato l’occasione per approfondire le opportunità a disposizione degli enti e delle amministrazioni locali a partire da un’importante innovazione introdotta con la delibera n.727 dell’ARERA. Parliamo della configurazione di autoconsumatore individuale di energia rinnovabile a distanza che utilizza la rete di distribuzione esistente. Si tratta di un modello di autoconsumo rivolto unicamente alle pubbliche amministrazioni. 

In cosa consiste? In un meccanismo analogo alla condivisione energetica prevista per le CER. Ma in questo caso, spiega Gabriele Grigolo, Key Account Manager CER di Enel X Italia, “un comune può conferire solo ed unicamente le proprie utenze all’interno di questa configurazione e, su tutta l’energia che va ad autoconsumare  in tempo reale, va a maturare il medesimo incentivo delle Comunità energetiche rinnovabili”. 

Nel dettaglio per le CER, il nuovo decreto del MASE – in via di pubblicazione – prevede una tariffa fissa e una variabile nel range di 67-137 euro il MWh in funzione della dimensione e dell’ubicazione dell’impianto (prevista una componente perequativa per le regioni di nord e del centro italia). Un’agevolazione a cui va aggiunto sia il contributo ARERA per l’alleggerimento degli oneri di rete, che la valorizzazione del surplus immesso in rete.

Come Enel X aiuta la pubblica amministrazione? Anche in questo caso l’azienda punta su un approccio integrato attraverso un portafoglio di soluzioni che accompagnano PA ed enti locali in tutto il percorso ventennale di incentivazione. La società lavora in termini di modelli di affidamento diretto che possono consentire la realizzazione di impianti rinnovabili in un range tra i 70 e 100 kW di picco. “Trattandolo come fornitura con posa in opera è estremamente facile andare a perfezionare quello che è l’affidamento e riuscire a realizzare gli impianti in modo tale che dal perfezionamento della determina all’entrata in esercizio commerciale dell’impianto possono trascorrere non più di 6-9 mesi”, afferma Grigolo.

Ma Enel X può intervenire anche con impianti di taglie maggiori da 400 kW a salire con la formula del partenariato pubblico privato (PPP) mettendo a disposizione tutto il capitale necessario e andando a garantire la manutenzione dell’installazione con importanti meccanismi di copertura del rischio. O in alternativa può operare con un Modello DDS: l’amministrazione cede il diritto di superficie a Enel X (che realizza gli impianti), senza sostenere alcun costo e ottenendo una condivisione dei proventi derivanti dagli incentivi o un canone di affitto.

Valorizzazione degli asset urbani

Condivisione energetica, digitalizzazione, efficientamento e progetti tailor-made: Enel X aiuta le città ad intraprendere la trasformazione in smart city con un approccio in grado di valorizzare ogni asset urbano. Compresi quelli di pubblicitari. Nel pool di servizi studiati per  creare valore comune, c’è anche l’ammodernamento degli spazi di comunicazione e di urban advertising intervenendo sia sul patrimonio pubblico che su quello privato. E mettendo sempre al centro innovazione e sostenibilità. 

“Siamo convinti che gli impianti pubblicitari possano essere un po’ apripista della smart city”, sottolinea Carmen Pisani, Head of Urban Asset Valorization di Enel X. Anche in questo caso gli interventi passano per  digitalizzazione e integrazione tecnologica, attraverso soluzioni modulari capaci di sposarsi con l’arredo urbano intelligente, dai lampioni alle stazioni di bike sharing. O, viceversa, è possibile dotare impianti pubblicitari di sensori e telecamere per impiegare un’unica struttura per offrire più servizi, riducendo lo sfruttamento del suolo. In questo modo il comune può usare le infrastrutture di comunicazione per raccogliere dati, ad esempio, sulla mobilità urbana, e al tempo stesso veicolare informazioni di pubblica utilità in tempo reale o annunci istituzionali. 

Guarda qui il webinar.

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