L’obiettivo è condividere idee e know-how per trovare soluzioni digitali innovative. Per la città intelligente si punta su mobilità e riduzione dei consumi energetici. E Londra studia la driverless car
(Rinnovabili.it) – Si chiama Sharing Cities il progetto europeo che funzionerà da incubatore di idee per il connubio tra applicazioni digitali e smart city. Capofila sono le città di Milano, Londra e Lisbona, con Varsavia, la francese Bordeaux e la bulgara Burgas a completare il consorzio. Lo scopo? Far decollare il mercato europeo delle città intelligenti, dimostrando che accurate soluzioni che sfruttano l’information technology, basate sui bisogni comuni, possono essere integrate anche in ambienti urbani molto complessi.
Le 6 città condivideranno idee, know-how, risorse e infrastrutture, e per tutta la durata del progetto coinvolgeranno esperti, aziende e cittadini nell’implementazione delle soluzioni. Cinque anni è l’orizzonte temporale, di cui gli ultimi due dedicati al monitoraggio dell’impatto che avranno le soluzioni proposte. Circa 25 milioni di euro di finanziamenti arrivano dall’Ue, ma la speranza è di attrarre in tutto almeno 500 milioni da investitori privati. Infatti, una volta entrato nel vivo, il progetto dovrebbe coinvolgere qualche centinaio di altre città sparse in tutto il continente.
Tra gli ambiti di intervento prefigurati nel progetto, che sta entrando nella sua fase operativa dopo alcuni mesi di gestazione e incontri preparatori, spiccano quello delle soluzioni per la e-mobility sostenibile, per la riduzione delle emissioni, per la promozione di un cambio di abitudini rispetto al consumo di energia attraverso misure di efficienza e conservazione.
I progetti smart city di Londra, Lisbona e Milano
Ogni città ha designato un quartiere come area d’intervento. Londra partirà con un programma di rigenerazione abitativa a Greenwich, con l’idea di creare una rete di riscaldamento low-carbon. La municipalità lancerà poi un programma sperimentale di biciclette elettriche e veicoli driverless. Passando al Portogallo, Lisbona intende cambiare volto a 10 kmq di centro storico con lo sviluppo di un sistema integrato di gestione dell’energia, che prevede anche l’installazione diffusa di moduli fotovoltaici e pannelli solari termici, la promozione di veicoli elettrici e l’uso del digitale nella gestione ottimizzata del sistema del trasporto pubblico.
E Milano? La giunta meneghina ha designato come area pilota del progetto oltre 200mila mq di aree industriali e infrastrutture ferroviarie dismesse nella zona di Porta Romana. L’obiettivo è la riqualificazione energetica: il 60% degli edifici di Milano rientra nelle classi G o F. L’adozione di uno “sharing policy framework”, un modello di business partecipativo che prevede la massiccia collaborazione tra pubblico e privato, la città intende sviluppare una vasta strategia di ammodernamento puntando sulla promozione della sharing economy.