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Smart city index: in Italia 35 miliardi tra 2014 e 2020

L'Italia tra 2014 e 2020 investirà 35 miliardi di euro per l'efficientamento del patrimonio edilizio, le energie rinnovabili e la trasformazione in smart city dei centri urbani

Smart city index: in Italia 35 miliardi tra 2014 e 2020

 

(Rinnovabili.it) – Ieri durante il Comfort Technology Roadshow, l’evento organizzato dalla Mostra Convegno Expocomfort nella Facoltà di Energia Civile ed Industriale della Sapienza di Roma, si è discusso il tema smart city con gli interventi di Giuliano Dall’O – Professore  del Politecnico di Milano – e di Mauro Annunziato dell’ENEA.

 

Lo Smart City Index è l’indicatore dell’intelligenza di 116 comuni italiani valutati in base ai punteggi raggiunti in oltre 400 indicatori, il calcolo effettuato dalla società Between con il patrocinio dell’Agenzia per l’Italia Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha rivelato che le città più smart d’Italia sono: Milano, Torino, Bologna e Roma.

Gli indici positivi  che sono stati presi in considerazione sono: diffusione di solare termico e fotovoltaico, smart grids, efficienza degli edifici, monitoraggio ambientale e percentuale dei rifiuti della raccolta differenziata.

 

 Gli investimenti per le smart city italiane

Le italiane hanno ancora molto da imparare dalle cugine europee, che stanno mettendo in atto strategie molto efficaci per ridurre l’inquinamento e migliorare la qualità della vita degli abitanti ma un sistema di finanziamenti del Ministero dell Sviluppo Economico cercherà di trasformare i centri urbani dello stivale in smart city con 35 miliardi di investimenti spalmati nel periodo 2014-2020.

Per rendere intelligenti le città italiane progetto Horizon 2020 stanzia sei miliardi di euro mentre altri sei sono di Connecting Europe Facility, a questi si aggiungono i 23 miliardi dei Fondi Coesione 2014-2020 per le energie rinnovabili, l’efficienza energetica, le smart grid e la mobilità.

 

Una delle priorità per l’Italia è il miglioramento dell’efficienza del patrimonio edilizio, che per l’anzianità e la mancanza di manutenzione è tra i più energivori d’Europa. Nel dettaglio il 70% degli edifici italiani è stato costruito prima dell’esistenza di norme sull’efficienza energetica ed i consumi delle strutture rappresentano il 36% del totale nazionale mentre il fabbisogno energetico medio degli edifici italiani è di circa 180 kWh/m2 anno, molto alto se paragonato a quello degli altri stati europei.