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Smart City in Italia: grazie ai 17 mld del PNRR, 2,5 mln di occupati in più entro il 2029

Smart City in Italia
via depositphotos.com

Bergamo è la città più virtuosa, seguita da Firenze e Milano

(Rinnovabili.it) – Innovazione urbana e digitalizzazione, due parole che fino a pochi anni fa apparivano sconnesse, ma che oggi rappresentano perfettamente quelle che sono le smart city. Dalla mobilità alla sostenibilità ambientale, dall’approvvigionamento idrico al turismo, dalla sanità allo smaltimento dei rifiuti, fino ad arrivare alla semplificazione burocratica ed al benessere, sono le componenti che contraddistinguono le “città intelligenti”. Anche il mercato delle Smart City in Italia è pronto ad un salto di qualità, assicurato anche grazie ai 17 miliardi di euro in arrivo dal PNRR.

A tracciare la rotta del prossimo futuro, delineando anche la percezione che i cittadini italiani hanno delle smart cities, è l’Unicusano in un’indagine condotta a tutto campo lungo la Penisola.

Un mercato da 900 milioni di euro

Per definizione una smart city è una città dove le reti e i servizi tradizionali sono resi più efficienti con l’uso di soluzioni digitali a beneficio dei suoi abitanti e delle imprese. Come l’impiego di semafori intelligenti per la gestione del traffico, o la creazione di un’infrastruttura di veicoli elettrici e in sharing facilmente accessibili. La gestione telematica di pratiche burocratiche per snellire i servizi, ma anche la risoluzione in tempo reale di problemi quotidiani.

Oggi il mercato delle smart cities vale circa 900 milioni di euro, ma nei prossimi anni è attesa una vera e propria esplosione. I benefici saranno a tutto campo, favorendo prima di tutto la creazione di circa 2,5 milioni di nuovi posti e professioni a opera del mercato delle Smart City in Italia entro il 2029. Un boom non solo economico che favorirà anche la nascita di professionisti ad alta specializzazione per la gestione delle reti infrastrutturali, della sensoristica e delle piattaforme di dati. Ciò che fino a poco tempo fa era considerato utopico, oggi è realtà. Tuttavia il Belpaese stenta a riconoscere questi segnali di progresso e nonostante gli sforzi di Unione Europea e Governo di veicolare precisi messaggi intorno al concetto di città smart, oggi solo una persona su due ne è realmente consapevole. Secondo lo studio di Unicusano sono i giovani e le persone di ceto medio-alto le più consapevoli. Solo il 13% dei cittadini ha definito la propria città “smart”, avvalendosi di di servizi come quelli anagrafici (61%), tributari (41%) e di mobilità (31%). La fiducia nel futuro, tuttavia, non manca: è il 68% delle persone, infatti, a credere che, nei prossimi 10 anni, il proprio Comune assisterà e sarà protagonista di un boom tecnologico.

Ma quali sono le smart city in Italia?

Nonostante la credenza comune ponga Milano in vetta alla classifica, non è il capoluogo lombardo a dominare il mercato delle smart city in Italia. E’ invece Bergamo ad essere la più “intelligente” del nostro Paese, seguita da Firenze, Milano, Modena, Bologna, Genova, Torino, Trento, Venezia, Cagliari, Cremona, Padova e Roma. Si distaccano le città del Mezzogiorno, meno “digitali” rispetto al resto della penisola, con le uniche eccezioni di Bari, Napoli e Palermo.

L’89% delle amministrazioni pubbliche dichiara che, saranno IoT, intelligenza artificiale, mobility as a service, smart mobility, smart building, smart grid, i settori che permetteranno di raggiungere gli obiettivi di digitalizzazione nei prossimi anni. Uno sviluppo innovativo che aumenterà anche il valore di mercato delle smart city in Italia, arrivato nel 2022 a 900 milioni di euro (+23% rispetto al 2021). Nell’ultimo anno il 39% dei Comuni sopra i 15.000 abitanti ha avviato almeno un progetto su smart mobility, smart building o analisi dei dati legati al turismo, alla mobilità e agli eventi in città.

In arrivo i fondi del PNRR

Saranno i fondi del PNRR a permettere al processo di transizione di accelerare: 5,3 miliardi di euro saranno destinati alla rigenerazione urbana e alla qualità abitativa, 2 miliardi ai servizi digitali rivolti ai cittadini, 8,6 miliardi alla transizione ecologica, 1 miliardo alle strade più sicure.

L’Intelligenza Artificiale avrà un ruolo da padrona nello sviluppo delle città del prossimo futuro, anche se con qualche preoccupazioni: l’obiettivo sarà quello di creare sistemi basati su un approccio antropocentrico per un’IA etica e affidabile in cui, nonostante l’iper-connessione, l’intervento e la sorveglianza umana siano sempre al primo posto.

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