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Rigenerazione urbana e Ddl al Senato: ridefinire le regole per non perdere le risorse

Si è tenuto al CNAPPC un incontro sul Ddl “Misure per la rigenerazione urbana” in discussione al Senato, per evidenziare punti di forza e criticità

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Per la rigenerazione urbana sono state stanziate notevoli risorse nell’ambito del PNRR

(Rinnovabili.it) – Transazione ecologica e rigenerazione urbana sono chiaramente due degli obiettivi prioritari per le strategie di sviluppo urbano dei prossimi anni.

Proprio nell’ambito del Ddl “Misure per la rigenerazione urbana” in discussione al Senato, si è tenuta ieri una riunione al Consiglio Nazionale Architetti PPC per fare il punto sulle opportunità offerte dal PNRR.

Ci sono in campo grandi opportunità e grandi risorse con il Pnrr e quindi sarebbe di grande aiuto avere una legge che stabilisca principi e modalità per mettere in campo la strategia della rigenerazione urbana”, ha affermato il Presidente Francesco Miceli.

Un punto non irrilevante vista la mole di risorse stanziate nell’ambio del Pnrr e destinate a migliorare la qualità della vita delle città puntando a sostenibilità, resilienza, e riqualificazione del patrimonio edilizio.

Rispetto al DDL il Pnrr ha “rimescolato” le carte in termini temporali e di fattibilità: ora la sfida è quella di rendere compatibili tempi e regole”, ha sottolineato il Consigliere Diego Zoppi. D’altronde se tempistiche e strumenti legislativi non coincideranno, si correrà il rischio di disperdere i finanziamenti.

Fondi nuovi per regole nuove

Oltre a dare una definizione puntuale di cosa si debba intendere per rigenerazione urbana, l’incontro al CNAPPC ha messo in luce l’esigenza di un aggiornamento delle regole fino ad ora utilizzate. Piccoli centri urbani e grandi città metropolitane non possono basarsi sulle medesime strategie e per ciascuna categoria, molte delle esigenze di un tempo sono ormai cambiate. “Nelle grandi città, ad esempio, non servono più i parcheggi e quelle risorse dovranno poter essere usate in modo diverso”.

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Pierluigi Mantini, esperto di diritto amministrativo ed urbanistico presso il Politecnico di Milano, da parte sua, ha definito come “prioritaria l’eliminazione della normativa inutile sottolineando che il tema della semplificazione è tipicamente proprio della rigenerazione”. “È importante anche mettere mano ad una revisione delle proposte di legge sulla rigenerazione urbana che sembrano essere state superate dalla necessità di coniugare la ordinarietà con la fase di straordinarietà rappresentata dal Pnrr. Caposaldo deve essere che il diritto dell’edilizia, quello della rigenerazione urbana e quello del governo del territorio rappresentano la stessa materia”.

Le criticità del Ddl

Valorizzare gli interventi sul territorio e minimizzare il consumo di suolo è sicuramente l’idea di fondo, ma le criticità da affrontare non sono poche. Primo fra tutti il multilivello delle competenze, molto diverso dal vetusto sistema urbanistico sul quale ancoro si basa la nostra normativa nazionale.

Alla nascita della regolamentazione urbanistica l’esigenza era di urbanizzare il territorio, oggi invece si punta alla rigenerazione degli ambienti urbani degradati. La sfida è che gli interventi di legislazione statale diano il quadro di riferimento per poi lasciare alle Regioni un secondo livello di intervento.

La senatrice Paola Nugnes, una dei relatori del provvedimento, ha ricordato come il DDL sintetizzi numerosi precedenti Disegni di legge per unificare prassi, criteri, modalità, incentivi e criteri sulla materia, sottolineando come questo nuovo Testo unificato “rappresenti indubbiamente un cambio di marcia che si muove verso l’esigenza di salvaguardare l’ambiente non trascurando anche la mitigazione climatica”.

Ma la rigenerazione urbana non è solo recuperare gli immobili degradati, ma va ben oltre estendendosi alla qualità ed alla socialità della vita pubblica, del tessuto sociale, culturale.