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Qualità della vita: solo gestendo al meglio i dati si diventa una smart city 

Essere una smart city significa saper trasformare un flusso enorme di dati raccolti in soluzioni in grado di migliorare la qualità della vita dei cittadini, aumentare le prestazioni e ridurre l’impatto ambientale

Qualità della vita
© rawpixel, 123RF Free Images

Il programma di certificazione What Works Cities valorizza che le città che hanno saputo gestire al meglio “i dati”

Erogare ai cittadini ottimi servizi, mettere in atto una governance trasparente, ma anche adottare tecnologie emergenti in grado di aumentare la qualità della vita degli abitanti sono elementi imprescindibili per potersi considerare una smart city. Solo attraverso un uso ragionato dei dati però questi obiettivi hanno successo. Nasce da questa consapevolezza la certificazione “What Works Cities” sviluppata da Bloomberg Philanthropies in collaborazione con Results for America.

Nata nel 2017 l’obiettivo di questo rating è incrementare lo sviluppo e le capacità delle città più grandi (oltre 30mila abitanti) nell’utilizzo dei dati e nella loro gestione. Per dati si intende l’enorme mole di input che consentono di migliorare le politiche territoriali, informare i decisori, stanziare finanziamenti, migliorare equamente i servizi, gestire l’accesso alla PA da remoto, ed analizzare lo stato di fatto di una comunità urbana per poterne delineare una rotta futura.

Come si certifica l’uso intelligente dei dati

La certificazione What Works Cities è rivolta esclusivamente al territorio Americano e dell’America Latina e Canada. In soli sette anni quasi 200 città hanno fatto domanda per essere valutate dalla Bloomberg Philanthropies e 83 hanno ricevuto il riconoscimento.
Il lavoro messo in atto da questo sistema di valutazione delle città in base ai dati va oltre la semplice certificazione perchè crea una rete, una sinergia tra i partecipanti, che in questo modo hanno la possibilità di condividere progetti di successo o le criticità da superare.

“Dall’uso pionieristico dei dati all’adozione delle tecnologie emergenti fino all’espansione delle infrastrutture digitali, questa nuova lista di città certificate dimostra cosa è possibile fare quando i comuni alzano il livello”, sottolinea James Anderson, che guida il programma di innovazione governativa presso Bloomberg Philanthropies. 

Implementare il sistema di raccolta ed analisi dei dati permette ai sindaci ed agli amministratori di comprendere i problemi della comunità, pianificare programmi di sviluppo basati su prove certe e gestire risultati che migliorano la qualità della vita dei cittadini. Per Bloomberg Philanthropies essere una smart city che ha il potenziale per ottenere la certificazione What Works Cities significa rispondere a 43 criteri di valutazione. Se la città raggiunge il 57%-67% di queste numerosi voci, si assicura una certificazione Silver, mentre è necessario rispondere almeno al 68-84% delle voci per il livello Gold. Infine si accede al Platinum con un rating sopra l’85%. 

Le soluzioni migliori per città sempre più intelligenti 

Parlare di dati può apparire vago, in realtà i progetti legati a questo mondo sono molto concreti. Tra le soluzioni premiate dalla certificazione ad esempio, numerose riguardano la riduzione dei consumi idrici attraverso programma che migliorerà l’accesso all’acqua, affronta i problemi di approvvigionamento e soddisfa la domanda della popolazione in crescita. Diverse altre sperimentazioni hanno migliorato l’equità della governance cittadina, aumentando i finanziamenti dove più per affrontare problemi di disuguaglianza.

L’utilizzo di servizi di vigilanza,  analisi video, lettori di targhe, pulsanti SOS e droni ha permesso di ridurre la criminalità aumentando la percezione di sicurezza. 

Si passa poi all’utilizzo dei dati gestiti dall’IA con un programma per la gestione dei rifiuti che, attraverso la mappatura di 1.500 tag, ha identificato siti di micro-discariche, ridotto l’impatto ambientale e concentrato gli sforzi di bonifica per 19 quartieri, migliorando la qualità della vita di 2.000 famiglie.  

Anche il patrimonio costruito ne beneficia, come nel caso di un programma avviato in Texas che ha analizzato la qualità delle abitazioni ed grado di obsolescenza per sostenere poi un progetto di riqualificazione che ha fornito oltre 2,7 milioni di dollari di investimenti ai residenti per ristrutturare oltre 166 case.

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About Author / Alessia Bardi

Si è laureata al Politecnico di Milano inaugurando il primo corso di Architettura Ambientale della Facoltà. L’interesse verso la sostenibilità in tutte le sue forme è poi proseguito portandola per la tesi fino in India, Uganda e Galizia. Parallelamente alla carriera di Architetto ha avuto l’opportunità di collaborare con il quotidiano Rinnovabili scrivendo proprio di ciò che più l’appassiona. Una collaborazione che dura tutt’oggi come coordinatrice delle sezioni Greenbuilding e Smart City. Portando avanti la sua passione per l’arte, l’innovazione ed il disegno ha inoltre collaborato con un team creativo realizzando una linea di gioielli stampati in 3D.