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Neutralità climatica: ancora troppo poche le città italiane impegnate nel cambiamento

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Foto di Michelle Raponi da Pixabay

Solo il 4% delle città ha fissato obiettivi al 2050 per la neutralità climatica

(Rinnovabili.it) – Le città italiane sono ancora molto lontane dalla neutralità climatica. Nonostante sporadiche iniziative locali, solo il 4% degli agglomerati urbani ha fissato degli obiettivi concreti per raggiungere il 2050 ad emissioni zero. Sempre che saremo in grado di misurare le emissioni, considerando che la maggioranza delle città italiane non valuta i risultati in materia di taglio di CO2 di piani e progetti messi in campo.

A confermare questo scenario tutt’altro che rassicurante è Green City Network in occasione dell’annuale Conferenza Nazionale, andata in scena ieri a Milano nell’ambito del primo Festival per la Giornata Mondiale dell’Ambiente di Green &Blue.

Tra marzo e aprile 2022 il Network dedicato alle città verdi della Fondazione per lo sviluppo sostenibile e il GSE, hanno condotto un’indagine su un campione di 14 mln di italiani residenti in città grandi e piccole tra cui 10 aree metropolitane, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Reggio Calabria, Roma, Torino, Trieste e Venezia. Sei i temi su cui si è concentrato il sondaggio: neutralità climatica, efficienza energetica, fonti rinnovabili, decarbonizzazione dei trasporti, gestione circolare dei rifiuti, assorbimenti di carbonio.

Se non si coinvolgono realmente e in modo rilevante le città non vi è alcuna possibilità di accelerare la transizione energetica verso la neutralità climatica e, in particolare, di triplicare gli impianti di rinnovabili da installare ogni anno, di realizzare il forte aumento delle rinnovabili, indispensabile per recuperare il nostro ritardo e raggiungere il target europeo al 2030”. Ha dichiarato Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, commentando l’indagine.

Neutralità climatica ed efficienza energetica

Quasi il 70% delle città monitorate non ha un piano per l’adattamento ai cambiamenti climatici, il 69% ha redatto il Paes o il Paesc, ma la metà non ne ha controllato i risultati. Solo il 39% ha aggiornato i target per il clima al 2030 e molti meno (4%) li hanno adeguati agli obiettivi del 2050.

Anche nella riqualificazione energetica degli edifici il problema sembra essere prima di tutto quello di non monitorare i target europei che fissano ad un 3% minimo le riqualificazioni annue entro il 2030. Tutto ciò nonostante il 73% delle città abbia definito programmi di riqualificazione degli edifici pubblici. Applicando i CAM (Criteri ambientali minimi) per l’affidamento dei lavori di riqualificazione e illuminazione o avvalendosi dei servizi di accompagnamento del GSE per gli interventi pubblici. Ma purtroppo quasi sempre senza monitorare i consumi energetici.

Dall’indagine di Green City emerge un maggiore impegno verso la riqualificazione e l’efficientamento dell’illuminazione, piuttosto che verso il risparmio energetico.

Fonti Rinnovabili e Decarbonizzazione

Se la neutralità climatica è un obiettivo da raggiungere ad ogni costo, monitorare i risultati raggiunti strada facendo dovrebbe essere un elemento indispensabile. Eppure anche per quanto riguarda la produzione di energia da fonti rinnovabili e in tema di mobilità, il monitoraggio dei risultati raggiunti non sembra interessare ai più. Dall’indagine emerge che circa la metà delle città ha avviato programmai per la produzione di energia rinnovabile (prevalentemente fotovoltaico), ma il 76% non dispone di una stima precisa dei propri consumi coperti da rinnovabili. Addirittura il 93% non sa in quanti impianti per la produzione di energia termica da rinnovabili ci siano sul proprio territorio, e in pochissimi hanno realizzato un inventario delle superfici idonee a poter ospitare impianti rinnovabili.

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Spostandosi sul tema della mobilità, i temi più gettonati sembrano essere colonnine e piste ciclabili. Solo il 42% delle città ha in programma di aumentare il numero dei mezzi pubblici. Il 62% non dispone di valutazione delle emissioni di gas serra dei trasporti e solo il 41% ha adottato un PUMS.

Rifiuti e cattura del carbonio

L’economia circolare potrebbe essere un valido mezzo per ridurre le emissioni di gas serra, purtroppo solo il 41% delle città monitorate ha realizzato analisi in merito. Ampio spazio viene riservato alla prevenzione della produzione di rifiuti, con una buona maggioranza delle città, impegnate nella raccolta differenziata. Poco utilizzato però ancora il riuso dell’organico per produrre biometano. Sembra andare meglio, secondo l’indagine, il tema del verde e della rigenerazione urbana. Oltre il 90% delle città monitorate ha intenzione di aumentare il numero di alberature e orti urbani, riducendo il consumo di suolo a fronte di una maggiore rigenerazione urbana. Tutto ovviamente finalizzato ad abbattere le emissioni di Co2.

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