Approvate da tutti i 193 Stati membri delle Nazioni Unite, le linee guida per le Smart Cities cercheranno di uniformare le strategie nazionali ponendo al centro della pianificazione i diritti umani
L’obiettivo è definire un riferimento normativo internazionale entro il 2025
L’Agenzia delle Nazioni Unite per lo sviluppo urbano sostenibile, UN-Habitat, ha avviato ufficialmente il percorso che porterà a definire le prime Linee Guida per Smart Cities incentrate sui diritti umani. Approvato dai 193 Stati Membri, il manuale di riferimento cercherà di “colmare le lacune normative” globali nel campo delle città intelligenti e della digitalizzazione.
Il primo gruppo di lavoro si è riunito la scorsa settimana a Strasburgo, partendo dalle valutazioni in merito al report World Smart Cities Outlook, per arrivare entro la fine del 2025 ad un documento finale condiviso. L’obiettivo sarà quello di garantire che le infrastrutture, la digitalizzazione, l’IoT, ma anche l’eventuale uso dell’Intelligenza artificiale, contribuiscano alla sostenibilità, all’inclusività e alla prosperità delle città e degli insediamenti urbani, mantenendo al centro della pianificazione il rispetto dei diritti umani.
“Le linee guida per Smart Cities forniscono un linguaggio comune e un punto di riferimento per sviluppare città intelligenti incentrate sulle persone, e sulle condizioni e gli attori necessari per garantirle”, ha sottolineato Edlam Abera Yemeru, direttore ad interim della divisione relazioni esterne, strategia, conoscenza e innovazione di UN-Habitat.
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Un gruppo di lavoro con 31 esperti provenienti dagli Stati Membri
L’UN-Habitat è stato incaricato di sviluppare linee guida internazionali sulle smart cities incentrate sulle persone attraverso una risoluzione adottata alla seconda Assemblea Habitat delle Nazioni Unite nel giugno 2023. Per guidare le consultazioni e lo sviluppo di queste linee guida, UN-Habitat ha riunito un gruppo di lavoro di esperti globali composto da 31 esperti nominati dagli Stati membri.
Dopo questo primo incontro si procederà ad allargare la rete dei consulenti includendo figure provenienti dalle Associazioni, dalle Organizzazioni nazionali ed internazionali, decisori politici, ma anche istituti finanziari, agenzie di sviluppo, Ong, il mondo accademico, società civili ed il settore privato. Un gruppo eterogeneo che dovrebbe portare alla luce quelli che sono i problemi più urgenti da risolvere.