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I 10 “must” a cui le smart cities del 2015 non potranno rinunciare

I governi locali per tenersi al passo con il concetto di smart cities dovranno raggiungere 10 imperativi fondamentali, legati all’Internet of things, al cambiamentio climatico ed alla tecnologia cloud

I 10 “must” a cui le smart cities del 2015 non potranno rinunciare

 

(Rinnovabili.it) – Una società di consulenza USA ha sondato il terreno delle città intelligenti a livello globale, arrivando ad individuare 10 imperativi indispensabili che i governi locali dovranno tenere in considerazione per pianificare e garantire il successo delle future smart cities.

 

Secondo la ‘Smart Cities Worldwide 2015 Predictions’ la sfida principale sarà proprio quella di aiutare i governi locali a stare al passo con la velocità e l’innovazione tecnologica, migliorando la flessibilità operativa ed il controllo delle innumerevoli soluzioni già oggi a disposizione delle città intelligenti.

Tra i 10 ‘must’ fondamentali con i quali le smart cities di domani dovranno fare i conti, il ruolo più importante secondo gli esperti della IDC Government Insights, sarà giocato proprio dall’Internet of Things (IoT) e dal cambiamento climatico.

A prima vista, la relazione tra le condizioni metereologiche e la gestione delle smart cities potrebbe apparire insolita, tuttavia è proprio il “come” le città affronteranno gli imminenti cambiamenti dovuti alle trasformazioni climatiche che stabilirà l’evoluzione o meno delle smart cities.

Pianificare accuratamente le strategie necessarie ad affrontare qualsiasi situazione metereologica, rendendo le città resilienti, sarà il vero obiettivo di domani, secondo Ruthbea Clarke, direttore della ricerca di IDC Government Insights.

“Le città hanno bisogno di sfruttare una tecnologia di risposta intelligente e predittiva”, sottolinea Gerald Wang, un collega di Clarke. “Solo la modellazione computerizzata sarà in grado di aiutare i soccorritori e la città a garantire la sicurezza pubblica, prevenendo e di conseguenza mitigando i danni alle cose ed alle persone”.

Il benessere e la sicurezza dei cittadini dovrebbero essere il primo obiettivo di una smart cities e da questo punto di vista saranno proprio i social network a rappresentare la chiave di volta della reputazione di una città, rispecchiando la visione reale che cittadini e visitatori hanno del luogo in cui vivono.

Per quanto riguarda l’Internet of Things, secondo Clarke tutte le città, per ritenersi smart, dovrebbero dotarsi di un esperto di innovazione tecnologica, una figura di riferimento capace di raccogliere i “primi successi” mondiali dell’IoT, come i lampioni automatizzati o i cassonetti monitorati, per applicarli alla propria realtà.

 

 

La top ten delle strategie

  1. Maturità delle smart cities – le città avranno bisogno di standard di prestazioni per monitorare i progressi con parametri uguali.
  2. Economie emergenti – gli investimenti nei settori dell’innovazione tecnologica cresceranno esponenzialmente, guidati dai mercati di Cina, India e Stati arabi.
  3. Internet of Things – Entro il 2018 gli investimenti locali nell’internet of things rappresenteranno oltre il 25% di tutta la spesa esterna.
  4. Resilienza – Gravi preoccupazioni metereologiche guideranno la collaborazione tra i programmi pubblici di sicurezza e di sostenibilità, con un aumento del 30% entro il 2018 negli investimenti a favore di strumenti predittivi urbani.
  5. Sourcing innovation – nuove tecniche in materia di appalto delle tecnologie a livello globale poteranno ad una crescita del 25% nelle operazioni di collaborazione tra le città.
  6. Civic clouds  – Quasi un quarto delle città entro il 2018 utilizzeranno servizi cloud per la gestione condivisa dei dati
  7. Third platform architecture – Nel 2015, il 70% dei CIOs (Chief Information Officers) delle città sarà carente nella conoscenza delle piattaforme per la gestione dell’informazione, dei cloud e dei dispositivi mobili.
  8. Gestione strategica dei dati – Secondo l’IDC, il 25% delle città di medie dimensioni si doterà nei prossimi tre anni di strategie analitiche per gestire contemporaneamente tutti i dati legati al controllo delle città.
  9. Chief digital officers (CDO) – Il numero dei CDO nelle città e nelle regioni crescere di cinque volte
  10. Impegno civico – Nel 2015 moltissimi governi locali investiranno miliardi nelle strategie per il coinvolgimento della popolazione nella gestione civica della città
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About Author / Alessia Bardi

Si è laureata al Politecnico di Milano inaugurando il primo corso di Architettura Ambientale della Facoltà. L’interesse verso la sostenibilità in tutte le sue forme è poi proseguito portandola per la tesi fino in India, Uganda e Galizia. Parallelamente alla carriera di Architetto ha avuto l’opportunità di collaborare con il quotidiano Rinnovabili.it scrivendo proprio di ciò che più l’appassiona. Una collaborazione che dura tutt’oggi come coordinatrice delle sezioni Greenbuilding e Smart City. Portando avanti la sua passione per l’arte, l’innovazione ed il disegno ha inoltre collaborato con un team creativo realizzando una linea di gioielli stampati in 3D.