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Gli italiani vivono in città da 15 minuti: l’Europa batte gli USA

Il numero maggiore di città in 15 minuti si concentra in Europa, lasciando invece al Nord America il fondo della classifica. A fare la differenza è la vicinanza a piedi o in bicicletta dei servizi essenziali quali la scuola, salute, lavoro e cibo.

Città da 15 minuti: Italia batte Usa grazie a città più vivibili
Foto di Andreas Fischinger su Unsplash

In una “città in 15 minuti” i residenti devono poter raggiungere a piedi o in bicicletta i servizi essenziali in meno di un quarto d’ora

Forse non ne sei consapevole, eppure se risiedi in Italia o comunque in Europa, stai già vivendo in una “città da 15 minuti”. L’ambizione a cui tende la pianificazione urbana del prossimo futuro è già realtà per molti cittadini del Vecchio Continente, soprattutto se paragonata con il differente stile di vita Statunitense. A confermare che le città più vivibili sono quelle Europee è uno studio condotto dalla Sony Computer Science Laboratories di Roma che ha messo a confronto migliaia di realtà urbane di tutto il mondo, verificando l’effettiva distanza a piedi o in bicicletta, che separa ciascun cittadino dai servizi primari.

Se è vero che una buona pianificazione urbana “allunga la vita” perchè riduce i livelli di stress anche legati agli spostamenti, l’obiettivo sarà dunque quello di aumentare esponenzialmente il numero di città in 15 minuti. Tuttavia, come sottolinea anche lo studio, non sempre la trasformazione è possibile.

L’Europa ha il maggior numero di città in 15 minuti

La mappa di Milano come città in 15 minuti
La mappa di Milano come città in 15 minuti nel progetto 15min City -credits Sony CSl

Il 99,2% degli abitanti di Zurigo vive a 15 minuti a piedi dai servizi di prima necessità come l’assistenza sanitaria o l’istruzione. Al contrario, i residenti di San Antonio in Texas solo prendendo la macchina riusciranno a raggiungere la propria meta, dato che solo il 2,5% vive a meno di 15 minuti da qualsiasi servizio essenziale. 

Dallo studio emerge chiaramente che sono solo circa 10.000 le città del mondo considerabili davvero “città in 15 minuti”. Per calcolare le distanze percorribili a piedi o in bicicletta che separano ciascun cittadino dal supermercato, dalle scuole, dagli ospedali e dai parchi, il team ha utilizzato gli open data già disponibili, calcolando poi la percentuale di residente più o meno vicina a questi servizi confrontando tra loro 54 città di tutto il mondo. 

Il risultato è estremamente eterogeneo e mostra una differenza marcata tra città con numero di residenti simile, collocate in Europa o nel Nord America. Zurigo, Dublino, Milano e Copenaghen occupano i primi posti in classifica che al contrario si chiude con la maggior parte di città statunitensi come Dallas, Atlanta, Detroit e San Antonio

Si può trasformare una città tentacolare in una città in 15 minuti?

In realtà come sottolineano i ricercatori stessi, lo studio non vuole essere una critica o un punto di partenza per condannare le città. E’ semplicemente un esercizio matematico utile a comprendere quali dinamiche intercorrono e suscitare così una discussione. 

Ma quanto dovrebbero cambiare le città per adattarsi alla nuova definizione? Per rispondere il team ha elaborato un algoritmo in grado di esplorare quanto ciascuna città dovrebbe “cambiare” per diventare più accessibile. Anche in questo caso le città del Nord America appaiono ben più difficili da modificare (si dovrebbero spostare l’80% dei servizi)  rispetto alle cugine europee dove sarebbe sufficiente trasferire solo il 10% dei servizi. 

E’ bene sottolineare che i fattori da tenere in considerazione sulla vivibilità o meno di una città sono molteplici e certamente non individuabili dal modello matematico. 

La congestione del traffico, la presenza di piste ciclabili, i dislivelli presenti in una città collinare piuttosto che in una pianeggiante, ma anche la presenza o meno di viali alberati che incentivano i cittadini ad andare a piedi piuttosto che con i mezzi privati, sono variabili indispensabili da considerare. 

I ricercatori inoltre avvertono che il vivere in città più accessibili e inclusive non è di per sè sufficiente per disincentivare l’uso delle auto private. A fare la differenza sono anche le soluzioni sviluppate a partire da richieste specifiche dei residenti. Un valido esempio è proprio Zurigo, dove l’auto privata è ancora molto gettonata. I residenti da tempo chiedono all’amministrazione di migliorare l’offerta di piste ciclabili garantendo la sicurezza di coloro che vorrebbero abbandonare il mezzo privato, ma temono l’eccessivo traffico automobilistico.

Per approfondire dai un’occhiata al progetto della prima “E-Bike City”. 

Per conoscere la vivibilità della tua città visita la piattaforma del progetto.

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About Author / Alessia Bardi

Si è laureata al Politecnico di Milano inaugurando il primo corso di Architettura Ambientale della Facoltà. L’interesse verso la sostenibilità in tutte le sue forme è poi proseguito portandola per la tesi fino in India, Uganda e Galizia. Parallelamente alla carriera di Architetto ha avuto l’opportunità di collaborare con il quotidiano Rinnovabili scrivendo proprio di ciò che più l’appassiona. Una collaborazione che dura tutt’oggi come coordinatrice delle sezioni Greenbuilding e Smart City. Portando avanti la sua passione per l’arte, l’innovazione ed il disegno ha inoltre collaborato con un team creativo realizzando una linea di gioielli stampati in 3D.