Il centro polifunzionale CavaRei sarà una residenza per disabili con spazi didattici e professionalizzante. Con l'inclusione sociale ed il nuovo parco tecnologico Forlì vuole diventare una smart city
(Rinnovabili.it) – Nelle smart city, l’inclusione sociale e la lotta alle disuguaglianze sono due dei temi più discussi. Per questo la città di Forlì sta progettando la nuova vivibilità urbana e con il progetto CavaRei realizzerà una struttura residenziale, un parco privo di barriere architettoniche ed un polo di inclusione sociale pensato per i portatori di handicap.
Nel quartiere Cava di Bazzoli, entro l’estate del 2016 verrà ultimata la prima parte del progetto frutto della collaborazione di tutti i soggetti interessati. Con la progettazione partecipata è stata data la possibilità di prendere parte alla pianificazione dell’intervento alle famiglie, ai disabili, ai soci delle cooperative e a tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti nella fase di gestione dell’edificio.
La funzione residenziale è associata ad attività educative, lavorative e professionalizzanti, che mirano all’inclusione sociale e alla socializzazione.
Il parco tecnologico del progetto di Forlì smart city
Il parco tecnologico associato alla struttura sarà uno spazio verde degno di una smart city: all’interno il percorso didattico che insegna ai bambini la sicurezza stradale, la pista ciclabile, il wi-fi libero, i sensori di videosorveglianza e la filodiffusione sono solamente alcuni degli aspetti tecnologici del nuovo parco urbano romagnolo.
La struttura CavaRei, progettata secondo i dettami del greenbuilding, sarà facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici, per aumentare l’autonomia degli inquilini e alleggerire i compiti delle famiglie.
La parte più interessante del progetto è la sala multifunzionale in cui i ragazzi avranno a disposizione uno spazio di 180 mq organizzato come una cucina con sala da pranzo, che all’occorrenza può trasformarsi in sala conferenze o piccolo cinema.
Il progetto, dell’importo di 2.800.000 euro, è stato coperto con due milioni di fondi Foncooper, mentre la parte restante è stata finanziata dalle cooperative “Tangram” e “il Cammino” – che opereranno nella struttura – e da una raccolta fondi.