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Expo 2030 Roma: riuscirà il parco solare più grande al mondo a battere le concorrenti?

Expo 2030 roma
Credit CRA-Carlo Ratti Associati for Expo 2030 Roma

Si stima che l’Expo 2030 avrà un indotto di 50mld di euro generando 300.000 nuovi posti di lavoro

(Rinnovabili.it) – Si gioca questa settimana la partita di Roma per aggiudicarsi l’Expo 2030. Sono attesi domani gli ispettori del Bureau International des Exposition (Bie) guidati dal greco Dimitri Kerkentzes che avranno il compito di decidere, il prossimo autunno, chi tra le città canditate si aggiudicherà l’Esposizione Universale del 2030.

Accanto a Roma le città in lista sono Busan (Corea del Sud), Riad (Arabia Saudita) e Odessa (Ucraina), in lizza per un evento che porterà presumibilmente introiti per 50 miliardi di euro e 300mila posti di lavoro in più.

Il cavallo di battaglia: il più grande parco solare urbano al mondo

Expo 2030
Credit CRA-Carlo Ratti Associati for Expo 2030 Roma

Il programma degli ispettori prevede un preliminare tour della città “ripulita” per l’occasione e l’incontro con le più alte cariche istituzionali: si partirà dal Campidoglio con l’appuntamento con il Sindaco Gualtieri, per poi proseguire a Palazzo Chigi dalla premier Giorgia Meloni e terminare il tour al Quirinale da Sergio Mattarella.

Ma il pezzo forte dell’evento, nonché cavallo di battaglia di Expo 2030 Roma, sarà il materplan di Tor Vergata con la riqualificazione de Le Vele di Calatrava e la creazione del più grande parco solare urbano al mondo. Progettato da CRA-Carlo Ratti Associati con l’architetto Italo Rota e l’urbanista Richard Burdett, il Parco solare coprirà un’area di 150mila metri quadrati e avrà una capacità produttiva di picco pari a 35 MW. Sarà composto da centinaia di “alberi energetici” (simili a quelli di Expo 2015 per Milano) che si aprono e chiudono durante il giorno per raccogliere energia e ombreggiare i visitatori.

Questa infrastruttura energetica si completa con il padiglione “Expo-system 0.0”, l’edificio più alto di Expo 2030 Roma dotato di un sistema per il raffrescamento attraverso l’evaporazione.

Il masterplan elaborato per ospitare l’Esposizione Universale nella Capitale, prevede tra aree principali: La Città, il Boulevard e il Parco.

L’obiettivo è mostrare una transizione possibile tra naturale ed artificiale partendo dall’Expo Village, estensione del Campus di Tor Vergata, passando per il Boulevard ovvero la passeggiata pedonale centrale attraverso i padiglioni. Fino ad arrivare al Parco ricoperto da una vegetazione lussureggiante con i padiglioni dedicati alla diffusione della conoscenza della natura.

La visita degli ispettori della Bie passerà anche da via Appia Antica e dal Parco degli Acquedotti, entrambi inseriti in un lungo corridoio verde che collega Expo 2030 agli edifici monumentali storici di Roma.

I numeri di Expo 2030 Roma secondo i promotori

Se la Capitale italiana venisse scelta per ospitare l’evento universale avrebbe ovviamente conseguenze economiche dirette e indirette sull’intero sistema Paese. Il valore complessivo della manifestazione è stimato attorno ai 50 miliardi di euro, generando ¾ del Pil e 300 mila nuovi posti di lavoro. L’effetto economico diretto stimato sarebbe di 10 miliardi, mentre quello indiretto arriverebbe a 18,2 mld; 5,5 gli Investimenti esteri e 11mila le aziende che verranno create apposta per l’evento pronto ad accogliere 30 milioni di visitatori.

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