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L’Expo 2030 va a Riad, per Roma solo 17 voti

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Italy, Rome, Acquedotto Claudio – credits: Expo 2030 Roma

Dure le critiche di Massolo, presidente del Comitato promotore: “Vale il principio della deriva mercantile”

(Rinnovabili.it) – E’ un amaro risveglio quello di oggi per la Capitale. Con 119 voti a suo favore l’Expo 2030 lo vince Riad. Ma giudicare dall’esito della votazione non c’è mai sta una vera partita: 29 voti a Busan (Corea del Sud) e solo 17 voti a Roma. Non sono bastati dunque gli appelli dei grandi campioni dello sport, della cultura e della politica per aggiudicarsi l’Esposizione Universale del 2030, ne tantomeno le promesse di grandi interventi di rigenerazione urbana ed innovazione.

La delusione di Roma che perde circa 50 miliardi di indotto

Durissime le parole del presidente del Comitato promotore, l’ambasciatore Giampiero Massolo: “Se questo è quello che sceglie, a stragrande maggioranza, la comunità internazionale, significa che la scelta va al metodo transazionale, non transnazionale. Vale il principio dell’interesse immediato, vale il principio della deriva mercantile”. Che prosegue lanciando qualche “frecciatina” su probabili inciuci dell’ultimo miglio che hanno deviato i voti a favore della città Saudita.

Ma l’assegnazione di Expo 2030 a Riad alla capitale costa cara. Secondo le stime del Sole24Ore, elaborate a partire dall’Expo 2015 di Milano, l’indotto per la capitale italiana in caso di vittoria sarebbe stato vicino ai 50,6 miliardi di euro. Per non parlare poi del fatto che Roma aspetta l’Expo dal 1942, quando la manifestazione venne poi annullata a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale.

Forti anche le critiche da parte delle molte Ong per i diritti umani che nei mesi scorsi si erano espresse fortemente contrarie alla candidatura di Riad per Expo 2030. Secondo le dichiarazioni dell’ultime ora, la vittoria dell’Arabia Saudita contribuirà a a fare da “copertura alle violazioni” che vengono da tempo imputate al Paese.

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