Boeri: “Pensare la transizione come un’opportunità straordinaria per migliorare la nostra vita”
(Rinnovabili.it) – Innovazione e creatività. Queste le parole chiave che devono guidare il cambiamento verso la Città sostenibile ed emerse ieri in occasione dell’interessante talk organizzato da ABB e dedicato proprio al tema dell’evoluzione dello spazio urbano. Una transizione ecologica che non deve essere letta come un peso, ma come uno strumento per migliorare equamente la qualità della vita. Perchè se l’efficienza viene applicata al contesto urbano il guadagno è sia ambientale che economico ed un profitto ottenuto migliorando il contesto in cui i cittadini vivono è una opportunità unica.
A tracciare la rotta accanto al padrone di casa Gianluca Lilli, Senior Vice President di ABB Italia, un parterre di importanti ospiti: l’Architetto Urbanista Stefano Boeri, Guido Davoglio – Partner e Technical Director di Tekser srl, Maria Cristina Papetti – Head of Global Sustainability Enel Grids, e Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo città ospitante dell’evento.
Una platea di ospiti variegata ed in perfetta rappresentanza di tutte le competenze che avremo bisogno per tracciare la città sostenibile, così come sottolineato anche da Gianluca Lilli di ABB, primo a prendere la parola. “Dal nostro punto di vista la Città Sostenibile è un luogo che mette al centro la persona, che ha l’aspirazione a migliorare la qualità di vita dei suoi abitanti, in cui i trasporti pubblici e privati sono efficienti e sostenibili, ed una città che ha un’attenzione spasmodica al non spreco. Un risparmio in termini di risorse, ma anche di energia elettrica”.
“Un luogo che coniuga la sostenibilità ambientale con una sostenibilità anche dal punto di vista economico e sociale. Una città in cui applicare nuovi paradigmi molto più partecipativi, di produzione oltre che di consumo”.
Costruire il futuro partendo da oggi
La visione condivisa dagli ospiti del talk ABB “Raccontiamo la città sostenibile” va affrontata anche alla luce della recente Direttiva Europea sulle “Case Green” che punta alla totale decarbonizzazione entro il 2050. Un obiettivo che metterà a dura prova le competenze di tutti, dovendo confrontarsi con un patrimonio immobiliare vetusto e fragile.
“Ci serve una visione comune europee e le due scansioni temporali importanti, 2035 e 2050, ci permettono di guardare ad un orizzonte ragionevole di un’effettiva transizione ecologica che sia anche un modello di sviluppo sociale ed economico”, esordisce l’architetto e urbanista Stefano Boeri da sempre impegnato in prima linea nella riprogettazione in chiave green delle nostre città.
“Dovremmo fare una scelta drastica ed annullare quasi completamente il sistema confuso di pianificazione urbanistica, sostituendolo invece con piani per la transizione ecologica urbana con queste due scadenze europee”.
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Come è emerso nel corso del dibattito le buone pratiche da seguire per attivare questa trasformazione già esistono ed il Bel Paese è ricco di esempi di questo tipo, anche se siamo soliti pensare il contrario.
Un esempio concreto sono le Comunità energetiche, ovvero un ecosistema di entità differenti che agiscono con un obiettivo comune. “La generazione distribuita è il primo step verso la comunità energetica ed è un fenomeno in crescita”, sottolinea Maria Cristina Papetti – Head of Global Sustainability Enel Grids. “Prima di tutto perché aiuta economicamente, inoltre ha un impatto sociale che crea una condivisione di risorse e, non meno importata, genera una sostenibilità ambientale aiutando la decarbonizzazione”. “Un esempio concreto è il progetto Urban Futurability lanciato da Enel per la megalopoli di San Paolo in Brasile. Qui l’edilizia sociale si affianca ad una progettazione minimale che utilizza materiali riciclati, si integra nel verde, punta ad una mobilità pubblica assolutamente elettrica, ottenendo come risultato un modello virtuoso di un futuro per le città sostenibili”. Dati confermati dal Politecnico di Milano che in un recente studio parla di oltre 40.000 comunità energetiche entro il 2025.
Digitalizzare gli edifici
Come ogni macrorganismo anche le città sono composte da molteplici elementi a scala più piccola. Gli edifici sono senza dubbio il primo elemento da trasformare per assicurarci una riduzione delle emissioni ed un risparmio di risorse ed economico. Ma dove la sostituzione completa dell’organismo edilizio non è possibile, pensiamo ai tanti centri storici vincolati, ci viene in aiuto la digitalizzazione.
“L’edificio deve aprirsi al contesto sia che si parli di nuova costruzione che di ristrutturazione. Ed il vettore della trasformazione, il driver è l’energia elettrica”, commenta Guido Davoglio Technical Director di Tekser. “Fotovoltaico, geotermico, pompe di calore, eolico dove possibile, abbiamo individuato il vettore energetico vincente ovvero quello elettrico ed abbiamo anche tutte le tecnologie disponibili per applicarlo. Il prossimo upgrade è renderlo Intelligente, con tecnologie digitali e smart”.
Un edificio intelligente è un edificio capace di ottimizzare l’uso di energia, arrivando a risparmiare anche semplicemente gestendo meglio i consumi. “Un obiettivo possibile solo imparando a raccogliere ed interpretare i dati. E’ con il dato che costruiamo gran parte dell’efficienza e possiamo agire proprio in quei contesti urbani già edificati, tutelati, vincolati, su cui non ho grosse chance di intervenire sull’involucro o sull’impianto”, prosegue Davoglio. “Rendendo smart l’edificio con costi non elevati posso arrivare addirittura a fare il doppio salto di classe energetica che ci chiede la Direttiva UE”.
Lo sa bene il team di ABB che proprio grazie ad una trasformazione smart e all’utilizzo della sua piattaforme di Building Management System, ha ottenuto un risparmio del 30% sui consumi di uno degli edifici più iconici del Globo: il grattacielo Burj Khalifa. “Analizzando i consumi siamo riusciti 15 anni dopo la costruzione dell’impianto dell’edificio, ad ottenere un risparmio di energia”, afferma Gianluca Lilli.
Favorire la mobilità dolce ed il verde urbano, ma snellendo la burocrazia
Non si può parlare di smart city senza parlare di mobilità. Anche sotto questo aspetto sono molti gli argomenti introdotti dagli ospiti intervenuti durante il talk di ABB, ma ancora una volta la chiave di un futuro di successo è profondamente legata alla continua innovazione e ricerca. Esempio concreto lo si può leggere nella mobilità privata elettrica. Se da un lato è reale l’incremento incredibile raggiunto da Enel in Italia nel 2022, aumentando del 42% le infrastrutture di ricarica elettrica, è pur vero che il tema dell’autonomia delle batterie, dei tempi di ricarica e delle molte aree geografiche ancora sprovviste di colonnine “non sono miti da sfatare, ma problemi reali da affrontare” come sottolineato dall’attenta analisi di Maria Cristina Papetti.
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Le città del futuro vanno inoltre riviste sotto la lente del verde, inteso non solo come parchi e giardini, ma come superfici in grado di ridurre l’effetto isola di calore e migliorare il drenaggio dei suoli. Un elemento essenziale nella prevenzione dei dissesti idrogeologici.
Troppo spesso però l’innovazione deve scontrarsi con la burocrazia. Snellire i processi decisionali e le pratiche amministrative è forse uno dei temi ricorrenti che ha messo d’accordo tutti gli ospiti del talk di ieri organizzato da ABB. Le soluzioni esistono, come ha dimostrato la città di Bergamo che durante i due mandati del Sindaco Giorgio Gori, ha saputo avviare un dialogo tra pubblico e privato, indirizzando le risorse là dove più necessarie e creando una condizione di fiducia reciproca.
“Sul lungo periodo la sostenibilità è la scelta vincente dal punto di vista economico e sociale, bisogna però continuare a creare consapevolezza. Quanto più i singoli cittadini si rendono conto che fare una scelta indirizzata alla sostenibilità produce un vantaggio in prima persona, tanto più aumentiamo l’accelerazione e arriviamo alla convenienza economica per tutti”, conclude Gianluca Lilli, Senior Vice President di ABB.