Un indice elaborato dal progetto Urban Pulse 15 della Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne in collaborazione con Il Sole 24 Ore, ha calcolato quante sono le “città in 15 minuti” in Italia nel caso specifico dei servizi alimentari
Solo il 39% degli italiani raggiunge un punti vendita alimentare entro i 15 minuti a piedi
Una città in 15 minuti è il modello di pianificazione urbana che ha preso piede negli ultimi anni su iniziativa di molti sindaci europei. L’obiettivo è quello di creare centri urbani all’interno dei quali i cittadini possano raggiungere, in 15 minuti a piedi o in bicicletta, sei funzioni essenziali della quotidianità: vita, lavoro, commercio, assistenza sanitaria, istruzione e intrattenimento. Nonostante anche in Italia si parli molto di questo concetto, la realtà mostra risultati molto differenti. A definire un indice per misurare l’accessibilità ai servizi è il progetto Urban Pulse 15 del Centro studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, realizzato in collaborazione con Il Sole 24 Ore.
Come misurare la vivibilità di una “città in 15 minuti”
L’analisi delle “Città in 15 minuti” sul territorio italiano fa parte del progetto della Qualità della vita sviluppato da Il Sole 24 Ore per misurare la vivibilità dei territori. Utilizzando tecniche avanzate di geo-analytics è stata calcolata la quota di popolazione in grado di raggiungere entro i 15 minuti a piedi, almeno un negozio della grande distribuzione o del piccolo commercio. La scelta è ricaduta dunque sulla misura della capillarità del servizio primario per eccellenza, ovvero la vicinanza ai bene alimentari.
Città in 15 minuti italiane misurate sull’accesso ai beni alimentari
Ad aggiudicarsi la classifica delle città in 15 minuti con la possibilità di raggiungere un punto vendita alimentare a piedi, è il Mezzogiorno con ben 14 città tra le prime venti. Barletta-Andria-Trani, Bari e Cagliari le tre Province con la maggiore percentuale di cittadini vicini a questi servizi, seguite da Napoli, Taranto e Foggia dove la percentuale di abitanti serviti è il 60%.
Le più lontane dall’obiettivo sono invece Belluno, Rieti, Udine e Treviso, dove solo 1 cittadino su 4 può raggiungere a piedi il supermercato.
L’indice può essere inoltre scomposto tra la capillarità dei servizi offerti dalla grande distribuzione e quelli del piccolo commercio.
Nel caso della Grande distribuzione, ovvero iper e supermercati, discount e minimarket è Torino a detenere la percentuale maggiore di residenti (80,8%) servita da un supermercato entro i 15 minuti. Segue Milano (759%), Pescara (75,5%) e Livorno (71%).
Spostandosi nelle periferie e nell’hinterland si aggiudica il primo posto Cagliari, mentre nelle periferie di Milano e Torino solo il 52%-41% degli abitanti è servito.
Per una volta il Mezzogiorno vince su Nord
La grande distribuzione vince nelle aree metropolitane, mentre il commercio al dettaglio si piazza meglio nelle aree extraurbane e soprattutto nel Sud. Napoli in testa sia per aree urbane che extraurbane, rispettivamente con le percentuali dell’83% e del 66,8%.
“Contano anche le abitudini di consumo differenti – afferma Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro studi Tagliacarne – al Sud si predilige il negozio sotto casa e il rapporto con il negoziante, a cui viene chiesto di conservare il prodotto prescelto o di portarlo a casa. Un tipo di rapporto che, in un Paese che invecchia, sarà sempre più importante coltivare in futuro, ovunque”.
Insomma il rapporto mostra un’Italia al contrario rispetto alle solite rappresentazioni, con le province del Mezzogiorno che detengono il numero maggiore di “città in 15 minuti” nei servizi alimentari.
“Un’analoga mappatura di scuole, ospedali e servizi di mobilità potrebbe restituire un’atlante dei servizi più tradizionale, nella spaccatura tra nord e sud, oltre che più che prezioso per la programmazione delle politiche pubbliche”, si legge nel report.
Città in 15 minuti per i servizi di pubblica utilità
Se la distribuzione alimentare svela una predominanza delle città del Sud, analizzando la situazione dal punto di vista dei servizi di pubblica utilità (scuole, ospedali e servizi di mobilità), il primato torna al Nord. Secondo l’analisi “Aspetti della vita quotidiana” di Istat la mancata prossimità del servizio sanitario d’emergenza risulta in aumento di 1,6 punti percentuali nel 2023 rispetto all’anno precedente. La percentuale maggiore di residenti non serviti da un presidio ospedaliero la detiene il Sud, seguita da Isole e Centro. E in oltre 11 regioni la percentuale di abitanti che non riesce a raggiungere un ospedale entro un tempo limite ragionevole, sale addirittura sopra la media nazionale: con la Campania in testa (63,5%), seguita da Calabria (62,5%), Liguria (58%) e Puglia (57%).