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Città a emissioni zero entro il 2050: possibile, ma all’Italia serviranno € 270 mld

Applicando ai capoluoghi italiani tecnologie già disponibili come la mobilità elettrica, le pompe di calore, il fotovoltaico su tetto, il teleriscaldamento, il relamping, l’uso circolare dei rifiuti e il verde urbano potremmo dimezzare le emissioni di CO2. Ma per assicurarci di raggiungere l’obiettivo di città a emissioni zero entro il 2050 ci serviranno circa 10 miliardi l’anno. Lo conferma il Position Paper realizzato da TEHA, A2A e ASviS

Città a emissioni zero
Immagine di freepik

In Italia i residenti nelle aree urbane sono il 72,6%. Entro il 2050 si stima raggiungeranno l’81,1% con un aumento delle emissioni pari al 18%

Nel 2007 per la prima volta la popolazione urbana mondiale ha superato quella delle aree rurali. Un incremento destinato a crescere fino a raggiungere una fetta superiore al 70% della popolazione mondiale entro il 2050. E se il futuro umano è “metropolitano”, è chiaro che sarà proprio nelle città che si svolgerà la battaglia per la decarbonizzazione. Ma le tecnologie che potrebbero incrementare la sostenibilità urbana rendendo le città ad emissioni zero entro il 2050, sono già nelle nostre mani. Servono però investimenti mirati per rendere possibile questo processo di abbandono delle fonti fossili, calcolati in circa 270 miliardi da oggi al 2050.

A tracciare questa rotta indicando dove ed in che modo intervenire è il Position Paper presentato la scorsa settimana al forum di Cernobbio e realizzato da The European House Ambrosetti in collaborazione con A2A ed il contributo scientifico di ASviS, Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile.

Un pacchetto di investimenti da 270 miliardi di euro

Le città sono catalizzatori economici ecco perchè rappresentano la strada più veloce verso un futuro decarbonizzato, qualitativo ed in crescita anche a livello finanziario. 

Come sottolineato anche nel Position Paper “Sostenibilità urbana. Decarbonizzazione, elettrificazione e innovazione: opportunità e soluzioni per città future-fit”, i centri urbani italiani si caratterizzano per “un’efficienza intrinseca” che porta con sé anche un’efficienza complessiva. In altre parole: i 112 comuni capoluogo oggetto di analisi da parte del report, consumano il 29% del totale energetico nazionale a fronte di circa il 60% del PIL generato. Inoltre, le aree urbane si caratterizzano già oggi per quell’efficienza intrinseca, che lo Studio ha valutato su 3 livelli: termica degli edifici, di servizi a rete e di mobilità. Le città richiedono minor consumo termico (-21% per unità di superficie), generano economie di densità per le reti idriche, elettriche e gas (le utenze allacciate alla rete elettrica e del gas per km sono circa 5 e 3 volte superiori a quelle nel resto del Paese) e sostengono un minor utilizzo dei mezzi individuali per gli spostamenti (+54% di TPL e di modalità sostenibili in città rispetto al resto d’Italia). E’ chiaro che non è possibile scindere la sostenibilità dallo sviluppo urbano. Ma come coniugare queste due voci per garantire che anche le nostre città siano ad emissioni zero entro il 2050? 

Attraverso una serie di leve tecnologiche già oggi disponibili. 

Dal fotovoltaico ai rifiuti: sette leve d’azione per sette città chiave 

Le sette tecnologie chiave immediatamente attuabili per la decarbonizzazione, l’elettrificazione e l’innovazione urbana selezionate dal report sono: gli impianti fotovoltaici, installazione di pompe di calore elettriche, teleriscaldamento, water e waste management, elettrificazione del trasporto pubblico locale, illuminazione a LED e verde urbano. 

Per fornire un esempio concreto che possa essere replicato in altre realtà urbane, il report ha quindi identificato sette città italiane in cui si sta già portando avanti una progettualità su ciascuna delle sette leve tecnologiche: Milano, Brescia, Messina, Bergamo, Varese, Cremona e Cosenza.

Una volta sviluppate adeguatamente e messe a sistema queste implementazioni, già disponibili a livello tecnologico, porterebbero ad una riduzione di oltre la metà delle emissioni climalteranti, oltre ad aumentare significativamente la qualità della vita. 

“Grazie alle leve tecnologiche già oggi disponibili, è possibile ridurre le emissioni delle città di oltre il 50%: in valori assoluti, si tratta di 32 milioni di tonnellate di CO2, pari all’anidride carbonica assorbita da 210 milioni di alberi. Un contributo sostanziale al percorso verso la neutralità climatica e per il benessere delle persone –  ha dichiarato Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A – Ne beneficerebbe anche l’attuale mix di consumi, con un aumento del peso di rinnovabili, elettricità e calore derivato di 20 punti percentuali sul totale, riducendo l’uso di combustibili fossili. Le azioni individuate richiedono investimenti annuali per circa 10 miliardi di euro per un totale di 270 miliardi fino al 2050”.

Scarica il Position paper Sostenibilità urbana – Decarbonizzazione, elettrificazione e innovazione: opportunità e soluzioni per città future-fit.

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About Author / Alessia Bardi

Si è laureata al Politecnico di Milano inaugurando il primo corso di Architettura Ambientale della Facoltà. L’interesse verso la sostenibilità in tutte le sue forme è poi proseguito portandola per la tesi fino in India, Uganda e Galizia. Parallelamente alla carriera di Architetto ha avuto l’opportunità di collaborare con il quotidiano Rinnovabili scrivendo proprio di ciò che più l’appassiona. Una collaborazione che dura tutt’oggi come coordinatrice delle sezioni Greenbuilding e Smart City. Portando avanti la sua passione per l’arte, l’innovazione ed il disegno ha inoltre collaborato con un team creativo realizzando una linea di gioielli stampati in 3D.