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Agricoltura 2.0: 100mila orti urbani digitali per la Toscana

100mila orti urbani digitali
Credits: Regione Toscana

(Rinnovabili.it) – Spazi urbani dedicati a coltivazioni biologiche e di qualità che facciano da punto di aggregazione sociale, strizzando l’occhio soprattutto alle nuove generazioni.

Si potrebbe riassumere così la nuova iniziativa approvata in questi giorni dalla Regione Toscana. Parliamo di Centomila orti in Toscana”, progetto che mira alla diffusione sul territorio degli orti urbani, ma in questo caso in versione digitale. Sì, perché i centomila spazi da riconvertire all’agricoltura cittadina offriranno, tra le altre cose, anche hot spot di connessione wifi.

La giunta ha dato il suo ok con l’approvazione delle linee guida al progetto e dei modelli di bando: quello che permetterà ai Comuni di selezionare i soggetti che gestiranno i vari complessi di orti, e quello che servirà ad assegnarli ai cittadini che ne faranno richiesta.

L’iniziativa, del valore di ben tre milioni di euro, prenderà ufficialmente in via in sei comuni pilota: Firenze, Bagno a Ripoli, Siena, Lucca, Grosseto e Livorno, faranno da terreno di test, anche grazie ad esperienze già maturate nel campo. Poi seguiranno altre 41 amministrazioni. L’obiettivo, spiega il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, è “creare luoghi di aggregazione e di socialità che verranno frequentati da pensionati e da giovani agricoltori, spazi facilmente raggiungibili, dove porteremo l’acqua per irrigare e che diventeranno anche punti di incontro e di cultura”.

I singoli orti avranno una dimensione tra i 50 e un massimo di 100 metri quadrati, i complessi di orti ne conterranno tra i 20 e i 100 ed in entrambi i casi  dovranno essere improntati all’agricoltura biologica, mettendo al bando fitofarmaci e pesticidi. Inoltre, continua Rossi, “ uno dei servizi che garantiremo è il collegamento wifi. Saranno insomma orti digitali, orti 2.0 collocati spesso nelle vicinanze dei centri storici”. Tra i criteri c’è quello di dare priorità ai giovani fino ai 40 anni di età e, tra i gestori degli spazi, alle associazioni composte prevalentemente da giovani.

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