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Smart Building, investimenti in calo dell’11% nel 2020

Nonostante il Superbonus gli investimenti nella digitalizzazione degli smart building si fermano a 7,67 mld nel 2020. Lo scenario presentato dal Report dal Politecnico di Milano.

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Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Per tornare ai livelli di investimento in smart building pre pandemia dovremo attendere il 2024

(Rinnovabili.it) – Calano gli investimenti nell’edilizia intelligente e nonostante il successo del Superbonus, gli investimenti nei servizi connessi agli smart building scendono rispetto al 2019.

E’ quanto emerso dalla III edizione dello Smart Building Report 2021 presentato dall’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano e frutto di un rapporto continuo con gli operatori del settore.

Nel 2020 gli investimenti legati agli smart building sono calati dell’11% rispetto al 2019, raggiungendo la cifra di 7,67 mld di euro rispetto agli 8 dell’anno precedente. Secondo il report per poter tornare ai livelli pre pandemia dovremo attendere il 2024

Cosa sono gli smart building

Con il termine Smart Building si fa riferimento ad un edificio “in cui gli impianti presenti sono gestiti in maniera intelligente ed automatizzata, attraverso l’adozione di una infrastruttura di supervisione e controllo, al fine di minimizzare il consumo energetico e garantire il comfort, la sicurezza e la salute degli occupanti, assicurandone, inoltre, l’integrazione con il sistema elettrico di cui il building fa parte”.

Non si tratta perciò di un edificio che semplicemente adotta accorgimenti per il risparmio energetico, ma una costruzione in cui l’infrastruttura di controllo è in grado di gestire al meglio tutti i sistemi automatizzarti ed intelligenti.

E’ ovvio che per raggiungere il traguardo delle emissioni zero nel comparto edilizio entro il 2050 ed una riduzione del 55% entro il 2030, è necessario mettere mano in maniera consistente a tutto il settore delle costruzioni a livello europeo.

In questo quadro gli smart building risultano un’ovvia strategia.

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La Commissione Europea ha tracciato un percorso molto chiaro che deve condurre alla completa decarbonizzazione di tutti i settori, compreso quello degli edifici – ha sottolineato Federico Frattini, Vicedirettore dell’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano, presentando lo Smart Building Report – Ma gli obiettivi europei di edifici a zero emissioni potranno essere raggiunti solo attraverso ingenti investimenti che portino a ridurre i consumi, aumentare la penetrazione delle fonti rinnovabili e installare infrastrutture digitali per gestire correttamente i carichi termici ed elettrici. Per quanto riguarda l’Italia, gli stanziamenti previsti dal PNRR sono certamente un buon inizio, ma non bastano“.

I settori più attraenti per gli smart building

Escludendo le superfici opache e considerando il totale di 7,67 mld di euro di investimento del 2020, in Italia nei settori residenziali e terziario, il 63% degli investimenti ha riguardato i building devices & solutions. Si tratta delle soluzioni tecnologiche di generazione di energia, di efficienza energetica o che garantiscono il comfort, la sicurezza e la salute degli occupanti, e che maggiormente ha risentito della pandemia (-14,3%).

Per il 16% si è investito in automation technologies, cioè i sensori finalizzati alla raccolta dati, per il 15% in piattaforme di gestione e controllo per elaborare le informazioni. Infine solo il 6% è spettato alle infrastrutture di rete che hanno assistito ad investimenti nell’ordine dei 500 mln di euro.

A trainare il settore sono quindi le tematiche di riduzione dei consumi e di sostenibilità ambientale che da sole catalizzano fino a 4,8 mld di euro.

Cybersicurity il futuro del comparto

Dato che gli edifici dovranno diventare smart ed essere collegati alla rete, l’esigenza di una sicurezza digitale (cybersicurity) diventa impellente per superare il problema della vulnerabilità di questi edifici agli attacchi informatici. Per il momento i risultati nello sviluppo di tecnologie connesse a questo settore, non sono ancora soddisfacenti, si attende però con ottimismo la messa a punto di nuove normative che possano facilitare il comparto.