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Singapore porta la città ideale ad Expo 2020

Impatto zero, verde pensile, fitodepurazione, tubi solari ed energia rinnovabile. Il padiglione di Singapore per Expo 2020 mostra cos'è una greencity.

Padiglione di Singapore - credit singapore2020
Padiglione di Singapore – credit singapore2020

L’obiettivo è raggiungere lo standard net zero energy per l’intera durata di Expo 2020

(Rinnovabili.it) – Il viaggio verso la vivibilità e la resilienza inizia dal Padiglione di Singapore per Expo 2020 di Dubai. Il progetto firmato dal team di WOHA immagina come sarebbero le nostre città se raggiungessimo un equilibrio con la natura, adottando la sosteniblità e l’ecoinnovazione quali fondamenta della vita futura. “Nature. Nurture. Future.” così è stato battezzato questo padiglione Net Zero Energy che prende posto all’interno del Distretto della Sostenibilità dell’Esposizione Universale.

La città in un giardino

“Non solo una città del futuro, ma una città per il nostro futuro” si legge nel comunicato di presentazione.

Una foresta pluviale a energia zero nutrita da un ecosistema autosufficiente porta i visitatori in un viaggio simbolico attraverso la città giardino di Singapore. Entrando nel Ground garden (il primo livello di verde) si avrà la possibilità di vedere un laghetto di fitodepurazione e le innumerevoli varietà floreali del Paese, come la famosa orchidea Vanda Miss Joaquim.

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Pur essendo una città ad alta densità abitativa, dove l’85% della popolazione vive in case multipiano, Singapore ha investito molto sulla sua immagine e sulla valorizzazione della biodiversità locale. Grazie a queste strategie, oggi la quasi totalità della popolazione vive a soli 10 minuti a piedi da un parco, uno dei quali è il Singapore Botanic Gardens, patrimonio UNESCO.

Focus sulla sostenibilità

Il padiglione di Singapore è progettato per avere un impatto minimo sull’ambiente come un ecosistema autosufficiente. L’obiettivo è quello di raggiungere il traguardo net zero energy per tutta la durata dell’evento. Il 100% del fabbisogno energetico sarà soddisfatto dai 517 pannelli fotovoltaici sulla tettoia. L’acqua di falda salina prelevata verrà desalinizzata attraverso un processo di osmosi inversa per soddisfare le diverse esigenze del padiglione, prima fra tutte l’irrigazione e la nebulizzazione del verde, ottenendo un sistema idrico a circuito chiuso.

Gli alberi e le palme piantati lungo il perimetro del padiglione forniranno un riparo naturale dai forti venti e dal sole cocente, aiutando il microclima interno. Una serie di tubi solari incanalerà la luce naturale fino agli spazi più interno della struttura, permettendo alla vegetazione di prosperare nel migliore dei modi.

Nonostante l’esposizione sia nel deserto, il Padiglione di Singapore si affiderà al sistema di climatizzazione in minima parte. La grande tettoia a verde pensile combinata con una serie di ventilatori a nebbia secca e la naturale evaporazione delle piante, produrranno uno strato sottile di umidità in grado di abbassare la temperatura fino a dieci gradi rispetto all’esterno.

La stessa attenzione verrà posta nel riciclo dei rifiuti, servendosi di un ecodigestore per gli scarti alimentari, poi trasformati in acqua grige, depurati e successivamente riciclati.