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Sei mesi in più per non fallire: i Costruttori chiedono una proroga al Superbonus condomini

ANCE chiede sei mesi di tempo per ultimare i lavori nei condomini, l'acquisto dei crediti incagliate da parte delle partecipate dello Stato e il rinnovo delle misure per il caro materiali a tutto il 2024

Proroga Superbonus condomini
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Secondo le ultime rilevazioni nel 2023 sono stati avviati ben 25.000 cantieri per il Superbonus nei condomini

(Rinnovabili.it) – Continuano le audizioni in Commissioni riunite Ambiente e Lavori pubblici e Industria e Agricoltura al Senato in merito alla conversione del decreto legge “Asset” o “Ominbus” n. 104/2023 sulle disposizioni urgenti a tutela degli utenti, in materia di attività economiche e finanziarie e di investimenti strategici. Ieri la parola è passata ad ANCE che è tornata con preoccupazione sul tema dei crediti incagliati e della necessità di una proroga al Superbonus per i condomini.

Almeno sei mesi in più per il Superbonus dei condomini

Come sottolineato nelle ultime settimane, i crediti bloccati in attesa di un cessionario hanno raggiunto e superato i 30 miliardi di euro, come evidenziato dal Governo. Un dramma che a cascata si ripercuote su circa 320.000 nuclei familiari per un totale di 752.000 persone e circa 95.000 cantieri fermi, gran parte dei quali sono condomini. E’ questa la tipologia di edifici ad essere più in difficoltà. Mentre per il Superbonus nelle villette si è intervenuti con una proroga che ha spostato la scadenza per detrarre al 110% fino alla fine di quest’anno, ai condomini non resta che ultimare i lavori in questi ultimi tre mesi o accontentarsi di un’aliquota ridotta al 70%.

Per l’Associazione dei Costruttori “è quindi indispensabile riaprire rapidamente l’acquisto dei crediti da parte delle partecipate dello Stato”, assicurando al contempo una proroga del Superbonus per condomini di almeno 6 mesi per gli interventi avviati prima del 17 febbraio 2023 e per i quali valga ancora la cessione del credito e lo sconto in fattura. La condizione per accedere alla proroga, secondo ANCE potrebbe essere l’aver effettuato almeno il 30% dei lavori al 31 dicembre 2023. Tra i contenuti del DL Ominbus che destano perplessità all’ANCE c’è poi l’introduzione di un nuovo obbligo di comunicazione all’Agenzia delle Entrate, riferito ai crediti d’imposta inutilizzati per motivi diversi dal decorso dei termini.

Caro materiali, un problema irrisolto

Ma le perplessità dei costruttori non si esauriscono qui. Il problema del caro materiali resta un punto dolente per molte opere pubbliche. Il DL Asset interviene con misure straordinarie solo su un numero ristretto di opere finanziate anche da fondi del PNRR. Per l’Associazione dei Costruttori sarebbe invece indispensabile rinnovare le misure già adottate negli anni 2022 e 2023, estendendole a gran parte delle opere pubbliche in corso di esecuzione, prorogando al meccanismo revisionale almeno fino al 2025.