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Scuole italiane a rischio: ben 61 crolli rispetto agli ultimi cinque anni

Non è solo demografico il crollo registrato dal nostro Paese, purtroppo a cedere sono anche i vetusti edifici scolastici, privi di certificazioni, senza manutenzione, ma ricchi di barriere architettoniche e sovraffollamento

Scuole italiane
© virtosmedia, 123RF Free Images

Secondo Cittadinanzattiva nemmeno i fondi del PNRR saranno sufficienti ad intervenire su tutte le strutture

(Rinnovabili.it) – E’ giunto alla sua 21esima edizione il Rapporto sulla sicurezza delle scuole italiane di Cittadinanzattiva. Due decenni nei quali la situazione delle infrastrutture ha assistito ad un progressivo peggioramento, causato dall’età degli edifici scolastici e dalla mancanza di prevenzione. Solo nell’ultimo anno scolastico sono stati registrati ben 61 crolli, un boom rispetto all’ultimo quinquennio. Si aggiunge poi un sovraffollamento delle aule nonostante inizi a dare i suoi effetti il calo demografico, con una riduzione di oltre 121mila studenti.

Assenza di manutenzione e infiltrazioni d’acqua

Le scuole italiane attive sono 40.133 e nell’anno 2022/2023 hanno accolto 7.286.151 studenti, di cui circa 290 mila con disabilità. Nonostante ciò due scuole su tre hanno ancora barriere architettoniche e soltanto il 17% ha segnalazioni visive per studenti con sordità.

Il 47% degli edifici scolastici è stato costruito prima del 1976 e solo l’11% è progettato secondo la normativa antisismica e su appena il 3% sono stati effettuati interventi di adeguamento e miglioramento sismico. Circa il 58% delle scuole italiane è privo di certificato di agibilità, il 55% di quello di prevenzione incendi, il 41% del collaudo statico.

Purtroppo secondo i docenti e i dirigenti intervistati da Cittadinanzattiva, gran parte delle scuole italiane presenta tracce di umidità (42%), infiltrazioni di acqua (33%), distacchi di intonaco (36%) e addirittura crepe (23%). Il Covid 19 ha poi peggiorato la situazione degli spazi sottraendo laboratori, aule multimediali, biblioteche, refettori per convertirli in aule, spazi che ancora oggi non sono però stati ripristinati.

Chiediamo che si provveda con urgenza ad effettuare interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria da parte degli enti locali per prevenire il ripetersi incontrollato degli episodi di crolli strutturali. Indispensabile l’aggiornamento frequente della Anagrafe dell’edilizia scolastica e l’integrazione nella stessa delle informazioni sugli asili nido. Torniamo a chiedere la ripresa degli incontri periodici dell’Osservatorio nazionale sull’edilizia scolastica perché eserciti il suo ruolo di indirizzo e coordinamento sia in relazione al PNRR che alla programmazione triennale ordinaria, che nella diffusione della cultura della sicurezza”, dichiara Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva.

Crolli in aumento, mai così tanti negli ultimi 6 anni

Tra settembre 2022 e agosto 2023 Cittadinanzattiva ha registrato ben 61 crolli, il numero più alto negli ultimi 6 anni si cui 24 nelle regioni del Sud e nelle Isole, 23 nel Nord e 14 nelle regioni del Centro. L’ultimo episodio in ordine di tempo è avvenuto all’Istituto Professionale Marconi di San Giovanni Valdarno (AR), dove lo scorso 14 settembre è crollato il solaio e controsoffitto da un’aula, provocando feriti tra studenti e personale. La causa è ancora una volta la vetustà degli edifici scolastici e la carenza o assenza di manutenzione.

Fondi PNRR insufficienti

Le risorse messe in campo dal PNRR per l’edilizia scolastica e le aule 4.0 ammontano a circa €12,66 miliardi, ma scendendo nel dettaglio delle singole missioni ci si accorge ben presto che, tali risorse, non saranno sufficienti per mettere in sicurezza il patrimonio immobiliare delle scuole italiane. Per la messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole, la programmazione iniziale prevedeva 3.400 progetti già in essere e 500 nuovi, per una spesa complessiva di € 3,900 mld. “Ma per questo intervento il documento del Governo dello scorso 27 luglio segnala che a causa dell’incremento dei prezzi delle materie prime verrà diminuito il numero previsto di edifici”, sottolinea il report.

Il PNRR porterà benefici, a patto che ci sia un reale coinvolgimento dei cittadini e delle comunità nel percorso di attuazione, anche per la sicurezza delle scuole. Ma benefici ancora esigui rispetto a quelli auspicabili: alcuni progetti previsti per la messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole rischiano di saltare dopo la rimodulazione del Piano annunciata a luglio. E sulle mense e palestre gli interventi finanziati sono davvero pochi rispetto al reale fabbisogno delle scuole e soprattutto in considerazione del ruolo importante che tali servizi svolgono rispetto al benessere psicofisico dei ragazzi”, prosegue Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva. “Vorremmo dunque chiarezza su quali e quanti progetti rischiano di non vedere la luce e chiediamo una programmazione almeno triennale degli investimenti anche dopo il Piano”.