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Sblocco crediti: pressing del Governo a banche e Poste per riaprire la cessione

Sblocco crediti
Foto di Kostiantyn Li su Unsplash

Gli emendamenti al dl 11/2023 sono al voto della Commissione Finanze della Camera

(Rinnovabili.it) – Si stanno votando proprio in queste ore gli ultimi emendamenti al decreto legge 11/2023 che ha sancito lo stop alla cessione dei crediti a partire dal 16 febbraio. Ma la partita dello sblocco dei crediti del Superbonus e non solo, si combatte su più fronti.

E’ lo stesso Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ad aver sottolineato il pressing incessante del Governo nei confronti di Banche, Poste ed assicurazioni per riaprire l’acquisto di crediti. Le ultime stime parlano di ben 19 mld di crediti ancora incagliati nel sistema, incapaci di trovare un acquirente.

Contemporaneamente si concretizzano diversi ipotesi per dare ulteriore garanzia in merito alla responsabilità solidale dei cessionari. E’ il Sole24Ore a parlare di una possibile “piattaforma dedicata” gestita da una partecipata dello Stato che consentirebbe la vendita dei crediti.

Crediti spalmati in 10 anni, ma solo per istituti finanziari

Tra le modifiche da apportare al Decreto 11/2023 sembra aver ormai perso terreno l’ipotesi di poter spalmare il recupero dei crediti in 10 anni anziché 4 da parte di contribuenti. La misura poteva essere utile ai redditi più bassi che al momento non hanno abbastanza capienza fiscale per compensare le quote annuali. Questa possibilità però potrebbe rimanere valida per Banche ed intermediari finanziari, trovando posto in uno degli emendamenti al momento al voto della Commissione Finanze della Camera. Giorgetti ha sottolineato di essere totalmente favorevole alla misura, ipotizzando addirittura un orizzonte temporale per recuperare i crediti di 20 anni.

Recupero crediti del 2022

Si è concretizzata invece la possibilità di recuperare i crediti del 2022 e le rate residue degli anni precedenti, anche senza un contratto di cessione concluso entro il 31 marzo. Il Milleproroghe ha infatti esteso a fine marzo la data limite entro la quale comunicare all’Agenzia delle Entrate l’intenzione di cedere il credito rispetto alle spese degli scorsi anni. Chi non rispetterà la scadenza non perderà la possibilità di cedere il credito, ma potrà avvalersi di una “remissione in bonis” per recuperare qualche mese (fino al 30 novembre) pagando una sanzione di 250 euro.

Sblocco crediti e sconto in fattura per caldaie e infissi

Tirano un respiro di sollievo anche gli artigiani che lavorano prevalentemente in edilizia libera. La conversione in legge del decreto 11/2023 prevederà la possibilità di sbloccare i crediti ed utilizzare lo sconto in fattura anche per i lavori non ancora iniziati 16 febbraio, ma già concordati. Per la sostituzione di infissi, caldaie o altri interventi di edilizia libera, farà fede il bonifico parlante effettuato prima del 16 febbraio o un’autocertificazione tra le parti.

Ma tutte le novità del Dl 11/2023 dovranno prima passare all’esame dell’Aula per arrivare alla conversione in legge entro il 17 aprile, un lasso di tempo incredibilmente ampio per gli operatori del settore, per le famiglie ed i professionisti che da tempo chiedono lo sblocco dei crediti.

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