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Trasformare l’atrio dell’ospedale in un parco rigoglioso: l’esempio di Safdie Architects

Sotto una gigantesca cupola vetrata a triplo strato che simula le fronde di un albero, l'Albert Einstein Education and Research Center accoglie un'oasi urbana unica, firma riconoscibile dello studio Safdie Architects

Safdie Architects
Oasi verde AEERC – credits Timothy_Hursley by Safdie Architects

(Rinnovabili.it) – Siamo nel cuore di San Paolo, in Brasile. Qui tra pochi giorni verrà inaugurato l’Albert Einstein Education and Research Center (AEERC) progettato dal team di Safdie Architects.

Ad attirare l’attenzione è senza dubbio l’immenso atrio centrale della struttura, una vera oasi urbana rigogliosa e lussureggiante. A copertura, un ampio lucernario a tripla cupola riconoscibile a distanza, già punto di riferimento per la città.

Gli spazi dei laboratori, le aule, le aree comuni si affacciano tutte direttamente su questo spazio verde, fulcro fisico e simbolico dell’edificio.

Moshe Safdie e i suoi partner sono stati i nostri collaboratori ideali: i loro design sono funzionali e belli. Hanno progettato per noi uno spazio che va oltre la soddisfazione dei bisogni umani per creare un’atmosfera edificante che trasmetta la missione del Centro e sia in linea con i nostri principi e valori. Questo luogo riflette, corpo e anima, ciò che è Einstein“. Ha dichiarato il dr. Claudio Lottenberg, Presidente del Consiglio deliberativo di AEERC.

Per il gruppo di Safdie Architects la natura è parte integrante dell’architettura, trasformandosi talvolta, in un vero e proprio spettacolo visivo. Come nel caso della famosa cascata interna all’aeroporto di Jewel Changi di Singapore, firmata dal team.

L’oasi urbana interna alla struttura

Safdie Architects
AEERC – credits Timothy_Hursley by Safdie Architects

All’interno dell’atrio dell’Albert Einstein Education and Research Center, una serie di terrazze e livelli sfalsati si alternano, rendendo lo spazio dinamico. Questa stratificazione dirige l’attenzione verso il cuore verde dell’edificio. Il giardino interno utilizza unicamente piante autoctone ed una serie di giardini pensili, mentre è la pietra locale a rivestire gli spazi comuni. La progettazione degli spazi verdi è avvenuta in collaborazione con Isabel Duprat Landscape Architecture.

Passerelle continue fanno da ponte tra l’ala didattica e quella di ricerca, nonché uno spazio superiore direttamente affacciato sul cortile interno.

Tre strati strutturali per una cupola ad alta efficienza

La struttura del tetto a volta in vetro utilizza un innovativo sistema di ombreggiamento ed illuminazione diurna. L’effetto visivo riprodotto è quello generato dalle fronde di un albero. Per rispondere al meglio al clima variabile di San Paolo, il gruppo di Safdie Architects si è affidato alla consulenza dei tedeschi di Seele. Un modello computerizzato ha immaginato il lucernario prima della sua realizzazione, mettendo insieme tre fattori fondamentali: l’esigenza di luce diurna che permettesse alle piante di prosperare, il controllo del guadagno solare e dell’abbagliamento per massimizzare il comfort, e un sistema di ombreggiamento che potesse filtrare delicatamente la luce solare. La struttura del tetto di 3.800 mq è progettata come tre cupole sovrapposte integrate che fungono da copertura a griglia per volteggiare in modo efficiente gli oltre 86 metri riducendo al minimo il peso dell’acciaio strutturale.

Il lucernario esterno è costituito da 1.854 pannelli di vetro ultra trasparenti, rivestiti con protezione solare a triplo strato d’argento, per ridurre il guadagno termico. Ogni elemento è stampato con un motivo di punti ceramici traslucidi per aumentare l’ombreggiamento. Lo strato più interno è invece una membrana trasparente microforata per assorbire il rumore e personalizzata con un motivo di punti traslucidi che aumentano l’ombreggiamento. Ma non tutta la superficie della cupola è decorata allo stesso modo. Dal basso verso l’alto i progettisti, hanno previsto una sfumatura che progressivamente arriva alla completa trasparenza al vertice del lucernario. Questo dettaglio è indispensabile per assicurare la massima luce naturale alle piante interne.

LEED Gold e Brise soleil

I molteplici accorgimenti progettuali hanno assicurato all’Albert Einstein Education and Research Center la certificazione LEED Gold. Così come il lucernario, anche l’involucro esterno del centro ricerca è accuratamente studiato. La facciata continua a tutta altezza in vetro fornisce tutta la luce diurna di cui si ha bisogno. Mentre l’alternanza degli aggetti dei vari piani, fornisce l’ombra necessaria evitando l’abbagliamento. Una serie di brise Soleil, studiati grazie ad un software computerizzato, completano l’opera controllando la luce solare senza comprometter la vista verso il quartiere esterno.

Controllare il clima interno

Una ricca vegetazione interna impone però un severo controllo dei livelli di umidità e comfort, soprattutto nelle aree dei laboratori dove l’ambiente deve essere monitorato. Un sistema impiantistico ad alta efficienza si occupa di mantenere sempre al massimo il livello di comfort e la salubrità dell’ambiente. Il sistema meccanico è progettato per fornire raffrescamento all’atrio solo dove necessario, a bassa intensità e bassa velocità. La progettazione ha tenuto conto anche della dinamica in caso di incendio.

Per realizzare quest’opera, Safdie Architects ha guidato un eterogeneo team internazionale composto da grandi ingegneri, designer, progettisti, tra i quali Perkins+Will e Arup.