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Ristrutturare dopo il Superbonus, sono 8 mln le famiglie pronte a riqualificare

Ristrutturare dopo il superbonus
via depositphotos.com

Una famiglia su 2 ha rinunciato a lavori di manutenzione straordinaria nella propria abitazione perchè troppo costosi

(Rinnovabili.it) – Cosa accadrà con il nuovo anno e l’addio al più famoso dei bonus edilizi? Sarà ancora possibile ristrutturare dopo il Superbonus o diventerà un’impresa che non tutte le tasche potranno permettersi? La domanda è stata rivolta direttamente ai soggetti che maggiormente risentiranno del cambiamento ovvero le famiglie italiane, gli attori della filiera, gli amministratori di condominio in qualità di “antenne all’interno delle comunità condominiali” e gli operatori della finanza. Attraverso tavoli di lavoro ed indagini quantitative Nomisma e Gabetti Lab, con il coordinamento di Ppan, hanno formulato una proposta operativa per la ripartenza del settore dopo il 110.

Le priorità da affrontare

I tavoli tematici avviati da Nomisma e Gabetti Lab, hanno coinvolto circa sessanta interlocutori privilegiati, chiamati a formulare ipotesi e soluzioni per il futuro delle riqualificazioni edilizie.

Tra le priorità e le richieste, nel dialogo tra pubblico e privato è emersa:

8 milioni di famiglie riqualificherebbero con un Superbonus riconfigurato

Secondo i dati raccolti dal report redatto a valle dello studio, ristrutturare senza Superbonus per le famiglie italiane non sarà un’impresa semplice. La maggior parte degli intervistati è consapevole della necessità di una riqualificazione profonda del nostro patrimonio abitativo. Sette famiglie su dieci dichiarano di conoscere la Direttiva sulle Prestazioni energetiche degli edifici, cd. Case Green, ma per la metà è percepita come fonte di grande preoccupazione rispetto agli effetti che potrebbe avere sulle comunità e soprattutto sui costi da sostenere per adeguarsi ad essa.

Per 1 famiglia su 3 infatti la propria abitazione necessiterebbe di interventi di manutenzione straordinaria, che fino ad ora non sono stati condotti unicamente per motivi economici. Infine, 7,9 milioni di famiglie esprimono l’intenzionalità di riqualificazione se verrà introdotto un “Superbonus riconfigurato”, con aliquote differenti in base a vari criteri.

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Va sottolineato che senza il riconoscimento della casa come leva cruciale di politica ambientale ed ecologica, difficilmente le città italiane potranno raggiungere gli obiettivi di neutralità̀ climatica e di miglioramento energetico imposti dall’Europa”, spiega Alessandro De Biasio, amministratore delegato di Gabetti Lab, prima filiera integrata nell’ambito della sostenibilità in Italia e primo player nella riqualificazione per il benessere abitativo grazie alla gestione di reti di imprese.

Alla luce di questo, abbiamo ritenuto necessario attivare collaborazioni importanti con Centri di ricerca e Università per portare all’attenzione di tutti gli operatori, con la forza dei numeri e della ricerca, il fatto che questo grande lavoro di riqualificazione ha prodotto e potrebbe produrre vantaggi di lungo periodo per famiglie e Paese”.

Il 67% degli amministratori denuncia cantieri bloccati per problemi di cessione del credito

Anche gli amministratori di condominio riflette da un lato le difficoltà dei proprietari di casa, e dall’altro le preoccupazioni del mondo della filiera. L’indagine ha coinvolto una quarantina di interlocutori che complessivamente gestiscono 5.000 condomini. Tra le evidenze segnalate:

Imprese e General Contractor, Superbonus: costi raddoppiati per troppa burocrazia

Dopo famiglie ed amministratori, il ruolo centrale per conoscere come si potrà ristrutturare dopo il Superbonus è certamente contenuto nel pensiero di Imprese, Studi professionali, General Contractor e attori del mondo delle costruzioni.

Gli 85 intervistati sottolineano prima di tutto la complessità procedurale che ha sempre accompagnato il Superbonus, complessità che ha costretto a riorganizzazioni interne con l’acquisizione di nuove competenze.

Una nuova progettualità che ha inevitabilmente avuto un considerevole impatto economico, con una incidenza sul fatturato complessivo che, in un terzo dei casi, supera la soglia del 50% negli ultimi 3 anni.

Si aggiunge poi il problema del blocco dei progetti dei progetti in itinere, un tema che coinvolge sostanzialmente la maggiorana assoluta degli addetti ai lavori intervistati.

A fronte di questo quadro di riferimento, si intravedono alcune condizioni imprescindibili per una strategia di riqualificazione del patrimonio edilizio credibile e compatibile con le esigenze di finanza pubblica. Ci vorrà uno sforzo di riqualificazione di 1,8 milioni di immobili in 10 anni, non sarà semplice, visto che con questa ondata senza precedenti di riqualificazione è stato efficientato meno del 4% del parco residenziale italiano, conclude il report di Nomisma e Gabetti Lab.

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