“Necessario porre un argine al fenomeno della monetizzazione dei crediti fiscali” per la riqualificazione energetica
(Rinnovabili.it) – Si ad una riforma dei bonus edilizi per la riqualificazione energetica assicurandone una durata decennale, ma senza Superbonus e senza opzioni alternative alla detrazione diretta, ovvero sconto in fattura e cessione del credito. Sono queste in sunto le risposte date al Senato dal Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, in occasione di alcune interrogazioni da parte degli onorevoli Fregolent e Irto.
“Con particolare riferimento alle detrazioni fiscali, si ritiene necessaria una riforma generale della disciplina, in quanto ad oggi eccessivamente frammentata, garantendo inoltre un’adeguata durata temporale (almeno decennale), al fine di assicurare la stabilità e la visibilità sul mercato”, ribadisce il Ministro al Senato provando a rispondere alle domande poste in merito alla Direttiva Europea Case Green.
“Riguardo alle questioni poste in merito alla riqualificazione energetica degli immobili, non posso che confermare gli impegni presi a livello europeo nell’ambito del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC) al 2030 nell’ottica della decarbonizzazione, e dell’intero settore civile con proiezione al 2050”, prosegue Pichetto Fratin, sottolineando però che sarà poi il Governo italiano a garantire “un’adeguata tempistica” per il raggiungimento dei target previsti dalla Direttiva EPBD.
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Nella stessa sede, il Ministro, parla inoltre di una “maggiore specializzazione” dei bonus, proponendo una riforma che vada a differenziare gli incentivi in base al settori residenziali di appartenenza, ovvero terziario, civile e pubblico.
Stop ai crediti: “Sono diventati una moneta fiscale”
Non si può scindere Direttiva Case Green e bonus edilizi per la riqualificazione energetica, dal problema della cessione dei crediti. Anche se non di diretta competenza del Ministro dell’Ambiente, come ha tenuto a sottolineare Pichetto Fratin durante l’interrogazione, lo stop alla cessione del credito ed allo sconto in fattura si è reso necessario per “porre un argine al fenomeno della monetizzazione dei crediti fiscali”.
Il riferimento è al Decreto n.11 del 16 febbraio 2023 che ha eliminato per tutti i bonus, anche quelli di edilizia libera, la possibilità di utilizzare le opzioni alternative alla detrazione diretta.
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“Inoltre, è stato posto il divieto per le pubbliche amministrazioni di acquistare crediti derivanti da bonus edilizi che – come evidenziato da Eurostat – avrebbero avuto un impatto diretto sul debito pubblico”, prosegue Fratin. “In ogni caso, il Governo ha ribadito a più riprese il suo impegno a trovare tutte le soluzioni necessarie per sbloccare i crediti maturati e che il sistema bancario ha difficoltà ad assorbire, i cosiddetti crediti incagliati, al fine di tutelare le imprese e i cittadini che hanno agito nel rispetto della normativa”. Soluzioni che però ancora non è stata trovata nonostante i molteplici tavoli tecnici attivati tra Esecutivo e rappresentanze edili e finanziarie.