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Riqualificazione energetica edifici: le 11 linee guida di Ance per salvare efficienza e finanza

Una sorta di doppio Superbonus al 70 e al 100%, con cessione del credito per gli interventi più importanti e mutui “verdi” alle famiglie più svantaggiate. La proposta di Ance per la riqualificazione energetica degli edifici in 11 linee

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Un tale sistema di incentivi permetterebbe di intervenire su circa 120.000 edifici ogni anno, con un costo annuo per lo Stato di circa 20 miliardi.

(Rinnovabili.it) – In vista dell’imminente ristrutturazione dei bonus edilizi, l’Associazione costruttori Ance ha stilato una possibile strategia da seguire per assicurare una corretta riqualificazione energetica degli edifici senza pesare sulla finanza pubblica.

Dalle ultime dichiarazioni del Governo è molto probabile che lo strumento del Superbonus 110% terminerà la sua vita con l’ultimo decalage prestabilito, lasciando il posto ad altre forme di intervento, si spera, per agevolare la riqualificazione edilizia da parte dei cittadini.

Si inserisce in questo contesto la proposta di Ance per una strategia a lungo termine che consenta di incidere qualitativamente sia a livello energetico che antisismico.

Trasformare il patrimonio vetusto producendo investimenti

Secondo Ance seguendo una serie di linee guida prestabilite, sarebbe possibile intervenire su 120.000 edifici l’anno con un costo annuo per lo Stato di circa 20 miliardi. Il problema principale da tener sempre presente è ovviamente la sostenibilità economica di qualsiasi tipo di intervento normativo, fattore che ha determinato la fine di molti bonus, primo fra tutti proprio il 110%.

Le linee di intervento predisposte dall’Associazione sono:

  • Mantenimento della struttura di controlli, massimali, asseverazioni e qualificazione attualmente previsti per gli interventi del Superbonus;
  • Orizzonte almeno decennale degli incentivi, per consentire una distribuzione degli interventi coerente con le scadenze previste in sede europea;
  • Miglioramento energetico di almeno quattro classi per gli edifici ricadenti nelle attuali classi E, F e G;
  • Miglioramento sismico di almeno una classe di rischio, nelle zone 1, 2 e 3;
  • Mantenimento dell’attuale Sismabonus spettante per l’acquisto di unità immobiliari demolite e ricostruite in chiave antisismica, cedute dalle imprese che hanno eseguito l’intervento (cd Sismabonus acquisti);
  • Mantenimento, a regime, dell’aliquota del 70% prevista per il 2024;
  • Previsione di un’aliquota del 100% per i soli soggetti incapienti;
  • Possibilità di cessione del credito o di sconto in fattura per i soli interventi di riqualificazione energetica e sismica di interi edifici;
  • Interventi sugli edifici unifamiliari solo se destinati ad abitazione principale;
  • Periodo di fruizione delle detrazioni in 5, 10 anni o 20 anni, a scelta del contribuente utilizzatore;
  • Previsione di un Fondo di garanzia per l’erogazione di mutui “verdi” alle famiglie per il finanziamento della quota a carico degli interventi.

Per ora si tratta ovviamente di una proposta ancora da condividere con l’attuale Governo.