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La riqualificazione edilizia in Italia ha un impatto potenziale di 22,6 mld l’anno fino al 2050

Secondo l'Osservatorio nazionale sull'innovazione nelle città “La S di ESG, una storia italiana di valore” presentato da Scenari Immobiliari e DILS, riqualificando entro il 2050 gli 1,1 mld di edifici residenziali più energivori potremmo avere importanti ritorni economico e sociali

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Scenari Immobiliari e DILS “In Italia un euro investito nel settore immobiliare ne attiva 3,4 lungo tutta la filiera, di cui 1,75 di ricadute sociali”

(Rinnovabili.it) – Per garantire gli obiettivi definiti dalla Direttiva Europea “Case Green” l’Italia dovrà agire su 1,1 milioni di edifici residenziali entro il 2050, ristrutturandoli dal punto di vista edilizio, urbanistico e sociale. Una mole di interventi di riqualificazione edilizia capaci di generare un impatto economico sul patrimonio immobiliare di 22,6 miliardi di euro l’anno per i prossimi decenni. A confermarlo è l’Osservatorio sull’innovazione “La S di ESG, una storia italiana di valore” presentato pochi giorni fa a Milano da Scenari Immobiliari e Dils nel corso dell’Innovation Forum 2023.

Nel prossimo futuro l’Italia dovrà agire su circa 36.000 edifici l’anno

osservatorio innovazione Scenari Immobiliari DILS

Che il Bel Paese non possa vantare un patrimonio moderno è ormai risaputo: nelle principali città italiane infatti sono presenti 1,1 milioni di edifici residenziali costruiti tra il 1946 e il 1989, ovvero il 13,5 per cento dei quasi 8 mln complessivi appartenenti allo stesso periodo storico.

E dato che l’Europa ci chiede di rinnovare almeno il 2% degli edifici presenti nelle realtà urbane, per centrare l’obiettivo dovremo attivare interventi in 36.300 edifici l’anno per i prossimi trent’anni e solo per quanto riguarda il patrimonio realizzato tra il ’46 e la fine degli anni ’80.

osservatorio innovazione Scenari Immobiliari DILS - riqualificazione edilizia

Secondo l’Osservatorio sull’innovazione elaborato da Scenari Immobiliari e DILS, la quantificazione economica degli investimenti di natura immobiliare necessari per la riqualificazione edilizia, sociale ed urbana della penisola è stimabile in 22,6 miliardi di euro l’anno. Una cifra identificata partendo dalla media dei costi attuali per interventi di nuova costruzione e ristrutturazione, compresi tra 750€/mq e 1.100 €/mq applicati alla superficie media delle unità abitative italiane pari a circa 100 mq.

Con 270mila miliardi di euro il Real Estate è la più grande industry del mondo, ma – commenta Giuseppe Amitrano, Founder & CEO Dils – tra le ultime per capacità di innovazione. Una situazione che offre agli operatori un ampio spettro di opportunità, senza dimenticare le responsabilità che comporta. Alla base di ogni innovazione che promuoviamo come Dils c’è la volontà di irradiare una visione capace di innescare dei cambiamenti strutturali e favorire l’evoluzione dell’intera filiera e, perché no, della stessa industry. Cambiamenti che potranno essere considerati come vera innovazione solo se avranno un impatto positivo sul benessere di comunità e territorio: per questo, come Dils, abbiamo sviluppato una sensibilità particolare per i luoghi nei quali operiamo, tanto da aver lanciato un progetto di Give Back che punta a restituire valore – economico, sociale e ambientale – ai quartieri in cui operiamo. Nella consapevolezza di come il Real Estate debba ispirarsi innanzitutto alle necessità di chi i luoghi li abita, li visita, li respira”.

Milano e Lombardia al top per rigenerazione urbana e impatto sociale

Lo studio di Scenari Immobiliari e DILS ha inoltre focalizzato l’attenzione sulle trasformazioni a scala urbana di cui si sono rese protagoniste le città italiane negli ultimi anni. Il nord della Penisola, e in particolare la Città Metropolitana di Milano, si è rivelata un vero e proprio laboratorio a cielo aperto di progetti e sviluppi di rigenerazione urbana. Particolare attenzione hanno suscitato le diverse aree industriali dismesse sul territorio: vuoti urbani, fratture nella città pericolose per la salute dei residenti e dell’ecosistema naturale.

I progetti più significativi indicati dall’Osservatorio sull’innovazione come Chorus Life a Bergamo e Porta Nuova, Mind, SeiMilano e LOCLoreto Open Community nella città di Milano, hanno in comune l’attenzione alla sostenibilità dimostrata dagli operatori del Real estate coinvolti sin dalle prime fasi di pianificazione fino alla fase operativa.

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Le città italiane – commenta Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari – dispongono intrinsecamente e storicamente di tutti quegli elementi di carattere sociale che, nel corso degli ultimi 150 anni, si sono rivelati fondamentali per lo sviluppo, l’evoluzione e il consolidamento del processo di costruzione, riqualificazione, rigenerazione e innovazione architettonica, urbanistica, sociale ed economica del Paese, a partire dalle eterogenee sfaccettature identitarie e dai molteplici modelli di vita e lavoro che lo compongono. Il mercato immobiliare non è esente dalle esigenze di misurazione di impatto sociale, poiché ogni operazione edilizia, qualunque siano dimensioni e localizzazione, riporta effetti più o meno incisivi sul territorio di riferimento, e quindi sul relativo tessuto economico e sociale. Le attuali e future dinamiche edilizie e immobiliari, sviluppate a partire dalle tematiche globali relative allo sviluppo sostenibile, dall’integrazione dei principi Esg all’interno dei processi finanziari di investimento responsabile e dagli obiettivi della UE, stanno interessando e in futuro andranno a interessare quantitativamente e qualitativamente un tessuto urbano, edilizio e sociale storicamente in grado di mostrare tutta la sua capacità e potenzialità di accompagnare il cambiamento e superare i diversi momenti di criticità in un’ottica di innovazione materiale e immateriale”.

Il valore socio economico della riqualificazione edilizia e urbana

L’investimento finanziario messo in campo dai vari stakeholder genera di per sé tre importanti impatti socio economici:

  • un impatto diretto, rappresentato dai costi sostenuti direttamente per la costruzione dell’opera e dalle persone impiegate per la realizzazione dei lavori;
  • uno indiretto, rappresentato dalle forniture e subforniture attivate dall’investimento lungo le filiere economiche nazionali e la relativa occupazione attivata;
  • e uno indotto, costituito dall’aumento dei consumi delle famiglie per effetto dei redditi pagati ai dipendenti delle imprese coinvolte nei lavori e della quota parte degli stipendi indirettamente attivati presso le imprese coinvolte nella filiera e relativa occupazione innescata.

In questo caso, l’unico indicatore utilizzato dalla maggior parte degli operatori immobiliari coinvolti in operazioni di riqualificazione edilizia e rigenerazione urbana per quantificare economicamente l’impatto sociale è l’indice SROI: la capacità di contribuire in maniera sostenibile al miglioramento delle condizioni, non solo economiche, delle persone e delle comunità.

Ma esiste un altro impatto “non monetizzabile” di grande rilevanza costituito ad esempio dai progetti educativi per i giovani, dai programmi di formazione professionale e l’inserimento del mondo del lavoro di classi disagiate, da progetti di inclusione sociale, o ancora dai workshop, dagli eventi culturali e dai concorsi. A tutto ciò si deve poi aggiungere il contorno di valore che genera benessere e migliora la qualità della vita di chi abita quel determinato luogo, come la presenza di piste ciclabili, edifici ecosostenibili, l’accessibilità pubblica, la presenza di aree verdi e la capacità di utilizzo delle tecnologie smart.

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In una parola Innovazione. Progetti capaci di generare valore anche di carattere intellettuale rivolto sia alla comunità che alle generazioni future. “Se si crea un territorio “ricco”, attraente, sostenibile, questo lo è ancor di più se la sua ricchezza si espande a livello sociale”, si legge nella presentazione dei risultati dell’Osservatorio dell’innovazione nelle città.

Di conseguenza la filiera delle costruzioni sostenibili in Italia, dove la riqualificazione edilizia si unisce alla rigenerazione urbana, raggiunge tra i più elevati e molteplici coefficienti di attivazione, mediamente pari a 3,4 euro ogni singolo euro investito (per Milano la cifra raggiunge anche i 3,9 euro). Le ricadute sociali rappresentano una quota variabile, in relazione alle peculiarità del progetto e del contesto territoriale, economico, immobiliare e sociale di riferimento, stimata tra il 40% e il 60% circa, “monetizzabili mediamente in 1,75 euro ogni singolo euro investito (2 euro stimati a Milano).