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Come coniugare efficienza e tutela? La guida alla riqualificazione degli edifici storici

Riqualificazione edifici storici
Foto di Marcos Llerena su Unsplash

Lo studio utilizza gli edifici storici del Parco dell’Appia Antica a Roma come progetti pilota

(Rinnovabili.it) – La recente approvazione da parte di un altro tassello burocratico europeo della nuova Direttiva Case Green, conferma l’estrema urgenza di trovare una soluzione al problema dell’efficientamento “massiccio” del nostro patrimonio immobiliare. Ma come agire quando l’oggetto della riqualificazione è un edificio storico?

I fattori da tenere in considerazione sono molteplici e devono essere in grado di trovare un equilibrio tra la preservazione del valore culturale del bene e il miglioramento delle sue prestazioni energetiche.

L’ENEA ha provato a tracciare una rotta in questa direzione affrontando il problema con un approccio scientifico. Lo studio è condotto dal Dipartimento per l’Efficienza energetica nell’ambito di un accordo di programma con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, finalizzato all’attuazione del Piano triennale di Ricerca di Sistema Elettrico 2022-2024.

I casi pilota nel parco archeologico dell’Appia Antica a Roma

Gli edifici pilota prescelti per condurre lo studio sono stati individuati nel Parco archeologico dell’Appia Antica a Roma. La metodologia e le soluzioni scelte provano ad ipotizzare diversi scenari che prendano in considerazione sia il singolo edificio che l’intero sito, per arrivare a scegliere la migliore strategia ed il migliore sistema di produzione da fonti rinnovabili.

Una volta condotte le indagini necessarie attraverso tecniche non invasive, come le termografie e l’analisi degli impianti, si passa al calcolo delle prestazioni energetiche in base ai consumi in bolletta. Per poi arrivare a prevedere quale sarà invece il consumo futuro una volta terminata la riqualificazione energetica degli edifici storici.

Stiamo realizzando uno studio multidisciplinare con un approccio integrato applicato a quattro complessi di edifici: Capo di Bove, Santa Maria Nova, villa dei Quintili e villa di Sette Bassi, che ricadono nel contesto più ampio del parco stesso, ciascuno con le proprie peculiarità”, spiega Silvia Di Turi, ricercatrice del Laboratorio ENEA efficienza energetica negli edifici e sviluppo urbano del Dipartimento per l’Efficienza energetica.

“Questi edifici sono il risultato di una complessa stratificazione storica avvenuta in epoche differenti, una condizione molto diffusa nel patrimonio edilizio storico italiano. La varietà delle destinazioni d’uso cui essi sono adibiti (uffici, sedi museali, spazi di accoglienza e di servizio) offre la possibilità di estendere l’analisi a una casistica ampia, che può rappresentare un esempio significativo per tutto il panorama nazionale”, continua Di Turi. “Inoltre, l’appartenenza a un contesto vincolato più esteso, come il parco archeologico, offre un’opportunità unica per valutare diverse strategie di intervento e considerare l’ipotesi di installare sistemi di produzione di energia da fonti rinnovabili, a servizio sia del singolo edificio sia del sito di appartenenza”.

Le linee guida di Enea sulla riqualificazione energetica degli edifici storici

Lo studio ha permesso ad ENEA di predisporre specifiche linee guida per gli edifici del parco, in linea con le indicazioni del Ministero della Cultura. In questo modo i progettisti incaricati, potranno essere indirizzati verso soluzioni di efficientamento più idonee, in considerazione delle specificità e caratteristiche degli edifici. Un approccio metodologico è un approccio consapevole. E’ questo l’obiettivo dello studio di ENEA che individua la strategia da utilizzare per intervenire sapientemente sul patrimonio edilizio storico e culturale nel rispetto degli obiettivi di decarbonizzazione richiesti dall’UE.

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