Troppo spesso gli incentivi fiscali per l'edilizia sono stati considerati i colpevoli del rincaro dei materiali e dei ritardi, per il CNA è esattamente l'opposto
Dei Ventisette, l’Italia ha registrato uno dei rialzi minori per i prezzi delle costruzione
(Rinnovabili.it) – Superbonus 110% e bonus edilizi ordinari non sono i responsabili del rincaro dei materiali e dei prezzi delle materie prime a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi.
E per il CNA, Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa (CNA) questa è tutt’altro che una sorpresa.
“Lo strabismo è un difetto ma nella lettura dei fenomeni economici equivale a un peccato capitale. È il caso dei bonus edilizi sui quali è fiorita una copiosa letteratura di luoghi comuni molto spesso alterando profondamente la realtà”, si legge nel comunicato pubblicato sul portale del CNA.
Effettivamente negli ultimi anni i bonus edilizi sono stati dipinti come lo spauracchio causa di tutti i mali. Primo fra tutti il Superbonus, pubblicamente screditato da Mario Draghi in un recente intervento al Parlamento Europeo.
Eppure secondo il CNA basta analizzare i dati Istat ed Eurostat per avere una percezione del tutto differente.
“Gli incentivi all’edilizia così vengono dipinti strumentalmente come la madre di tutti i mali, ignorando il fondamentale contributo alla corsa del Pil dell’anno scorso (oltre un terzo). Negli ultimi mesi il sistema dei bonus è finito sul banco degli imputati in quanto motore della spirale inflazionistica”.
Rincaro dei materiali in Europa, l’Italia è tra le più virtuose
Nel quarto trimestre del 2021 l’indice dei prezzi delle costruzioni ha assistito ad una crescita del 20% spalmata sui dodici mesi nei 27 Paesi dell’Ue. Ma la cosa che dovrebbe colpire, è proprio che l’Italia si colloca ben sotto la media europea, con un incremento del 9,7%. Per avere un metro di paragone si pensi ai Paesi dove non esistono i bonus edilizi come la Germania, dove i prezzi sono saliti del +24,1%, alla Spagna con +19%, alla Scandinavia con rialzi compresi tra il 23 e il 32%. I problemi maggiori sui rincari dei materiali e sui costi delle costruzioni emergono in Repubblica Ceca (+43%) e in Ungheria (+74%).
Cosa vuol dire? Che il caro-meteriali è un problema globale e l’Italia è addirittura tra i meno colpiti. Persino nel primo trimestre 2022 con l’indice che sale a 115 e con solo l’Irlanda con un incremento inferiore.
Difficoltà di approvvigionamento dei materiali
Il Superbonus non può essere accusato nemmeno delle difficoltà di approvvigionamento dei materiali. Come sottolinea il CNA, l’accelerazione della domanda globale ha messo a dura prova molti settori in termini di puntualità delle forniture. La Francia, che non ha bonus edilizi ed ha un mercato costruttivo in ristagno, “la percentuale di imprese delle costruzioni che lamentano riduzioni dell’attività a causa dei materiali è schizzata dal 4 al 39% in appena 10 mesi”.
Il vero nemico dei bonus edilizi
Purtroppo il vero nemico dei bonus edilizi è l’incertezza normativa e l’instabilità temporale. “Quasi 30 modifiche legislative in meno di due anni alimentano soltanto confusione, 4 interventi sui meccanismi per la cessione dei crediti in un trimestre hanno paralizzato di fatto il mercato, e infine l’estensione dell’obbligo di attestazione SOA anche al settore dei bonus rischia di infliggere il colpo di grazia a uno dei pochi strumenti che stimolano la crescita economica”, sottolinea il CNA.
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Insomma serve stabilità a prescindere che gli incentivi fiscali piacciano o meno. Migliorandone l’efficienza in termini di costi/benefici ne beneficerà l’intero Paese.