Superare la doppia conformità fonte di forti rallentamenti amministrativi, puntare alla rigenerazione dell'esistente, ma seguendo obiettivi di sostenibilità ed efficienza condivisi a livello europeo. Sono solo alcuni dei punti migliorativi proposti dagli Ordini Nazionali CNI e CNAPPC sulla riforma del Testo Unico Edilizio
Il Testo Unico Edilizia è più che obsoleto essendo vigente da oltre 20 anni
(Rinnovabili.it) – La riforma del Testo Unico Edilizia entra nel vivo portando con sé le considerazioni e la condivisione di intenti di Architetti ed Ingegneri. E’ ormai chiaro, e necessario, un intervento di adeguamento del testo normativo principale di riferimento del settore, ma che ormai ha più di 20 anni. Stiamo ovviamente parlando del Dpr n.380/2001, modificato puntualmente nel corso degli anni e pronto ora ad una riforma organica attraverso la bozza messa a punto dal Ministero e propedeutica alla Legge Delega.
La riforma del Testo Unico dell’Edilizia anche in funzione della Direttiva Case Green
Come sottolineano dal Consiglio Nazionale degli Architetti PPC e dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri in un comunicato congiunto, la riforma del testo Unico non sarà una semplice revisione ma permetterà di elaborare un Nuovo Codice. Negli ultimi 20 anni le esigenze del settore delle costruzioni sono cambiate, la normativa dovrà rispecchiare le nuove richieste di semplificazione, razionalizzazione, digitalizzazione e sostenibilità.
Ecco perchè il testo immaginato da Architetti ed Ingegneri dovrà tenere conto anche degli obiettivi fissati dall’Agenda ONU 2030 e dalla Direttiva “Case Green” sulle prestazioni energetiche degli edifici.
Si parte dal recupero dell’esistente
Il nuovo testo permetterà di mettere ordine semplificando quei processi burocratici di stallo che impediscono la messa in sicurezza del territorio, la riduzione del consumo di suolo, la rigenerazione urbana, la sostenibilità ambientale delle costruzioni, l’efficientamento energetico e la sicurezza, resistenza, affidabilità degli edifici, oltre al superamento delle barriere architettoniche. Il tutto ovviamente partendo prima di tutto dall’obiettivo strategico prioritario di recupero e valorizzazione del patrimonio edilizio esistente.
“La scelta della legge delega – sottolinea Francesco Miceli, Presidente del CNAPPC – appare la più rispondente a realizzare una riforma che definisca i principi fondamentali che devono guidare l’azione di trasformazione del territorio e dell’ambiente costruito. Immaginiamo possibile un indirizzo innovativo della riforma in grado di coniugare le trasformazioni edilizie con la salvaguardia dell’ambiente e dei valori storici e culturali ampiamente diffusi nel nostro Paese”.
Un documento congiunto per sostenere la Legge Delega
“Esprimiamo soddisfazione per il fatto che la bozza del nuovo Testo Unico vada nella direzione indicata dagli ingegneri e dagli architetti – dice Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI –. Abbiamo apprezzato soprattutto il fatto che il testo sia scaturito dal lavoro congiunto di tutte le componenti interessate: a partire dal 2017 la Commissione Relatrice istituita presso il C.S.LL.PP. coadiuvata da Ministeri, Consigli Nazionali delle Professioni Tecniche, ANCE, ANCI, Conferenza delle Regioni, ha elaborato la bozza del Nuovo Testo Unico delle Costruzioni”.
Per passare dalla teoria alla pratica sia il CNI che il CNAPPC, hanno costituito gruppi di lavoro di supporto con la duplice finalità di conoscere la bozza del nuovo Testo unico e di divulgarla ai Tecnici e di individuarne spunti d riflessione volti ad attuare alcune semplificazioni procedurali sia per i Cittadini ed Imprese che per la Pubblica Amministrazione e alcuni approfondimenti da sviluppare come allegati alla bozza Testo unico.
In questo momento il fattore tempo è essenziale. Nell’ottica di velocizzare il processo di collaborazione con le istituzioni, i due Consigli Nazionali di Ingegneri ed Architetti hanno formulato un documento congiunto a sostegno della necessità della Legge Delega propedeutica all’approvazione del nuovo Testo unico.
Il documento affronta 5 questioni fondamentali:
- definizione delle competenze Stato-Regioni;
- semplificazioni e razionalizzazioni procedurali;
- edilizia e attuazione urbanistica;
- resistenza e stabilità delle costruzioni;
- sostenibilità e progettazione impiantistica, acustica e ambientale.
Superare la doppia conformità
Il primo passo della riforma del Testo Unico Edilizia a favore di un Testo Unico Costruzioni sarà il superamento della doppia conformità, ormai diventata fonte di ritardi e stallo per le amministrazioni.
“Riteniamo di particolare importanza – afferma Irene Sassetti, Consigliera Tesoriere del CNI – il superamento della doppia conformità. Inoltre riteniamo utile l’introduzione di un ulteriore fattispecie di accertamento di conformità condizionato all’esecuzione di opere di modesta entità, finalizzate alla piena conformazione dell’immobile alla disciplina edilizia e urbanistica e a garantire idonee condizioni di sicurezza di parti strutturali dell’immobile”.