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Riforma del catasto: niente tasse in più, ma caccia alle “case fantasma”

Con l'ok alla delega fiscale parte anche la riforma del catasto, la nuove rendite non influiranno su Imu e Isee, via l'aggiornamento sul valore patrimoniale, ma arriva una nuova rendita periodica. La nuova mappatura servirà a trovare gli immobili abusivi o non censiti.

Riforma del catasto:
Foto di S. Hermann & F. Richter da Pixabay

Le novità introdotte dalla riforma del catasto entreranno in vigore dal 1° gennaio 2026

(Rinnovabili.it) – E’ arrivato l’ok della Camera al disegno di legge delega per la riforma fiscale, contenente anche le misure per la tanto dibattuta riforma del catasto.

Il braccio di ferro sul catasto ha nettamente spaccato la maggioranza, dividendola tra coloro che vedevano la riforma come un modo per aumentare le tasse sulla casa e coloro che accusavano questi ultimi di interpretare male la norma.

Il nodo si è sciolto lo scorso mese introducendo nel testo una clausola che separa la rendita dell’immobile da un incremento della pressione tributaria.

In origine il testo prevedeva le informazioni contenute nel sistema catastale fossero integrate inserendo un riferimento al valore patrimoniale dell’immobile da adeguare periodicamente ed una rendita basata sul valore di mercato. Nella nuova versione sparisce invece il riferimento al valore patrimoniale, ma compare una “rendita ulteriore”. Questa terrà conto sia dei criteri previsti in materia di tariffe d’estimo delle unità immobiliari urbane che dell’articolazione del territorio comunale, dell’eventuale cambio di destinazione d’uso e dell’adozione di unità di consistenza.

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Attenzione, tra le specifiche contenute nel nuovo testo di riforma del catasto è confermata l’esclusione delle nuove rendite ai fini fiscali, ovvero non contribuiranno ad aumentare le tasse, e non serviranno a modificare le agevolazioni e i benefici sociali di cui godono i proprietari.

Caccia agli immobili fantasma

Stiamo parlando di un impianto datato 1939, era ormai giunto il momento di mettere mano al catasto. I nuovi strumenti permetteranno di classificare gli immobili mettendo a disposizione dell’Agenzia delle Entrate e dei Comuni informazioni aggiuntive per la mappatura degli edifici, utili ad individuare prima di tutti gli “immobili fantasma” o quelli con destinazione d’uso diversa dalla realtà. La modernizzazione era quindi necessaria, ma giustamente la prudenza non è mai troppa quando si parla di rendite catastali e beni immobiliari.
La riforma del catasto e ciò che comporta entrerà a regime a partire dal 1° gennaio 2026. Nel frattempo sarà necessario raccogliere le informazioni aggiuntive mancanti.