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Revisione Piano Casa e TU Edilizia, CNI: aprire il social housing al ceto medio

C’è molto sul Tavolo di lavoro avviato dal CNI con il MIT per la revisione del Piano Casa e del Testo Unico Edilizia. Attualizzare la norma significa aprire l’edilizia pubblica alle nuove richieste anche del ceto medio, incentivando la rigenerazione urbana finalizzata alla lotta al cambiamento climatico, alla sostenibilità e al contenimento di suolo

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Consigliera Sassetti, CNI: “L’ERP rappresenta un investimento sociale capace di rispondere ai bisogni di vasti strati della popolazione 

(Rinnovabili.it) – Si intensifica l’attività di riordino sul sempre più urgente tema del Piano Casa e della riforma del Testo Unico per l’Edilizia. Sull’argomento è stato chiamato ad intervenire il Consiglio Nazionale degli Ingegneri che, rappresentato dalla Consigliera Irene Sassetti, ha illustrato al tavolo di lavoro del MIT una serie di proposte concrete che permetterebbero di dare una visione nuova in materia di edilizia residenziale pubblica e di semplificazione normativa.

Obiettivo:

Il dibattito è partito dalla condivisione di alcuni punti chiave secondo i quali uniformare il lavoro dei singoli Tavoli: 

  • semplificazione normativa, 
  • semplificazione procedurale in capo alle singole amministrazioni locali in tema di edilizia, 
  • norme che incentivino la riqualificazione e la trasformabilità del costruito esistente in una prospettiva di contenimento del consumo di suolo e di riqualificazione del patrimonio edilizio più vetusto,
  • attualizzazione” della pianificazione degli interventi di edilizia pubblica residenziale e di social housing al mutato contesto sociale ed economico del Paese.

Come più volte sottolineato dai rappresentanti del Ministero delle Infrastrutture,  l’obiettivo è di giungere a proposte di testi normativi e linee guida su argomenti differenti, ma fortemente interconnessi, capaci di rispondere alle effettive esigenze dei molteplici stakeholder che presidiano tali materie, dalle Amministrazioni locali agli operatori del comparto delle costruzioni, dai professionisti tecnici agli Enti di gestione dell’edilizia pubblica residenziale.

Attualizzare un Testo Unico che ha oltre di vent’anni

Il primo passo da compiere, come sottolineato dalla portavoce del CNI Irene Sassetti, dovrà necessariamente essere l’approvazione di un Testo Unico dell’edilizia, attualizzando le norme che risalgono ormai al 2001, con il Dpr n.380. Vent’anni di distacco nei quali il contesto economico e sociale è totalmente mutato, così come sono mutati gli obiettivi comuni.

Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, d’altra parte, ha già definito una serie di principi, condivisi con il Consiglio Nazionale degli Architetti, su cui basare la legge delega propedeutica all’ approvazione del nuovo Testo unico delle costruzioni.

Un Piano Casa destinato anche al “ceto medio”

Tra i punti toccati dal CNI, l’opinione espressa nei confronti del nuovo Piano Casa merita certamente un approfondimento. Secondo gli Ingegneri, il prossimo piano dovrà superare la vecchia visione limitata alle classi sociali meno abbienti e soddisfare contemporaneamente la sempre elevata domanda di alloggi a prezzi contenuti, ma anche soddisfare un fabbisogno nuovo, destinato non solo agli strati sociali a basso reddito, ma anche ad un ceto medio con esigenze abitative nuove rispetto al passato.

“Consideriamo quanto mai opportuni i tavoli di confronto istituiti presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – afferma la Consigliera del CNI, Irene Sassetti – perché pongono l’accento su due esigenze stringenti e, direi, ormai improcrastinabili: giungere rapidamente ad una riforma del DPR 380/2001, ovvero del TU dell’Edilizia, e procedere ad una sostanziale revisione e riorganizzazione dei piani e delle sottostanti politiche per l’edilizia pubblica residenziale, che deve progressivamente virare verso un perimetro più ampio ed articolato rispetto a quello del passato, configurandosi come un piano per il social housing in senso lato”.

Sulla riforma del DPR 380/2001 il CNI ha già elaborato una serie di proposte normative che verranno sottoposte al dibattito nel Tavolo di confronto. “Sulla proposta di “riformulazione” di un Piano casa per l’Italia già il Centro Studi del CNI ha trasmesso agli uffici del MIT, nello scorso mese di gennaio, un breve documento con prime ipotesi per un nuovo “percorso programmatico”. 

Aprire l’Edilizia Residenziale Pubblica a lavoratori, studenti ed anziani 

Siamo convinti, come credo lo sia il MIT, che l’edilizia residenziale pubblica rappresenti un vero investimento sociale capace di rispondere ai bisogni di vasti strati della popolazione”, prosegue la Sassetti

Un discorso molto interessante che implica una visione politica a lungo termine e, soprattutto, una reale conoscenza dello stato del costruito esistente. “Dalle analisi del nostro Centro Studi è emersa la necessità di capire esattamente lo stato del costruito in ambito ERP, per comprendere se vi siano i margini per ristrutturazioni profonde o per l’abbattimento e la ricostruzione”

Secondo il CNI, le eventuali rigenerazioni di quartieri periferici da destinare al social housing, ovvero ad alloggi ed edifici di buona qualità a prezzi “calmierati”, dovranno avere come destinatari non più solo le famiglie a basso reddito, ma anche lavoratori, studenti o persone anziane.

Serve una legge sulla rigenerazione urbana

Dall’incontro al MIT, è emerso come i due temi principali, ovvero quello del nuovo TU dell’edilizia e quello del Piano casa, siano fortemente intrecciati con altre tematiche essenziali e principi su cui i Tavoli di lavoro si concentreranno.

Tutto convoglia nel tema della rigenerazione urbana. E’ però necessario elaborare linee guida che “innestino” nelle norme tecniche dei principi di sostenibilità del processo costruttivo oltre principi che spingano le Amministrazioni locali a privilegiare il riuso e la trasformabilità degli edifici esistenti rispetto ad altri interventi. Il CNI ha poi ribadito la necessità di una legge nazionale sulla rigenerazione urbana per fare in modo che temi quali il cambiamento climatico, la sostenibilità e il recupero delle aree dismesse rientrino in un quadro normativo in grado di produrre risposte concrete ed efficaci.