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Restauro a cinque stelle per il progetto di noa* che trasforma un Monastero del ‘600 in una struttura alberghiera

Un esempio di restauro magistrale per gli architetti di noa*, che hanno saputo trasformare l'antico Monastero di clausura del Seicento in un prezioso hotel

credits photo Alex Filz courtesy noa*network

Il Monastero Arx Vivendi oggetto del restauro si trova ad Arco di Trento

(Rinnovabili.it) – Il fascino dell’antico Monastero del Seicento rivivono in questo progetto di restauro del team di noa* che trasforma gli storici spazi in una struttura alberghiera affascinante.

Situato ad Arco di Trento, all’estremità nord del Lago di Garda, la ristrutturazione del Monastero delle Serve di Maria Addolorata si è svolta a stretto contatto con la Soprintendenza per i Beni Culturali.

L’intervento ha riguardato l’ala sud della struttura, preservandone la metà ancora oggi riservata a ritiro di clausura delle monache.

Un’architettura fuori dal tempo

“La grandiosità ed il rigore delle architetture, i lunghi corridoi, i soffitti a volta, tutto concorre a dare a questi spazi un carattere fuori dal tempo”, sottolinea Francesco Padovan, architetto di noa*.

Il restauro si è distinto in due macro interventi: la ristrutturazione e la conversione del monastero del Seicento, e la realizzazione di un complesso ex-novo per il Wellness.

Grazie ad un sapiente uso dei materiali naturali ed alle scelte costruttive, ogni ambiente restaurato rievoca la monumentalità del luogo, rendendo allo stesso tempo i luoghi dell’hotel accoglienti.

Una nuova vita a spazi antichi

restauro
credits © Andrea Dal Negro courtesy noa*network

La struttura si sviluppa su tre livelli con soluzioni costruttive estremamente diverse tra loro.

Si va dagli spazi concentrici del piano terra, al maestoso corridoio del primo piano, alla selva di travi lignee del sottotetto. Su questa varietà di ambienti abbiamo lavorato, definendo soluzioni che non alterassero i diversi disegni, ma ne restituissero rafforzati il fascino e l’originalità”. Prosegue l’architetto Padovan descrivendo il progetto di cui è protagonista.

Al piano terra lo spazio pubblico dell’albergo si riflette nell’asse centrale del lungo corridoio arricchito dalle splendide volte a crociera.

Il primo piano cambia completamente grazie al restauro delle ex celle di clausura trasformate nelle accoglienti camere dell’hotel. Qui è il soffitto con le travi lignee a dettare il ritmo degli spazi articolati lungo un corridoio lungo quasi 50 metri. L’aver conservato le antiche porte in legno d’ingresso alle celle, ha enfatizzato ancora di più il perfetto equilibrio tra antico e nuovo.

All’ultimo piano è stato preservato il sottotetto a capriate, a memoria della loro antica funzione. Inoltre un lucernario inserito al colmo della copertura illumina le camere ed il corridoio grazie a delle vetrate sopraluce.

Equilibrio tra storia e contemporaneità

La nuova ala dedicata al wellness è composta invece da sette volumi leggeri, in vetro e metallo.

“Nel disegno di quest’area, abbiamo cercato di relazionarci non tanto con il monastero, troppo ‘importante’ come riferimento architettonico, quanto con il paesaggio agricolo circostante”, prosegue l’architetto Padovan di noa*.

E’ l’alternanza tra i volumi leggeri metallici e le corti a verde che scandisce il ritmo, rievocando le caratteristiche limonaie tipiche del Lago di Garda.

Anche l progetto d’arredo si inchina al monastero

L’equilibrio tra comfort contemporaneo ed antichi spazi non poteva essere completo senza un design d’arredo all’altezza. Le decorazioni in gesso dei soffitti sono state conservate e restaurate. I pavimenti sono in battuto di cemento, rievocando quelli originali. Mentre il corridoio interno mantiene il rivestimento originale in cotto. Il design della reception e delle camere mantiene il rigore che una volta era del Monastero. Ma la cura dei dettagli rendono il luogo esclusivo ed unico.

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