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L’iconico Silos di Aalvar Alto diventa simbolo di restauro edilizio creativo e salvaguardia ambientale

Restauro edilizio creativo
Il Silo di Alvar Aalto © Otto Lowe

Il progetto di restauro edilizio creativo è nato dall’unione della “geoarcheologia” di Skene Catling de la Peña e dal desiderio di salvaguardia della Factum Foundation

(Rinnovabili.it) – Uno dei simboli dell’architettura industriale dei primi del ‘900, il famoso Silos di Aalvar Alto, diventerà ben presto l’emblema della conservazione creativa. La vecchia struttura abbandonata da tempo e a rischio demolizione si trasformerà in un esempio di recupero edilizio unico nel suo genere. Oltre ad utilizzare per l’intervento “rifiuti” e scarti di demolizione, la struttura sarà strutturata per ospitare una pluralità di funzioni, tra le quali anche un centro ricerca dedicato alla salvaguardia ambientale del circolo Polare Artico, situato a pochi chilometri a nord del sito.

L’Aalto Siilo diventerà un “deposito per la conoscenza”, un luogo dove condividere innovazioni e sviluppare soluzioni per la conservazione edilizia e dell’ambiente.

Preservare il patrimonio naturale ed industriale

Ci troviamo nella città di Oulu, in Finlandia che non a caso, nel 2026, sarà anche Capitale Europea della Cultura. Qui nel 1931, l’architetto Aalvar Alto costruì il primo grande esempio di architettura industriale utilizzando una forma a cattedrale copiata poi negli anni successivi. Il Silo di Aalto era parte della grande aree finlandese dedicata alla fabbricazione della carta e la struttura, di per sé, serviva per raccogliere e trattare i trucioli di legno. Negli anni ’80 queste fabbriche vennero progressivamente chiuse, lasciando l’AaltoSilo in stato di abbandono e degrado. Per scongiurare la demolizione di questa emblematica “cattedrale” sperimentale di cemento, nel 2020, la Factum Foundation in sinergia con il pluripremiato studio di architettura madrileno la Skene Catling de la Peña, decide di acquistare l’edificio. E l’obiettivo dell’intervento vuole essere proprio quello di dimostrare le potenzialità degli edifici esistenti, imparando a recuperarle piuttosto che demolirle per costruire qualcosa di nuovo. Accanto al Silo sarà poi realizzato il centro ricerche dedicato all’ambiente Artico per lo studio del cambiamento climatico, ma affrontato mediante l’uso delle più avanzate soluzioni tecnologiche e digitali, dal machine learning alla stampa 3D, fino ai software creativi basati sull’IA.

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I trucioli di scarto si trasformano in isolante per finestre

Tutte le fasi di restauro edilizio ideati dal team di Skene Catling de la Peña dimostreranno che riciclare l’architettura è possibile. La materia prima di cemento, cosiddetta spolia, proverrà dagli scarti degli edifici circostanti dopo una demolizione chirurgica dei pezzi da recuperare.

Porte, finestre e strutture in legno dell’originale Silo di Aalto saranno recuperate, mentre simbolicamente, alcuni dei materiali utilizzati in origine dalla fabbrica per il trattamento della carta, saranno riproposti in chiave ecofriendly all’interno della nuova costruzione. Come il catrame di pino proveniente da fonti rinnovabili utilizzato per impermeabilizzare il tetto, o le nanofibre di cellulosa ricavate dalla pasta di legno e trasformata in un gel trasparente da inserire tra i vetri delle finestre per migliorare l’isolamento. Per abbattere ulteriormente l’impronta di carbonio le pareti interne saranno costruite in CLT o in mattoni di canapa.

Oltre al centro ricerca all’interno del Silo di Aalto si potrà assistere a spettacoli teatrali, rassegne culturali, convegni, o più semplicemente accedere all’immancabile sauna pubblica interna alal costruzione.

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