Una volta ultimato il restauro contemporaneo, la struttura diventerà uno dei maggiori poli culturali d’Italia
(Rinnovabili.it) – “I luoghi culturali dovrebbero essere pensati come dinamici, capaci di incorporare il cambiamento nel tempo”. Afferma Carlo Ratti, socio fondatore del CRA, direttore del MIT Senseable City Lab e ideatori del particolare restauro di un Antico ospedale in provincia di Modena.
Attraverso l’inserimento di soluzioni innovative all’avanguardia, il progetto riesce ad integrare alla storica le potenzialità dell’ingegneria contemporanea. Dimostrando che nuovo ed antico possono convivere in perfetta armonia. Il progetto di AGO Modena Fabbriche Culturali è firmato dal team di CRA, Carlo Ratti e dall’architetto Italo Rota. Una volta ultimato il restauro contemporaneo darà vita ad uno dei maggiori centri culturali d’Italia, creando un nuovo polo culturale d’innovazione.
Come sempre la parola d’ordine è flessibilità, permettendo agli spazi di adattarsi al mutare delle esigenze.
Il tetto cinetico dell’ex ingegnere della NASA
I 20.000 mq riprogettati da Ratti e Rota abbinano le classiche pratiche di conservazione storica, all’architettura cinetica normalmente usata per le installazioni temporanee. A fare la magia è il progetto di Hoberman, uno dei massimi esperti mondiali nella progettazione di strutture dinamiche ed ex collaboratore della NASA.
La copertura che ricorda un origami, è inserita nel cortile principale di AGO. La struttura leggera e pieghevole può essere aperta facilmente, creando ogni volta un’esperienza visiva e fisica differente, per adattarsi alle condizioni climatiche e meteo. All’interno della struttura di copertura cinetica troveranno posto anche i pannelli fotovoltaici per alimentare il complesso, inseriti anche in parte delle altre coperture.
Oltre al tetto cinetico, il restauro contemporaneo di CRA, trasformerà la terrazza sul tetto in un giardino pensile dal quale godere di una vista d’insieme su tutta la città antica di Modena.
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“Ciò a cui miravamo valorizzando le componenti antiche dell’edificio è la riconfigurabilità dinamica: reversibile e adattabile alla trasformazione continua. Il restauro è lasciato volutamente incompiuto in alcuni punti. Ciò lascia spazio all’edificio per subire ulteriori evoluzioni, provocando una tensione costante tra il vecchio e il nuovo. . “La natura mutevole dell’ambiente costruito consente, a sua volta, un approccio partecipativo per attivare la produzione culturale. L’architettura di AGO crea spazi flessibili e riconfigurabili in cui passato e futuro si completano a vicenda”.