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CARE, il tool che aiuta a confrontare l’impronta di CO2 del recupero edilizio e nuova costruzione

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Foto di Scott Walsh su Unsplash

Carbon Avoided Retrofit Estimator è stato sviluppato dall’organizzazione Architecture 2030

(Rinnovabili.it) – Optare per un recupero edilizio o un riuso adattivo è una tendenza che sta prendendo sempre più piede negli ultimi anni. Grazie allo strumento CARE,  Carbon Avoided Retrofit Estimator, da oggi il vantaggio per l’ambiente di questa scelta sarà anche quantificabile.

A sviluppare il tool digitale è Architecture 2030, un’organizzazione senza scopo di lucro nata nel 2002 come risposta del mondo dell’edilizia al cambiamento climatico. Il software è in grado di fornire a progettisti, proprietari e amministrazioni locali una stima estremamente accurata dei benefici in termini di carbonio del recupero edilizio piuttosto che della nuova costruzione.

Come funziona il programma per scegliere tra recupero edilizio o nuova costruzione

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CARE Tool Esempio di grafico credits: Architecture 2030

Sulla base di semplici input degli utenti sugli obiettivi energetici e sui potenziali interventi edilizi, lo strumento CARE stima sia le emissioni di carbonio operative (ovvero quelle consumate dall’edificio in funzione), che le emissioni di carbonio incorporate (cioè legate ai materiali da costruzione), mettendo a confronto i risultati di un progetto di nuova costruzione e di uno di riuso adattivo.

La ristrutturazione è solitamente considerata l’opzione più sostenibile in termini di emissioni di carbonio operative. Ma cosa accade se il retrofit raggiunge solo una riduzione del 50%, mentre sostituirlo con un edificio nuovo arriverebbe a zero emissioni operative?

E nel caso di aggiunte particolarmente consistenti per aumentare la densità o accogliere nuovi usi, cosa accade? In che modo la zona climatica, l’intensità della rete e le condizioni dell’edificio esistente influiscono su tali considerazioni?

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I risultati sono visualizzati come emissioni incorporate totali e operative in un periodo di tempo specificato, nonché emissioni cumulative nel tempo, per tre scenari: l’edificio esistente, l’edificio ristrutturato e la nuova costruzione. I risultati possono essere confrontati per determinare l’approccio con il carbonio totale più basso e l’intervallo di tempo in cui ciò si verifica.

Lo strumento è stato sviluppato dagli esperti di design Larry Strain di Siegel and Strain Architects, Erin McDade di Architecture 2030 e Lori Ferriss di Goody Clancy.

Lo strumento CARE ci consente di dimostrare, in pochi minuti, i vantaggi delle ristrutturazioni, non solo per l’esperienza umana degli edifici, ma anche per il loro impatto ambientale. Questa è una grande aggiunta agli strumenti di cui gli architetti hanno bisogno per sostenere la rapida trasformazione del nostro patrimonio edilizio esistente”, afferma Z Smith, Principal e Director of Sustainability and Building Performance presso Eskew+Dumez+Ripple

Con l’aumento delle ristrutturazioni e l’urgente necessità di un’azione per il clima, strumenti come CARE colmano una lacuna critica nella nostra comprensione e valutazione del patrimonio edilizio esistente come importante risorsa climatica, concludono i creatori di CARE.

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