Sono i numeri ad introdurci nel vasto mondo del riciclo in mostra a Roma. Ci troviamo al MAXXI, il Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, dove fino al 29 aprile 2012 sarà possibile visitare la mostra “RE-CYCLE, strategie per l’architettura, la città e il pianeta”. Prima di accedere alla galleria, che ci condurrà passo a passo lungo un percorso creativo composto da più di 80 disegni, fotografie, oggetti, video e modelli, lo sguardo si posa sul pavimento, dove una serie di dati, decisamente interessanti, fanno un quadro preciso dello stato di fatto del nostro Paese, in quanto a cementificazione, infrastrutture incompiute, consumo del suolo, riciclaggio e molto altro. E’ la ricchezza dei materiali esposti che conquista immediatamente l’attenzione una volta entrati nella prima sala, catapultandoci in un nuova interpretazione del riciclo, assolutamente inedita per quanto estremamente attuale, che trasforma il tema del “riutilizzo” al quale tutti siamo abituati, in qualcosa di nuovo, dove non si tratta più di materiali scartati, bensì di una composizione creativa ricca di sperimentazione e con una nuova funzionalità.
IL RICICLO CREATIVO
Tra ricicli più “creativi” si colloca la prima sezione Music on bones, che trasforma delle comuni lastre di radiografie, in dischi di Jimi Handrix ed altre rock star, ma la trasformazioni più interessanti sono legate al mondo dell’Architettura e del Paesaggio. Partendo da maestri come Peter Eisenman con i disegni per Cannaregio, Frank O.Gehry, Robert Venturi o come le sopraelevazioni del Colosseo di Superstudio, fino ad arrivare alle contemporanee traformazioni urbane, dove ad essere riciclati, sono interi quartieri delle città.
Un arcipelago di tavoli in cartone riciclato, forniti direttamente dalla Comieco, raccoglie le foto, le tavole di progetto, i plastici ed i numerosi materiali legati al mondo contemporaneo dell’architettura e del riciclaggio dei materiali, degli spazi, dei luoghi, degli edifici, degli scarti e dei rifiuti.
“Con RE-CYCLE – ha affermato Pippo Ciorra, senior curatore del MAXXI e della mostra – il museo persegue tre obiettivi importanti per il suo futuro e per la sua identità. Il primo è una irruzione in piena velocità sulle questioni di massima attualità dell’architettura, in particolare la relazione complessa tra la ricerca espressiva d’avanguardia, prossima all’arte, e l’attenzione all’ambiente, così minuta da avvicinarci all’ecologia. Il secondo ha a che fare con quello che architetti debbano intendere come “sostenibilità” in un paese e in un continente già troppo costruito. Il terzo è in realtà una presa di posizione sulle tecniche e sulle modalità di recupero dei nostri paesaggi e le nostre città, alla luce della scarsa efficienza di piani, programmi e altri approcci tradizionali”.
RE-CYCLE CITIES
Gli esempi in esposizione spaziano dai recentissimi progetti prodotti in tempo reale, ad esempi più consolidati e perfino storici, che testimoniano quanto il tema del riciclo abbia caratterizzato nel corso degli anni, il mestiere del progettista e dell’artista.
Così ci troviamo ad osservare il plastico originale del celebre progetto per la High Line di New York, uno dei più importanti esempi di riciclo urbano, o a sorvolare importanti città della Spagna, della Germania e degli Stati Uniti o del Brasile, dove il re-cycle cities ha restituito al verde ed all’agricoltura i brani di città dimenticati: come il recupero di una vecchia discarica per farne un grande parco nei pressi di Staten Island (NY), le trasformazioni delle aree industriali di Detroit, la conversione delle cave inutilizzate in grandi spazi attrezzati o il tunnel autostradale che diventa Museo storico del Trentino, un progetto per altro rappresentato attraverso un suggestivo plastico tridimensionale.
L’ARCHITETTURA RICICLATA
La passeggiata trasversale nel mondo del recupero in scena al MAXXI, prosegue scendendo di scala, per approdare al vero e proprio riciclo architettonico, rappresentato prima di tutto dal “ready-made”, l’antica pratica dello spoglio, ovvero la realizzazione di nuovi edifici a partire unicamente dal materiale di scarto recuperato dalla demolizione di altre strutture, per approdare a progetti sorprendenti come la costruzione di case sopra o addirittura dentro altre case.
E’ questo il caso del progetto Devecote Studio, che ha trasformato una vecchia colombaia, in un moderno studio per artista, mantenendo intatta la struttura perimetrale e costruendo al suo interno il nuovo volume in acciaio. Ancora più sorprendente è il progetto tedesco Neo_Leo, che letteralmente cala con una gru, una casa su tre piani preassemblata in legno, all’interno di un vecchio edificio dismesso.
Tra gli interventi più famosi in mostra non poteva mancare il progetto dello studio MVRDV, per il Gemini Residences Frosilos di Copenaghen, dove i due vecchi silos protagonisti del waterfront della capitale danese, sono stati convertiti in due torri residenziale ad alta efficienza ed elevata qualità, estendendo la pratica del riciclo architettonico anche alla scala urbana di riqualificazione del waterfront.
La mostra mette in luce aspetti di particolare valore, soprattutto come risposta alla crisi ed al collasso delle città di tutto il mondo, dove il “marketing territoriale” ed il cemento fanno da padroni; un’interpretazione diversa del riciclo dove, a differenza di quella che sembra essere la tendenza contemporanea, gli edifici non hanno una data di scadenza, ma semplicemente servono a creare qualcosa di nuovo.
Una parete della mostra, costruita con bottiglie riciclate in PET ne è la prova concreta: un piccole esempio che ripropone la geniale idea del team di Miniwiz che a Taipei ha realizzato le facciate del padiglione EcoARK utilizzando esclusivamente bottiglie riciclate ed ottenendo risultati incredibili dal punto di vista delle prestazioni energetiche. Si tratta di un esempio di riciclo di elevata qualità: per migliorare le prestazioni degli elementi in PET, alla plastica riciclata al 100% è stato aggiunto una componente di silicie completamente naturale estratto dagli scarti agricoli, che trasforma completamente il materiale. La sostenibilità è il tema centrale di questo edificio che sfrutta l’illuminazione naturale, i pannelli solari ed i sistemi a LED, per rendere la struttura completamente sufficiente.
La mostra si estende anche all’esterno dell’edificio dove lo studio di progettazione tedesco raumlaborberlin, nei giorni precedenti all’inaugurazione di RE-Cycle, ha organizzato un vero e proprio workshop di lavoro che ha coinvolto direttamente un gruppo di studenti, per la realizzazione di un piccolo padiglione nello spazio esterno del MAXXI. Costruito unicamente con materiali riciclati quali porte, finestre, armadi, bottiglie di vetro, portiere di automobili ed elementi in legno, il padiglione “Officina roma”, si assume il compito di trasmettere il valore del riciclo attraverso l’azione diretta, costruendo in tempo reale e attraverso il coinvolgimento di non professionisti, rappresentati in questo caso dagli studenti.
Per completare il viaggio nel mondo del riciclo, la mostra si è aperta anche alle esperienze dirette, come quella del fotografo Pieter Hugo, che con Permanent Error, ha immortalato attraverso i sui scatti, una forma di riciclo fine a se stessa. Si tratta dell’immensa discarica del Ghana destinata alla raccolta di materiale elettrico proveniente per altro dal mondo occidentale, dove tra fumi tossici e falò di mucchi di plastica, si aggirano le figure spettrali e gli animali di questo dimenticato villaggio, dove il significati di riciclo è molto lontano dalla nostra visione positiva ed ecologica.
Ci sarà tempo fino ad aprile per visitare direttamente questa interessante mostra, che fornisce con un’unica occhiata, una panoramica sul mondo delle trasformazioni contemporanee ricche di innovazione, di cui l’architettura e le città sono attive protagoniste.
La mostra è opera di Pippo Ciorra e dell’ufficio curatoriale del museo di architettura con la collaborazione di alcuni esperti internazionali (Reinier De Graaf, Sara Marini, Mosè Ricci, Jean-Philippe Vassal, Paola Viganò). L’allestimento è a cura di Emanuele Marcotullio in collaborazione con l’ufficio mostre del MAXXI.